We’re British, darling, we don’t need any diary / 15 Febbraio 2017 in Being Human

Molto buono in partenza già solo per il concept che all’epoca del lancio doveva essere piuttosto atipico rispetto allo standard in circolazione, si perde purtroppo (o prevedibilmente?) per strada già dalla fine della stagione 3. Il turnover del cast a partire dalla stagione 4, poi, invece di dare una ventata di freschezza ha solo il risultato di appesantire la narrazione divenuta più drammatica e prevedibile se rapportata allo humor nero delle prime due stagioni. Comunque si mantiene superiore alla media dei prodotti coevi made in USA, la ‘mano europea’ è tutta un’altra roba e si vede; matte risate per le geniali battute British, personaggi tridimensionali e spunti di riflessione effettivamente non scontati, soprattutto nelle prime tre stagioni.
Ideale per chi ha la nausea verso diabetiche lovestory a base di sovrannaturali puccettosi appena usciti da un servizio fotografico di CalvinKlein.

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