Recensione su 1917

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1917
Regia:

“Generale dietro la collina…” / 16 Aprile 2020 in 1917

“Generale dietro la collina
Ci sta la notte crucca e assassina
E in mezzo al prato c’è una contadina
Curva sul tramonto sembra una bambina
Di cinquant’anni e di cinque figli
Venuti al mondo come conigli
Partiti al mondo come soldati
E non ancora tornati”.
(Francesco De Gregori)

Circa 10 milioni nella prima guerra mondiale furono gli uomini “partiti al mondo come soldati” e che non sono tornati. La maggior parte di questi ne avrebbe fatto volentieri a meno: di partire e, soprattutto, di non tornare. Le loro storie e il dramma di essere eroi loro malgrado sono stati raccontati dal cinema. Capolavori: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, “Giorni di gloria”, ma anche “Uomini contro” ci hanno descritto l’angoscia della Grande Guerra. Perché non é vero, caro Francesco, che

“la guerra é bella anche se fa male”.

Il film di Mendes ci fa precipitare in una sorta di videogioco, che so “Doom”, “Call of Duty”? Parlo da inesperto, sono fermo al povero “Hunchback” del Commodore 64 che tentava di liberare la principessa tra inenarrabili difficoltà. Un algido, estetizzante gioco tecnico questo lunghissimo, finto piano sequenza che annulla ogni collocazione spazio/tempo, dove il personaggio non é eroe, perché non rischia: basta mettere l’opzione vite infinite.
Delusione.

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