Erano 10 anni che volevo vederlo / 7 Novembre 2021 in A Dangerous Method
E francamente non meritava un’attesa del genere.
Scherzi a parte, colpa mia che ci ho messo tanto a decidermi a vederlo, comunque film a lunghi tratti noioso e non particolarmente coinvolgente sul piano emotivo.
La storia tra Jung e Sabina è raccontata con occhio quasi clinico, ossia con freddezza e distacco, quasi come se il pubblico dovesse avere lo stesso metodo di indagine psichiatrica.
La parte più interessante a me è sembrata quella più storicamente verosimile, ovvero quella dei dissidi tra Jung e Freud, ma passa abbastanza in secondo piano per lasciare campo libero ad una relazione resa molto probabilmente più pruriginosa di quello che era (ho fatto un paio di ricerche e non ho trovato traccia dei “kink” erotici).
Come sempre questo genere di film ricrea quasi ad arte amori tormentati, passionali e impareggiabili, si fossero limitati a renderla una tresca, per quanto trasgressiva, sarebbe stato forse meglio per la trama. Sì, i due continuarono lo scambio epistolare, ma Jung la allontanò quando lei chiese un figlio dalla loro unione e lo scandalo scoppiò veramente per delle lettere anonime arrivata alla madre di Sabina, particolari completamente assenti nel film che non è neanche storicamente accurato e cambia in modo arbitrario (per esaltare la figura di lei credo) le azioni dei due.
Anche perché il pathos latita in fin dei conti.
Ultima nota: la Knightley ha un po’ calcato la mano con le smorfie nella prima parte, ma forse sono di parte io, non è un’attrice di cui ho grande stima (non è scarsa ma neanche un fenomeno secondo me, troppe faccette).
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