3 Recensioni su

A Good Marriage

/ 20145.264 voti

Bruttezza… / 5 Novembre 2020 in A Good Marriage

Noioso e un po’ incomprensibile. Non capiscono che storie ben scritte emanano emozioni che sono difficili da trasferire sul grande schermo!?
Il racconto di Stephen King era più avvincente.
Lei bravina, lui un po meglio ma per il resto è bocciato.
4.

25 Febbraio 2018 in A Good Marriage

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Darcy, che ha appena festeggiato il 25° anniversario del “bel matrimonio” con Bob Anderson, scopre per caso in garage le prove che il marito che pensava di conoscere così bene è in realtà lo spietato serial killer conosciuto col nome di “Beadie” e che da anni stupra e uccide giovani donne. A quel punto, cosa fare? Denunciare il marito, mandando in rovina la propria famiglia e quella dei figli o fare finta di niente ma rischiando di avere sulla coscienza altre vittime? Il marito non tarderà a scoprire quel che la moglie sa. Ennesima riduzione televisiva di un racconto di Stephen King tratto dalla raccolta Notte buia, niente stelle (che ci aveva già dato Big Driver e 1922) e sceneggiata dal Re in persona. Purtroppo questo è uno dei casi dove la prosa di King, incisiva sulla pagina scritta, mal si adatta a essere portata sullo schermo, poiché spesso coinvolge la sfera di emozioni difficili da mettere in scena visivamente. Come spesso capita alla riduzione di un racconto, anche Un bel matrimonio avrebbe probabilmente funzionato meglio come cortometraggio o episodio televisivo della canonica durata di quaranta minuti, piuttosto che in un film, per giunta televisivo, di più di un’ora e mezza. Per allungare il brodo, ad esempio, il film indugia su alcuni particolari della vita della coppia che nel racconto erano relegati nei ricordi della moglie. Lo scritto, inoltre, si focalizzava efficacemente sullo struggimento interiore e sul dilemma morale di Darcy, cosa che la fredda interpretazione dell’attrice Joan Allen non riesce a restituire sullo schermo, contribuendo così a rendere ulteriormente insipido un prodotto già svantaggiato da una regia non particolarmente memorabile. Meglio va alla prova attoriale di Anthony LaPaglia nei panni del marito Bob, realmente agghiacciante nella sua pacata bonomia. Nonostante i difetti di resa, la trasposizione è comunque abbastanza fedele, con poche variazioni rispetto al racconto. La figura misteriosa che appare fugacemente durante tutto il film, in realtà un detective ormai in pensione che si occupava di dare la caccia al serial killer, nel racconto faceva la sua comparsa solo nell’epilogo. Completamente inventata per il film, è poi il particolare degli orecchini che Bob regala alla moglie appartenuti a una delle sue vittime, comportamento che poco si adatta alla psicologia dell’assassino fino allora delineata. Il racconto, a detta dello stesso King, si ispira alla vicenda del serial killer Dennis Rader, conosciuto come “BTK” (bind, torture and kill, lega tortura e uccidi) e attivo in Kansas tra il 1974 e il 1991, la cui moglie era stata sposata col mostro per trentaquattro anni senza mai accorgersi di nulla.

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Niente di che / 29 Gennaio 2017 in A Good Marriage

Tratto da un racconto di Stephen King, A Good Marriage, non riesce davvero ad impressionare. Trama piuttosto semplice. Dopo 25 anni di matrimonio, sempre felice, con un’ottima situazione sentimentale ed economica, ottimi figli, con la figlia in procinto di sposarsi, la moglie (Joan Allen) scopre una clamorosa ed incredibile verità sul marito (Anthony LaPaglia): è il tanto chiacchierato e temuto serial killer che sta uccidendo una grande quantità di donne. Il marito ci mette poco, anche fuori casa, tramite una telefonata, a capire che la moglie ha fiutato qualcosa, e si precipita a casa. Invece di ritrovarsi davanti a scene di violenza, il marito le propone un patto. Sembra l’inizio di qualcosa di interessante e invece, come era altrettanto ipotizzabile, tutto cade e peggiora con il passare dei minuti. Neanche i momenti finali riescono a salvare più di tanto la situazione. Sinceramente non ho letto questo racconto di King e non posso dire con certezza assoluta se il materiale su cui si doveva lavorare alla fine ha rispecchiato il testo o no. Se è così, anche King ha preso un po’ un granchio, ma ultimamente va anche detto che i film tratti dai suoi libri fanno un po’ acqua. Bah, alla fine comunque, con più tensione, qualche altro volto un po’ più noto ed una regia più incisiva, poteva anche ambire alla sufficienza. Ma non ci siamo.

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