Recensione su Unbroken

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Assez Joli(e) / 9 Dicembre 2016 in Unbroken

Angelina Jolie, alla sua terza fatica da regista, sforna una discreta pellicola che ha il suo più grande pregio nel fatto di rappresentare una storia vera in modo credibile, per quanto apparentemente incredibile.
È la storia di Louie Zamperini, sceneggiata niente meno che dai fratelli Coen (insieme a Richard LaGravenese e William Nicholson).
Zamperini è quasi un Forrest Gump della generazione precedente, di cui si ripercorre la vita tra l’infanzia ghettizzata per il fatto di essere un italo-americano, la giovinezza in cui vengono a galla le capacità atletiche che lo porteranno all’Olimpiade di Berlino del ’36, e infine la maturità, con il coinvolgimento nella seconda guerra mondiale, in occasione della quale vivrà una doppia esperienza di prigionia: prima nell’Oceano Pacifico, dove in seguito ad un incidente aereo sarà messo a dura prova il suo spirito di sopravvivenza; poi quella nel campo di internamento giapponese.
Regia discreta, convenzionale.
Attori giovani che se la cavano egregiamente.
Parecchi i sensi di dejavu durante la visione: da Forrest Gump, per l’appunto, all’All is lost con Robert Redford fino a – per quanto riguarda la seconda parte – il Furyo di Nagisa Oshima e Il ponte sul fiume Kwai di David Lean.

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