Recensione su 127 ore

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Trekking pericoloso / 14 Dicembre 2021 in 127 ore

Tratto da una storia vera.
Aron Ralston (James Franco) parte per una gita solitaria nel Blue John Canyon nello Utah; la giornata sembra procedere ottimamente, ha avuto anche un piacevole incontro con due ragazze, Kristi (Kate Mara) e Megan (Amber Tamblyn), ma l’imprevisto è dietro l’angolo.
Infatti mentre attraversa una gola, un grosso masso si smuove precipitandogli addosso e intrappolandogli il braccio destro; Aaron non riesce a muoversi e con il passare dei giorni (e le scorte che si assottigliano) dovrà prendere una drastica decisione.
Per certi versi qualcosa in comune con Buried, dove un uomo è intrappolato anche se in questo caso il motivo si conosce appieno; Danny Boyle soprattutto all’inizio si sofferma con inquadrature su dettagli (esempio il coltellino svizzero) che saranno poi importanti nel seguito. Aaron nonostante tutto, inizialmente riesce ad essere abbastanza lucido; prima con qualche tentativo per smuovere il masso, poi con il dosare l’acqua e il cibo. Nella sua agonia inizia a ricordare il rapporto con la sua famiglia, con la sua ragazza (Clemence Poesy) e le escursioniste di cui sopra; lo fa anche raccontando alla videocamera con anche qualche buona trovata (quella in cui si sdoppia tra ipotetico conduttore radiofonico e sè stesso). Nonostante la pellicola in solitaria (A parte qualche piccola eccezione), il film si mantiene vivo e interessante fino alla fine.
Qualche piccolo dubbio sull’azione finale (abbastanza cruda) ma per il resto non male.
Nel resto del cast da citare Treat Williams nei panni del padre di Aron, Lizzy Caplan è la sorellina Sonja.

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