Recensione su No Time To Die

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Basta! / 21 Aprile 2022 in No Time To Die

La saga dello 007 di Daniel Craig si conclude in tono minore, con un film che si situa più o meno all’altezza del deludente Skyfall. L’azione si trascina stancamente per 160 minuti, con le pochissime scene d’azione degne di nota – in particolare quelle girate a Matera – troppo brevi e già viste e riviste nei troppi trailer che hanno riempito il lungo rinvio della prima. Si conferma l’errore di fare di questi film una serie, con gli episodi che sono ciascuno il sequel di quello precedente e non un’opera a sé stante: si perde originalità e freschezza, ci si trova prigionieri della trama che deve riunire i fili rimasti disciolti, e si costringe lo spettatore a ricordare dettagli visti in film risalenti a vari anni prima. Le motivazioni dei personaggi sono poi troppo complesse e poco credibili, con un’ambizione per la spiegazione psicologica che è totalmente inadatta al genere. Il finale – decisamente inedito per un film di Bond – è alla fine quasi liberatorio, malgrado il minaccioso annuncio che compare dopo i titoli di coda.
L’unico guizzo viene da Ana de Armas con Paloma, un personaggio che oltre alla mise strepitosa regala anche qualche sorpresa e qualche minuto di autentico divertimento.

2 commenti

  1. Stefania / 30 Agosto 2022

    Concordo in tutto e per tutto, anche sul commento sulla de Armas a cui hanno affidato il personaggio migliore del film, efficace e divertente (voglio credere che sia nato interamente dalla penna di Phoebe Waller-Bridge, perché, per certi versi, magari forzosamente -da parte mia- mi ha fatto venire in mente l’ironia della Villanelle di Killing Eve).

    • Achero / 31 Agosto 2022

      Mi spingerei ancora più in là: non solo Paloma è frutto interamente della penna di Phoebe Waller-Bridge, ma voglio credere anche che sia l’unico suo contributo alla sceneggiatura del film, che non porta altri segni della genialità di quell’autrice.

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