J’accuse Showtime! / 30 Settembre 2019 in The Affair

The Affair è una storia di un amore extraconiugale ma per fortuna non è solo questo. Cercando di non spoilerare nulla più del minimo sindacale per spiegare di cosa si tratta, dico subito che la storia viene narrata attraverso i punti di vista dei due amanti, che sostanzialmente ci raccontano le stesse vicende ma con qualche lieve differenza, proprio come se i protagonisti stessero raccontando a turno a un amico/spettatore la loro relazione proibita. Guidati dal senso di colpa ognuno tende quindi a responsabilizzare di più l’altro per apparire più vittima del fato che artefice del vizio. A rilanciare il meccanismo narrativo a due voci arriva una svolta crime che evito di spoilerare, ma che suggerisce come le due versioni siano le ricostruzioni che i due amanti espongono al detective che indaga sul caso. Fin qui tutto bene, gli attori sono bravi e la storia coinvolge anche chi come me in genere non si appassiona alle storie d’amore. Poi però entra in scena Showtime, ossia il network che produce la serie. Siete tra quelli che credono che la qualità di una serie sia indipendente dal canale che la produce? Allora guardatevi le serie prodotte da Showtime: Dexter, Homeland, Shameless, Masters of Sex tutte serie di qualità che arrivate ad un cetro punto “svaccano” e allo spettatore viene in mente la fatidica domanda “Ma perchè non è finita prima quando era al top?”. Ecco la questione: Showtime cerca di spolpare il più possibile i suoi prodotti ordinando stagioni e stagioni anche quando il plot è esaurito e gli sceneggiatori avevano pensato di concludere prima. Ed è ciò che è successo a The Affair. Una volta risolta la questione crime con un bel finale che dà spessore e umanità ai personaggi (fine stagione 2), cade totalmente il senso della narrazione a due voci che invece continua senza logica rasentando il ridicolo (esempio,le versioni differiscono per il tipo di disegni canzonatori lasciati da un teppista sul volto di un personaggio…O_o). Nonostante ciò, la serie non svacca completamente, anzi. Le successive stagioni toccano apici di drammaticità che ho visto poche volte in altre serie, segno che gli sceneggiatori sono bravi, ma bravi davvero. La storia evolve, i personaggi mostrano un’umanità notevole tanto da sembrare di conoscerli veramente. E quando questo succede significa che la scrittura ha fatto centro e le interpretazioni sono ai massimi livelli. Cosa che confermo e per una serie non è affatto poco. Poi però ho letto le anticipazioni sulla stagione 5 e ho visto che farà un salto temporale di 30 anni. Ma Showtime, finirla prima proprio no eh?

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