1917

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1917

1917, Prima Guerra Mondiale. Il conflitto è al culmine. Schofield e Blake, due soldati britannici, devono riuscire ad attraversare il territorio controllato dai nemici, per consegnare un importante messaggio. Se riusciranno nell'impresa, salveranno centinaia di soldati da un attacco mortale. Nel gruppo che rischia di morire, c'è anche il fratello di Blake.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: 1917
Attori principali: George MacKay, Dean-Charles Chapman, Mark Strong, Andrew Scott, Richard Madden, Claire Duburcq, Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Daniel Mays, Adrian Scarborough, Chris Walley, Nabhaan Rizwan, Jamie Parker, Tommy French, Paul Tinto, Billy Postlethwaite, Richard McCabe, Justin Edwards, Pip Carter, Andy Apollo, Josef Davies, Gabriel Akuwudike, Spike Leighton, Robert Maaser, Gerran Howell, Adam Hugill, Benjamin Adams, Anson Boon, Kenny Fullwood, Ryan Nolan, Elliot Baxter, Kye Mckee, Ivy-I Macnamara, Merlin Leonhardt, Taddeo Kufus, Jos Slovick, Luke Hornsby, Jack Shalloo, Elliot Edusah, Joe Anders, Jacob James Beswick, Michael Jibson, Ian Wilson, Bradley Connor, John Hollingworth, Samson Cox-Vinell, Jonny Lavelle, Michael Rouse, Richard Dempsey, Phil Cheadle, Jonah Russell, Daniel Attwell, Mostra tutti

Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura/Autore: Krysty Wilson-Cairns, Sam Mendes
Colonna sonora: Thomas Newman
Fotografia: Roger Deakins
Costumi: Jacqueline Durran, Neil Murphy
Produttore: Pippa Harris, Callum McDougall, Jayne-Ann Tenggren, Michael Lerman, Sam Mendes
Produzione: Gran Bretagna, Usa
Genere: Drammatico, Guerra, Storia
Durata: 119 minuti

Dove vedere in streaming 1917

Exploit tecnico / 26 Marzo 2021 in 1917

Non si può parlare di questo film senza partire dalla straordinaria impresa tecnica alla base della sua realizzazione, che lo fa appparire composto interamente da due lunghissimi piani sequenza (la cesura si verifica dopo 1 ora e 6 minuti). È vero che in realtà le inquadrature sono ben più di due, giustapposte con maestria in modo da dare l’impressione della continuità; ma ciò nulla toglie alla straordinarietà del risultato finale.

Mi sono chiesto durante la visione se questo aspetto formale non avrebbe finito per diventare preponderante a scapito del contenuto. La mia prima risposta è stata no: a parte un po’ di distrazione per cercare di individuare le giunzioni nascoste fra le inquadrature, l’effetto della scelta formale è quello atteso e voluto di calare lo spettatore nell’azione, rendendolo compartecipe della lunga tensione.

A film finito, tuttavia, mi sono reso conto che in realtà l’exploit tecnico ha condizionato il contenuto. Visto il modo in cui è stato girato, il film consiste inevitabilmente di un’unica azione; non ha spazio dunque per la complessità e lo spessore intellettuale; qua e là si nota anzi una leggera tendenza allo stereotipo, per esempio nella descrizione del nemico. Questo non toglie nulla alla ricchezza umana di 1917, grazie anche alla bravura dei due protagonisti; ma gli impedisce (assieme a qualche piccola incongruenza nei presupposti della vicenda e a qualche caduta di stile nella seconda parte) di ambire allo statuto di capolavoro.

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Mea Culpa / 15 Giugno 2020 in 1917

Lo snobbai al cinema, mea culpa. Quando lessi che era anche questo un eterno piano sequenza, tutte le angoscie e le paure di un nuovo Birdman sono balzate fuori all’improvviso e l’ho evitato come la peste.
Mea culpa, ripeto.
Il film è una piccola opera d’arte, realizzato magistralmente e con una cura maniacale per i dettagli: le borracce rovinate , le divise tutte accuratamente diverse una dalle altre, i visi dei cadaveri , il fango che piano piano sporca e macchia i protagonisti.
Bellissima e molto varia la fotografia . Sontuoso Mckay , un pò meno Chapman.
L’unica critica che muovo è la netta separazione tra prima e seconda parte, diciamo pre e post sparo nel casermone dopo essere sceso dal camion(che se non erro è anche l’unico momento dove viene interrotto il piano sequenza a livello di “occhio umano”):molto meglio la prima parte, anche come credibilità e realismo.
Ma resta un film strabiliante, che sicuramente avrebbe reso al top al cinema (mea culpa, tris).
Eccezionali le comparsate di 5 pezzi da 90: Colin Firth ,Andrew Scott (il prete di Fleabag , ma dai!) , Mark Strong, Cumberbatch e Richard Madden.

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C’è da dire che…. / 16 Maggio 2020 in 1917

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film merita moltissimo per la tecnica e la bravura della regia e della fotografia.
Diciamo che il piano sequenza di tutto il film rende più intensa la storia e tutto il percorso dei protagonisti, portando con bravura ad essere anche noi protagonisti di quel viaggio esasperante, sempre in fuga e senza tregua.
Da notare per esempio la caduta dell’aereo nella fattoria, la sequenza del fiume, o l’incontro avuto negli scantinati durante la fuga notturna nella città distrutta: scene davvero emozionanti! Per non parlare della corsa finale fuori dalla trincea Per arrivare al Generale, durante i bombardamenti che avrebbe dovuto fermare: sicuramente questa tecnica di ripresa e altri lavoretti di post produzione fanno il lavoro grosso.
Perchè senza questo, per me sarebbe un buon film di guerra, anche molto lento.
7 nell’insieme.

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“Generale dietro la collina…” / 16 Aprile 2020 in 1917

“Generale dietro la collina
Ci sta la notte crucca e assassina
E in mezzo al prato c’è una contadina
Curva sul tramonto sembra una bambina
Di cinquant’anni e di cinque figli
Venuti al mondo come conigli
Partiti al mondo come soldati
E non ancora tornati”.
(Francesco De Gregori)

Circa 10 milioni nella prima guerra mondiale furono gli uomini “partiti al mondo come soldati” e che non sono tornati. La maggior parte di questi ne avrebbe fatto volentieri a meno: di partire e, soprattutto, di non tornare. Le loro storie e il dramma di essere eroi loro malgrado sono stati raccontati dal cinema. Capolavori: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, “Giorni di gloria”, ma anche “Uomini contro” ci hanno descritto l’angoscia della Grande Guerra. Perché non é vero, caro Francesco, che

“la guerra é bella anche se fa male”.

Il film di Mendes ci fa precipitare in una sorta di videogioco, che so “Doom”, “Call of Duty”? Parlo da inesperto, sono fermo al povero “Hunchback” del Commodore 64 che tentava di liberare la principessa tra inenarrabili difficoltà. Un algido, estetizzante gioco tecnico questo lunghissimo, finto piano sequenza che annulla ogni collocazione spazio/tempo, dove il personaggio non é eroe, perché non rischia: basta mettere l’opzione vite infinite.
Delusione.

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Estetica / 22 Marzo 2020 in 1917

Ho letto molte recensioni su questo film, alcune super positive altre super negative, senza vie di mezzo.
Premetto che mi approccio a questo tipo di film sempre con molto interesse, sono appassionata del genere, quindi mi entusiasma già solo l’idea di vedere qualcosa che tratti di Prima o Seconda Guerra Mondiale.
Per me l’estetica nel cinema conta molto, inutile negarlo, anzi, principalmente è la prima cosa che guardo, se poi la trama è esaltante allora la combo è perfetta.
E’ vero, ci sono dei buchi, la caratterizzazione dei personaggi non è ben delineata, anzi, direi che non si riesce ad empatizzare con il protagonista, almeno non fino in fondo – si prova pena a livello umano, in generale, per gli orrori della guerra che vengono mostrati nella pellicola, ma dei caratteri principali sappiamo ben poco.
Innegabile è però la bella estetica del film, la spettacolarità delle immagini. Un unico piano sequenza, artefatto sì, e che ricorda un po’ un videogioco in POV, ma senza dubbio d’effetto per lo spettatore. Quindi per me, già solo per questo, merita un voto alto, perché neanche per un secondo ho staccato gli occhi dallo schermo.

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