Recensione su 20,000 Days on Earth

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20,000 Days on Earth: lo psicodramma di Nick Cave / 26 Aprile 2015 in 20,000 Days on Earth

Al di là dell’analisi dei processi creativi e delle note biografiche, il documentario in questione mi ha conquistata con le ultime sequenze, quelle in cui Cave descrive l’esperienza dell’esibizione dal vivo che egli stesso definisce uno psicodramma imbastito con gli spettatori della prima fila.
Ho visto il film in compagnia di un fortunato fan che ha vissuto davvero questa esperienza, confermandomi il magnetismo e perfino il timore che Nick Cave genera con chi si trova a diretto contatto visivo con lui mentre si esibisce.
Non un vezzo, quindi, “costruito” per il documentario, ma una vera e propria tecnica artistica, un elemento fondamentale della sua verve.

Efficace ed affascinante anche l’elenco di figure e dettagli anatomici femminili ritrovati in un istante nella donna amata, un compendio di bellezza che attraversa tutto il Novecento.

Per il resto, il documentario in questione è un buon ibrido, a metà strada, appunto, tra il documento propriamente detto e la fiction, un valido prodotto dal punto di vista estetico (bella fotografia, con colori, saturazioni e tagli interessanti), forse poco compatto ed esaustivo per quel che riguarda i contenuti, ma, in fondo, anche questo senso di misteriosa incompletezza non stona con il personaggio di Cave.

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