Mad Men

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serie tvMad Men

New York, Manhattan. Madison Avenue è la strada delle grandi agenzie di pubblicità e i cosiddetti Mad Men sono gli uomini che lavorano ogni giorno in questi uffici per creare la nuova materia dei sogni che impregnano la cultura di massa, spingendo il pubblico all'acquisto di determinati prodotti. L'affascinante ed estremamente brillante Don Draper, sigaretta in una mano e bicchiere di whiskey nell'altra, è uno dei migliori creativi della città.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Mad Men
STAGIONI/EPISODI: 7 Stagioni , 92 episodi, conclusa
Durata episodi: 47 min., 45 min.
Attori principali: Jon Hamm, Elisabeth Moss, Vincent Kartheiser, January Jones, Christina Hendricks, Aaron Staton, Rich Sommer, Kiernan Shipka, Kevin Rahm, Christopher Stanley, Ben Feldman, Mason Vale Cotton, John Slattery, Jessica Paré, Robert Morse, Jay R. Ferguson, Paul Johansson, H. Richard Greene
Creata da: Matthew Weiner
Costumi: Janie Bryant
Produttore: Janet Leahy, Scott Hornbacher, Matthew Weiner
Produzione: Usa
Genere: Drama
Network: AMC

Dove vedere in streaming Mad Men

Dopo di ‘lui’, il nulla / 19 Ottobre 2017 in Mad Men

A distanza di qualche anno sono riuscito a terminare la visione di Mad Men; mi mancavano solo due stagioni, ma per rientrare nel mondo di “Don” Draper and company, ho trascorso gli ultimi mesi a rivederle tutte, che per la cronaca sono sette!
Probabilmente Mad Men, ancor oggi, resta una delle serie tv più belle e complesse mai realizzate, anche se in Italia, credo colpa la programmazione, non ha riscosso quel successo pienamente meritato negli USA (vedi anche i voti su NP!).
Raccontare la serie non è facile, perchè Mad Men racconta i grandi cambiamenti nella società americana avvenuti durante tutti gli anni sessanta, e lo fa attraverso le storie dei suoi personaggi, che sono, innegabilmente, proprio il suo punto di forza. Nella trama ritroviamo gli avvenimenti che hanno caratterizzato quel decennio, come il movimento per i diritti civili, il duello Kennedy-Nixon, l’assassinio di J. F. Kennedy e di M. L. King, il mitico incontro tra Cassius Clay e Sonny Liston, la morte di Marilyn Monroe, la crisi di Cuba, il Vietnam, ma anche l’approvazione della pillola anticoncezionale e il primo rapporto medico sui danni da fumo, oppure i Beatles a New York e gli omicidi di Richard Speck (Mindhunter). Tutti questi avvenimenti sono vissuti e raccontati dai protagonisti ed integrati nella trama così bene da sembrare fiction o al contrario da far sembrare reale la fiction.
Mad Men è ambientata, come già detto, negli anni sessanta ed è incentrata sulle vicende, pubbliche e private, dei proprietari e di alcuni dipendenti di una importante agenzia pubblicitaria, la Sterling Cooper. Questa scelta, da parte degli autori, non è stata casuale, la pubblicità è sempre stata lo specchio della società e proprio in quegli anni assistiamo a grossi cambiamenti in merito, ad esempio prende sempre più piede il moderno spot televisivo e viene vietata la pubblicità delle sigarette. A proposito di fumo, assieme all’alcol è il protagonista assoluto delle prime stagioni. Si fuma e si beve in ogni scena. Non c’è luogo dove non si possa fumare (ufficio, ascensore, aereo, cinema) o dove i protagonisti non accendono una sigaretta tenendo in mano un bicchiere con qualche superalcolico.
Come già accennato, il punto di forza di Mad Men sono tutti i suoi personaggi, la loro caratterizzazione è impressionante. Nulla è casuale, ogni personaggio, ogni dialogo hanno una loro funzione nello svolgimento della trama, e prima o poi tutto torna ad avere una logica ben precisa. Non sono un esperto, ma credo che dietro tutto questo ci sia un lavoro immane e minuzioso da parte di autori e sceneggiatori.
Donald “Don” Draper (Jon Hamm), sicuramente il personaggio più complesso della serie, ma non solo, probabilmente tra i più complessi mai realizzati per una serie tv. Affascinante pubblicitario di Madison Avenue (New York) con un passato tutto da scoprire.
Peggy Olson (Elisabeth Moss), inizialmente una segretaria puritana ed insicura, ma lavoratrice infaticabile e produttiva, con il tempo si trasforma e diventa tutt’altro. Anch’essa con qualche scheletro nell’armadio. Probabilmente l’unica donna che riesce veramente a capire chi è Don e l’unica donna con la quale Don riesce ad essere se stesso.
Pete Campbell (Vincent Kartheiser), account executive molto ambizioso, riesce a farsi odiare da tutti, anche lui con una vita privata non facile. I suoi rapporti con Don sono di odio e amore, ma come lui, non accetta sconfitte.
Roger Sterling (John Slattery), co-fondatore della Sterling Cooper, pieno di soldi, sposato, ma donnaiolo impenitente. Forte bevitore, nel senso che beve più di tutti gli altri protagonisti!
Joan Holloway (Christina Hendricks), office manager di bella presenza, sicuramente tra i personaggi più carismatici, ma molto vicino allo stereotipo della donna di quegli anni in un ambiente lavorativo che è ancora molto maschilista.
Questi sono solo alcuni dei personaggi che si muovono nella serie, infatti Mad Men è una serie corale e ognuno di loro non è mai fuori post, ma ha precisa collocazione nello svolgersi della trama, e quando pensi di aver capito un personaggio, ti accorgi che sbagli, non hai capito un bel nulla. Non ci sono buoni o cattivi, ma storie personali complesse che determinano stati d’animo momentaneamente positivi o negativi, e poi le opportunità, che rendono l’uomo buono o cattivo agli occhi di chi lo guarda.
Per quanto riguarda il finale, l’ho trovato il modo migliore per chiudere questa serie. Scena finale alquanto nostalgica per quelli che come me nel 1971 guardavano la tv 🙂
Merita sicuramente la visione.

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Sono il capitano della mia anima / 20 Ottobre 2015 in Mad Men

A poche ore dalla visione dell’ultimo episodio dell’ultima stagione di Mad Men, mi sento ancora una volta (televisivamente) orfana.
Don Draper è un altro di quei (pochi) personaggi che mi mancherà tremendamente, da oggi in poi: costituirà un altro termine di paragone quando mi troverò a valutare la buona o cattiva definizione di un personaggio seriale, perché Weiner e soci, con lui, hanno fatto un lavoro di complicato cesello difficilmente eguagliabile.
La sua epopea è stata una delle più curiose che abbia mai visto finora, perché è corsa parallela ad un decennio di cambiamenti di costume e sociali fondamentali non solo per gli Stati Uniti: le soap opera fondamentalmente fedifraghe che sottendono la sua storia sono poco più di un pretesto per fornire ripetuti punti di vista su un contesto in sconvolgente evoluzione di cui vengono illustrati, con intensa eleganza formale ed un’attenzione al dettaglio di colore al limite della monomania, tutti i passaggi fondamentali, dall’emancipazione femminile in ambito famigliare e lavorativo, alla conquista del mercato internazionale da parte di specifiche lobby, fino all’antimilitarismo.
Mad Men è una serie che si basa su continue contraddizioni e chiaroscuri: nessun personaggio in gioco è mai, dico mai, pienamente positivo o negativo. Nella loro irrealtà, tutti sono estremamente umani, e quindi fallaci, discutibili, imperfetti, amorali. Come chiunque, a conti fatti.
Benché non ritenga che l’ultima sia nel complesso la migliore tra le sette stagioni, mi rendo conto che, con il suo finale estremamente aperto, sia profondamente coerente con la filosofia di fondo che la sottende: ognuno è l’artefice del proprio destino, costi quel che costi.

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Estetica, stile, gusto / 26 Maggio 2015 in Mad Men

Una vera perla del suo genere. 8/10 perché mi aspettavo meno stagioni e quindi una storia meno lunga e più intensa.