Il film che Hollywood vorrebbe fare. / 12 Dicembre 2015 in Assassination

Questo film è stato una sorpresa.
Visto durante un volo intercontinentale di 13 ore, Assassination di Choi Dong-hoon è stato una vera e propria scoperta. Il film è ambientato nel 1933, nel periodo storico in cui il Giappone aveva totale controllo sul paese. Yeom Seok-jin è un agente federale della Corea, ed è incaricato di assassinare le due figure più importanti del colonialismo giapponese: Kawaguchi Mamoru e Kang In-gook – per fare ciò arruolerà una squadra di sicari: la letale cecchina Ahn Oh-kyun, l’ultimo studente della scuola militare indipendente Chu Sang-ok detto “Big Gun”, e il sabotatore Hwang Deok-sam. Il titolo della recensione è tale perché, in 140 minuti, il film riesce a incarnare il lato più puro del cinema dal punto di vista dell’intrattenimento, creato anni fa da Hollywood e che negli ultimi anni non riesce a riprodurre. Il film è lungo ma mai noioso, ricco di colpi di scena e di intrighi; i personaggi riescono ad avere il loro spazio e la loro caratterizzazione, rendendoli piacevoli, e a creare un legame con lo spettatore, in modo che si riescano ad avere dei preferiti, e a rimane basiti quando uno di essi commette un colpo di scena; la regia e la scrittura è impostata per essere divertente, per intrattenere il pubblico, ricca di one punch line, mentre i monologhi ricchi di morale, retorica, e parole grandi ed epiche; le scene sono girate con un miscuglio di primi piani, tagli veloci, e di piani sequenza per enfatizzare scene d’azione e di spionaggio, ma allo stesso tempo riesce ad avere licenza artistica e a creare inquadrature simboliche e dettagliate con cui far emozionare lo spettatore con il solo utilizzo dell’immagine.
Insomma, ottimo cast, ottima regia, ottima sceneggiatura, semplicemente, un ottimo film.

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