Recensione su Taxi Driver

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L’apice del capolavoro…. 10 / 21 Luglio 2016 in Taxi Driver

Rivisto oggi per la milionesima volta, finalmente mi accingo a scrivere la mia personale recensione di questo gioiello del cinema.
Premettendo che secondo me è la miglior interpretazione di De Niro e il miglior film della sua collaborazione con Scorsese, aggiungo che in questa pellicola trovo sintetizzati quasi tutti i miei miti (New York, De Niro, Scorsese, il cinema, l’America degli anni 70…).
Leggendo gli altri commenti noto molte opinioni e alcune contrastanti, ma questo film va guardato con occhi particolari, appunto per il suo essere sopra le righe. La regia che ci regala Scorsese è piena di arte: la fotografia, movimenti di macchina, colori e suoni (provate a rivedervelo in lingua originale… da pelle d’oca!) insomma merita un occhiata molto nel profondo.

Samo tutti Travis Bickle: a volte soli, emarginati, solitari, incapaci di relazionarci, vendicativi, giustizieri… e già in questo nasce un affinità tra spettatore e personaggio che va oltre la storia. E vediamo un De Niro trentenne, dannatamente affascinante, smilzo, avvilito e espressivamente sublime (si, questo termine ci sta tutto…). Il suo “Are you talkin’ to me?” è entrato nella storia del cinema, la frase cult che tutti credo conoscano.
guardatelo dritto negli occhi quando medita di “salvare” Iris (una debuttante e incantevole Jodie Foster!) dalla perdizione e dal peccato.
Poi le carrellate notturne in taxi, nella New York schifosa, come la descrive Travis, corrotta dala politica, dagli spacciatori e cosi via…

Potrei scrivere per ore di questa pellicola, che ho avuto la voglia di rivedere tutta in lingua originale per captarne ancora di più il senso e la magia, per assorbire a fondo i dialoghi, le musiche e i suoni della città.

Un 10. Non perché è un capolavoro, ma perchè qui c’è l’essenza, di De Niro, del cinema, della regia di Scorsese, di New York. Qui c’è tutto. Magia e dolore. Amore e sofferenza. Cinema e arte.
10. 10. 10. Per anni ancora.

2 commenti

  1. Irrilevant / 21 Luglio 2016

    Concordo sul 10. Un film attualissimo nonostante i suoi 40 anni, che ci racconta della profonda solitudine dell’uomo, ma soprattutto dell’incapacità del prossimo di empatizzare con esso, di aiutarlo e comprenderlo.
    Inadeguatezza e follia sembrano spingere Travis verso il baratro ma una profonda sete di giustizia costituirà infine il suo riscatto.
    La rivincita di Travis saranno il rispetto e l’ammirazione di Betsy per il suo eroismo lungo quell’ultima corsa in taxy, massima esemplificazione di un umanità che ti giudica solo per quello che rappresenti e non non per chi sei veramente. La corsa è gratis, perchè realizzare che una donna che hai desiderato per la sua bellezza è in realtà spiritualmente inferiore a te non può avere alcun prezzo.
    In quel geniale fast forward (rewind?) finale attraverso lo specchietto, ognuno di noi può fare i conti con la propria propria anima.
    Arte allo stato puro.

  2. Mr.Walty / 21 Luglio 2016

    Nella mia recensione, tra parole eparole, ho dimenticato di citare la modesta (e allo stesso tempo superba) superiorità di Travis nel rivedere Betsy…che si perde in un bicchier d’acqua solo dal suo sguardo… l’hai descritta benissimo questa scena: “La corsa è gratis, perchè realizzare che una donna che hai desiderato per la sua bellezza è in realtà spiritualmente inferiore a te non può avere alcun prezzo.”
    Mi hai tolto le parole di bocca.
    Ebbene si, sono di parte perchè adoro De Niro, ma questa pellicola dopo 40 anni è davvero attuale e memorabile. E lo resterà.
    Grazie @irrilevant 😉

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