13 Maggio 2015
Che seccatura non poter dare voti singoli! C’è un grande divario tra un corto e l’altro. Toccante e profondamente giusto quello di Mira Nair (India), tremendo e necessario quello di Ken Loach (Regno Unito), sorprendente e molto ben fatto quello di Sean Penn (USA). Belli e strani Iran e Giappone. Simpatico quello di Ouédraogo (Burkina Faso), zampillante di buone intenzioni ma piuttosto infantile quello di Shahin (Egitto). Avrebbero dato un contributo molto migliore con la propria assenza i corti di Gitai e Iñárritu: una vergogna che grida giustizia a Dio e agli uomini il primo, un esemplare di rara e del tutto inaspettata (vista la qualità del regista) idiozia il secondo, e non mi riferisco alla totale assenza di idee o a sceneggiatura e montaggio probabilmente frutto di una mezza giornata annoiata (“Da’, facciamo ‘sto corto, va…”), quanto a quel monito finale lanciato in arabo (quei cattivoni) che cozza violentemente con l’intelligenza e l’onestà storica dimostrate per esempio dai corti della Nair e di Imamura.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.