4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

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4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

Romania. Poco prima della caduta del comunismo, Gabita, studentessa universitaria, scopre di essere incinta: con l'aiuto di Otilia e di un medico, tenterà di abortire in un paese dove l'aborto è illegale.
Anonimo ha scritto questa trama

Titolo Originale: 4 luni, 3 săptămîni și 2 zile
Attori principali: Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alexandru Potocean, Luminița Gheorghiu, Adi Cărăuleanu, Liliana Mocanu, Doru Ana, Ion Sapdaru, Cerasela Iosifescu, Tania Popa, Teodor Corban, Eugenia Bosânceanu, Mărioara Sterian, Georgeta Păduraru Burdujan, Geo Dobre, Mădălina Ghițescu, Cătălina Harabagiu, Sânziana Tarța, Adina Cristescu, Constantin Bojog, Cristina Burbuz, Mostra tutti

Regia: Cristian Mungiu
Sceneggiatura/Autore: Cristian Mungiu
Fotografia: Oleg Mutu
Costumi: Dana Istrate
Produttore: Oleg Mutu, Cristian Mungiu
Produzione: Romania, Belgio
Genere: Drammatico
Durata: 114 minuti

Dove vedere in streaming 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

Cinema da Croisette / 24 Febbraio 2017 in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

Questo film mi resterà perennemente in testa soprattutto per la lunga sequenza nella camera d’albergo. Cinema trascendenza, ti fa sentire a disagio, come un intruso, vorresti uscire da quella stanza per la tensione che va accumulandosi. Mungiu è proprio il tipo di regista adatto a infiammare la Croisette, non a caso è stao premiato con la Palma d’Oro al sessagesimo di Cannes; la camera pedina stando addosso al personaggio centrale, una strepitosa Anamaria Marinca, gli sfondi sono geometrie vuote di interni retrò o periferie desolate, la fotografia è fredda e spesso quasi totalmente buia, i dialoghi sono intervallati da lunghi pensosi silenzi.

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8 Giugno 2014 in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

Argomento delicato e controverso quello sviluppato da Cristian Mungiu nel suo 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni vincitore della Palma d’oro come miglior film al 60º Festival di Cannes, dove si parla d’aborto. Della pratica dell’aborto in un paese in cui è considerato illegale e dove la Donna è costretta a soffocare il dolore e a piegarsi a compromessi abominevoli pur di raggiungere lo scopo.

Una narrazione spietata, cruda e realistica che inscena al meglio la disperazione di due donne, contemporaneamente vittime e carnefici di questa pratica, che finirà con lo sconvolgere direttamente entrambe, andando a scavare intimamente nelle loro anime.

Lunghe sequenze e la totale assenza di accompagnamenti musicali, arricchiscono il senso di angoscia e frustrazione già viva in ogni scena, alimentando il malessere dello spettatore che, volente o nolente, finirà coinvolto nella disgrazia che ha colpito Gabita e Otilia, forse troppo giovani per sopportare singolarmente un tale peso.

Nonostante non sia un capolavoro di intrattenimento, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni riesce comunque a trasmettere tutto il suo vortice di tenacia e disperazione grazie allo sconsiderato uso di una regia con la stessa delicatezza e coinvolgimento emotivo che avrebbe un medico legale ad un passo dalla pensione. E alla scelta (intelligente) del regista di evitare giudizi in merito.

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19 Ottobre 2012 in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

talmente crudo, triste e cupo che non si riesce nemmeno a piangere, nonostante il tema trattato tocchi chiunque.
Uno di quei film ai quali si pensa anche il giorno dopo.
Interpreti più che validi. Bravi, dò un bel 10.

Tremendo, angosciante, bello / 3 Maggio 2012 in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

Spaccato del regime di Ceausescu in cui l’aborto era illegale e le donne dovevano affrontare illegalmente degli inerventi scendendo anche a compromessi incredibili. Il film risulta molto angosciante volutamente per far si che uno si immedesimanella situazione socio-politica del regime. Le due ragazze si uniscono molto grazie a questo dramma ma certamente ci sono momenti del film paradossali quali la richiesta del “dottore” come pagamento per l’intervento e poi quasi una sensibilità dello stesso per la salute della paziente. L’assenza totale di musica e colonna sonora per rendere molto pesante la situazione. Le lunge scene tipo la cena a casa del ragazzo di Olitia che risulta eterna. E non dico altro ma sicuramente la più pesante e agghiacciante è la visione del feto.
Comunque una bella condanna a questa pratica ancora in alcuni paesi non legale che costringe le ragazze a effettuare queste operazioni quando sono disperate.
Bello.

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Un film coraggioso e straziante: Mungiu sfiora il capolavoro / 22 Giugno 2011 in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

E’ un film coraggioso, “4 mesi 3 settimane 2 giorni”. Perché riesce a trattare un argomento delicato, quello dell’aborto, senza moralismi né eufemismi. La storia si svolge nella Romania degli anni Ottanta, periodo nel quale il Paese era oppresso dalla dittatura comunista di Ceausescu: in un clima sociale plumbeo, seguiamo le vicende di due ragazze, Gabita e Otilia, giovani studentesse del Politecnico, residenti nella Casa dello Studente, un palazzo asettico che impressiona negativamente proprio per la freddezza che comunica, al punto che somiglia più ad una caserma militare che a una residenza per studenti. Quando Gabita scopre di essere incinta, decide di abortire. Cosa tutt’altro che semplice però, dato che nella Romania di Ceausescu l’aborto è una pratica proibita dalla legge. Nonostante ciò, alcune persone, malgrado rischino la galera, sono disposte a praticarlo clandestinamente. Come Bebe, al quale Gabita si rivolge dietro consiglio di una sua conoscente, Ramona. Poiché le due ragazze sono legate da una profonda amicizia, Otilia si dà da fare per aiutare Gabita a superare il delicato momento che sta attraversando. E’ Otilia che provvede a prenotare la camera di un albergo, nella quale dovrebbe avvenire l’aborto, e ad incontrare Bebe, per condurlo dalla sua amica. Una volta giunto nella stanza in cui Gabita aspetta impaziente, l’uomo, dopo averla visitata, scopre che la ragazza gli ha mentito riguardo al tempo da cui è incinta. Bebe, terribilmente furioso per il fatto che la ragazza gli abbia nascosto la verità, chiede più soldi per eseguire l’intervento. Soltanto al termine di una lunga e drammatica trattativa Bebe accetterà di aiutare Gabita ad abortire.
Con una narrazione stringata (la storia si svolge nell’arco di una fredda giornata invernale), e con dialoghi crudi e intensi, Mungiu ci offre un quadro desolante della Romania degli anni Ottanta. Un Paese nel quale, a causa del regime dittatoriale imposto da Ceausescu, l’aborto era illegale, cosa che spingeva le donne che volevano abortire a rivolgersi a tipi loschi come Bebe. In questo film lancinante, spiccano due scene memorabili che meritano assolutamente di essere ricordate: la prima è quella della lunga trattativa tra Bebe e le due ragazze, Gabita e Otilia, che discutono quanto debba costare l’intervento. La seconda è quella in cui Otilia raccoglie il feto (che il regista ci mostra con un lento e calibrato movimento di macchina, quasi come a volerci preparare a quello che stiamo per vedere) dal pavimento del bagno, se lo mette nella borsetta e poi va in giro, sola e di notte, per la città, in cerca di un posto dove poterlo buttare. Due sequenze sconvolgenti, soprattutto la seconda (da alcuni molto criticata proprio per la sua crudezza), che impressionano per l’intensità con la quale sono recitate e dirette.
Colpisce lo stile (solo all’apparenza) semplice ed essenziale, con il quale Cristian Mungiu restituisce il clima cupo e angoscioso che permeava la Romania di quegli anni. Uno stile, il suo, fatto di lunghe inquadrature fisse tese a catturare la drammaticità del soggetto messo in scena. Una scelta stilistica precisa quella di Mungiu (da notare inoltre la totale assenza della colonna sonora: nel film, infatti, non c’è nessuna musica, gli unici rumori che si odono sono quelli naturali; magistrale, a tal proposito, l’angosciante sequenza in cui Otilia vaga smarrita per la città in cerca di un posto dove potersi disfare del feto), esemplare anche per come rende l’inospitalità delle abitazioni disadorne nelle quali sono costretti a vivere i personaggi (la Casa dello Studente in particolare, ma anche l’appartamento del fidanzato di Otilia). “4 mesi 3 settimane 2 giorni”, però, non è soltanto un film sull’aborto: alla fine, infatti, emerge il bellissimo ritratto di una grande amicizia, quella tra Gabita e Otilia, due ragazze poco più che ventenni, costrette improvvisamente a fare i conti con le difficoltà della vita, dalle quali sapranno uscirne, se possibile, ancora più legate di quanto non lo fossero in precedenza. Da rimarcare, infine, le interpretazioni delle due bravissime protagoniste, Anamaria Marinca e Laura Vasiliu, che riescono a tratteggiare benissimo i caratteri fragili ed insicuri dei loro personaggi. “4 mesi 3 settimane 2 giorni” è un film straziante, a tratti insostenibile (soprattutto nelle due scene sopra citate), però bellissimo. Quasi un capolavoro.

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