Recensione su Tusk

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Follia cammina con me. / 20 Maggio 2015 in Tusk

Ah, Kevin Smith, che pazzoide!
Dal suo esordio cinematografico, il folgorante Clerks nel 1994, ha sempre (o quasi) mantenuto un suo stile inimitabile. Difatti Smith può essere definito “il re del grottesco”, o almeno colui che ha portato cose nuove e modificato questo stile.
Tusk è un film folle. Che parte come una commedia ma piano piano diventa un film grottesco, con sfumature di horror incredibili.
Dialoghi e sceneggiatura perfetti, attori fantastici, a partire dal protagonista Jusin Long, al suo amico Haley Joel Osment (il ragazzino de “Il sesto senso”) , fino ad arrivare allo straordinario Michael Parks. Da aggiungere il personaggio incredibile di Johnny Depp, in un ruolo assurdo.
Da notare anche il rapporto che si ha tra canadesi e americani, che in questo è affrontato benissimo: i canadesi vedono gli americani come un popolo ignorante e arrogante, e viceversa il popolo a stelle e strisce vede gli altri come un popolo noioso e quasi triste.
Film pazzesco, da vedere e rivedere per capire ciò che voleva farci trasmettere il regista. Unico.

6 commenti

  1. Stefania / 25 Maggio 2015

    E cosa voleva trasmetterci il regista? 😀 (sempre che volesse “trasmettere” qualcosa… )

  2. mark renton / 25 Maggio 2015

    Di come si può passare da essere una persona normale e per bene a essere uno stronzo arrogante (il nostro protagonista è così fino all’intervista col vecchio: difatti prima di diventare “famoso” per la sua radio era un perfetto sconosciuto, poi grazie alla sua fama è cambiato in peggio e glielo ricorda molte volte anche la sua ragazza) . E di come solo essendo un altro, un “diverso”, in questo caso un tricheco, si possono capire gli errori commessi in passato. Ripeto: va visto e rivisto per rivalutarlo. 🙂

    • Stefania / 26 Maggio 2015

      @mark-renton: figurati! Guardando questo film, ho già sprecato un’ora e mezza della mia vita, non intendo dedicargli altro tempo 😀 Vederlo e rivederlo per cavarne cosa? Non ho colto sottotesti da sviscerare o significati nascosti da scoprire (acidisssssssima 😀 ).
      Ovviamente, è una mia opinione, ma a parer mio questo film non “insegna” nulla: l’approfondimento psicologico dei personaggi è latente, lo sviluppo horror e thriller sono risibili (è la prima volta in un film che vedo: 1. un killer lasciare così in bella vista lo strumento fondamentale perché la vittima possa trovare una possibile via di fuga; 2. qualcuno avere a disposizione un telefono per chiamare aiuto e perdere tempo a fornire dettagli inutili a chi potrebbe salvarlo. Prova a cronometrare il tempo che trascorre al cellulare con la fidanzata, senza che la telefonata sia di fondamentale aiuto per lui: anche a voler leggere “ironicamente” la sequenza, non ho potuto che provare un grande fastidio per la stupidità del protagonista, ergo per l’inconcludenza dello script), il film non ha una morale perché il protagonista, per quanto insopportabile, non commette un errore in particolare, è solo sfortunato ad essere capitato nelle mani di un pazzo. Probabilmente, la cosa sarebbe accaduta a chiunque altro, con o senza “colpe/decrescite morali”: il caso ha voluto che fosse ‘sto debosciato a trovare il numero di telefono del tizio, il piano folle del personaggio di Parks non ha intenti educativi (perché chiunque, anche la “persona-più-incolpevole-del-mondo”, pagherebbe oro per poter tornare indietro e godersi di più e meglio, se possibile, la vita ante-tricheco) e, di conseguenza (sempre secondo me), non ne ha neppure il film . Il difetto grosso di Tusk è che esaurisce presto le sue ottime premesse ed ha identità incerta (non è ne horror, né grottesco, non è una commedia, né un dramma). Mi aspettavo molto di più da Smith, dopo Red State (se non lo hai visto, mi permetto di consigliartelo 😉 ).

  3. mark renton / 26 Maggio 2015

    Io ci ho trovato questo, non so… mi è piaciuto!
    Red State visto… filmone!!

  4. mark renton / 2 Giugno 2015

    Senza ombra di dubbio!! 🙂 🙂

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