La 25a ora / 29 Novembre 2012 in La 25a ora
Non sono ancora molto informato sul regista, Spike Lee, pertanto non posso delineare un pensiero sulla sua opera in relazione al film, operazione che penso sia prima o poi obbligata. Il regista sa fare il suo mestiere, e si vede. Lo si legge nelle inquadrature, negli spostamenti di camera e in generale in tutto ciò che gli compete. Il protagonista, al suo ultimo giorno da uomo libero, vive un momento di transitoria vita. Il film va visto, perchè per spiegarlo bisognerebbe scrivere un saggio. Nel particolare è importante il rapporto che il protagonista ha nei confronti di ogni aspetto del mondo a lui esterno: il padre, la fidanzata, gli amici, gli “altri” amici e la società. Per l’appunto un paio di scene su quest’ultimo confronto, che si collegano a distanza di tempo nel film, sono veramente frutto di una riflessione pesante e importante.
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