Recensione su Reality

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5 Novembre 2012

Se guardando il trailer qualcuno pensasse di andare a vedere un film “allegro ” potrebbe forse restare profondamente deluso. Si ride anche , perché alcune situazioni sono comiche e la parlata napoletana dispone di per sé al buon umore , ma la “sindrome da (mancato) palcoscenico” che si abbatte su Luciano , un pescivendolo con una bella famiglia ed una moglie che lo ama , nella sua frustrante attesa di una sperata convocazione nel cast de Il grande fratello portandolo alla depressione , anche se trattata in maniera scanzonata è argomento tutt’altro che comico.
In questa allegoria del riscatto sociale conquistato attraverso fuorvianti ed effimeri “status symbol” la tematica del film mi ha ricordato quella di “E’ stato il figlio” di Ciprì anch’esso presentato al festival di Venezia , ma a parte l’ostentazione della pinguedine e del grottesco di alcuni personaggi, comune in entrambe le pellicole, la similitudine finisce qui.
Un cast costituito da perfetti sconosciuti , peraltro bravissimi , dove fa spicco il Luciano reso da Aniello Arena che , come è ormai noto, è detenuto nel carcere di Volterra con una condanna all’ergastolo.
Un film che non passerà alla storia del cinema ma sicuramente godibilissimo .

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