Recensione su Prisoners

/ 20137.6407 voti

Prisoners: thriller narrativamente fiacco. / 8 Dicembre 2014 in Prisoners

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Chissà cosa mi aspettavo da questo lunghissimo film di Villeneuve.
Certo è cosa non volevo trovare e, invece, ho dovuto sorbirmi.
Tra personaggi tagliati con l’accetta e qualche involuzione narrativa, sul podio metto lo spiegone.
Dicesi spiegone quella curiosa pratica messa in atto per tirare le fila di un discorso che, non so come mai, gli sceneggiatori non riescono quasi ad evitare quando si apprestano a chiudere un cerchio.
Davvero non esiste un’alternativa allo spiegone? Mi rivolgo a chi studia cinematografia, a esperti del settore, a chiunque abbia dimestichezza con i mezzi semantici del cinema.
Non so, ma, secondo me, uno spiegone davvero ben fatto e sui generis è quello de I soliti sospetti: lo spettatore intuisce tutto insieme al detective, in un montaggio di immagini e indizi davvero efficace, senza frasi ad effetto e dilatazione insensata di un finale che sembra inevitabile solo perché bisogna descrivere per filo e per segno cosa il malandrino di turno aveva in mente.
Eppure, ne La donna che canta, mi era parso che Villeneuve avesse fatto abbastanza proprio il concetto.

Insomma, secondo me Prisoners è un thriller narrativamente abbastanza mediocre, interpretato comunque sufficientemente bene, altrettanto ben fotografato, con qualche bel movimento di macchina, ma privo di qualsiasi peculiarità non solo cinematografica che esuli dalla morbosità della vicenda in sé (ovvero, le dinamiche proprie del fatto di cronaca, come il modus operandi del rapitore, le sue “motivazioni”, il numero delle vittime, ecc.).
Quel che intendo dire è che, tolta l’ “originalità” della storia, ben poco resta.

Anche il titolo, in conclusione, è abbastanza didascalico: tutti i personaggi sono prigionieri di qualcosa. Le bambine di un rapitore, Jackman del suo ruolo di eroe famigliare costretto a fare sempre la cosa giusta, Gyllenhaal della sua professione e di un superiore stolido, Dano – possibile che mi susciti sempre repulsione fisica? Qui, va beh, era necessario, ma quando lo vedo, io… brrrr… – di Jackman, ecc.
Tutto. Villeneuve deve spiegare tutto. Pare sia più forte di lui.

11 commenti

  1. Peter Lee / 25 Novembre 2015

    Visto ieri,anche io non sopporto gli “spiegoni” finali, come in questo caso, mail film l’ho trovato interessante e Villeneuve un ottimo giovane regista,sono curioso di vedere il suo Sicario.

    • Stefania / 25 Novembre 2015

      @peterlee: sono convinta che Villeneuve possa fare molto meglio di così. Infatti, intendo recuperare entrambi i lavori successivi a questo, Enemy e, appunto, Sicario e vedere se, per quel che mi riguarda, ha saputo raddrizzare certe “storture”.

  2. paolodelventosoest / 2 Maggio 2016

    Spesso siamo d’accordo sulla valutazione di un film, ma talvolta viaggiamo proprio su due binari paralleli 😀 La chiave forse sta proprio sul modo in cui si guarda un thriller, ovvero cosa ci si aspetta da un film del genere. Quello che tu definisci ‘spiegone’ ad esempio a me sembra necessario; sono poco interessato a ‘partecipare attivamente’ all’indagine, voglio essere semplicemente tenuto immerso nel liquido amniotico della tensione e voglio che un regista eviti bucce di banana che mandano a monte la credibilità di una storia. Lo svelamento finale è posto sotto la lente da veterani giallisti, io mi accontento di soluzioni verosimili (e qui ci siamo). Se qualcosa può turbare la suspension of disbelief, qui potrebbe essere il trucco della Leo; Villeneuve con questa soluzione ci mostra subito un personaggio ‘finto’, ed è quasi naturale che si sospetti qualcosa da subito. Però ripeto, uno spettatore come me, così poco sherlockiano, non si scompone più di tanto 🙂

    • Stefania / 2 Maggio 2016

      @paolodelventosoest: in generale, sia al cinema che in letteratura, non apprezzo il didascalismo 🙂 Quando lo spiegone è tanto dettagliato e, soprattutto, è concentrato in un solo momento del film, mi cascano le braccia (specialmente se si tratta di un film di recente produzione: ormai, di esperienza, in termini di sceneggiatura, se n’è fatta, mi dico 🙂 ).
      Esempio banalissimo (il primo che mi viene in mente), forse narrativamente non del tutto attinente, ma, al di là della trama, sia il genere di appartenenza che il contesto sociale si somigliano: in un thriller come Il silenzio degli innocenti, ragioni, turbe, morbosità varie ed eventuali del serial killer vengono srotolate lungo il film, il disvelamento parziale e progressivo nulla toglie ai vari colpi di scena e permettono allo spettatore di sentire nascere in sé sentimenti contrastanti (pietà e repulsione) nei confronti dell’assassino. Qui, la tipa è “solo” una pazza che usa tot minuti di film per spiegare quanto è malata e quanto si crede furba 🙂 è una soluzione narrativa troppo facile, a fronte di altri passaggi del film decisamente più complessi dal punto di vista psicologico: è un accomodamento che, povera me, trovo sempre sempre sempre fastidioso e che, mettendola sul personale :D, mi sembra puntualmente una specie di mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore (lo leggo come una volontà/incapacità di imbastire diversamente la “costruzione della colpa”: anche letto in forma di inconscia confessione, per me, lo spiegone fatto dal cattivo di turno è davvero una brutta soluzione).

      • paolodelventosoest / 2 Maggio 2016

        Però, @Stefania, bisogna riconoscere che il tipo di film richiedeva una soluzione negli ultimi minuti e non uno svelamento progressivo. Ne “Il silenzio degli innocenti” viene privilegiato il punto di vista dell’indagine pezzo dopo pezzo, ed è giusto che di Buffalo Bill (brrr…) vengano svelati alcuni dettagli visivamente (la strepitosa scena del balletto davanti lo specchio), perchè lo spettatore viene fatto parte della soluzione, ne sappiamo più noi dell’agente Sterling. Qui Villeneuve mantiene tutto rigorosamente impacchettato nel mistero più buio e sconfortante, privilegiando quindi il disorientamento del “Dove sono le bambine?” sul thrilling “Oddio, no, no, Jodie Foster cazzo no, non andare sola là dentro!”. Mi sembra che questo tipo di racconto abbia bisogno – per forza di cose – di una spiegazione finale, che per te sarà “spiegone” ma insomma non mi pareva tutta sta disascalia onestamente.

        • Stefania / 2 Maggio 2016

          @paolodelventosoest: appunto: Villeneuve ha impostato il film per dare allo spettatore uno spiegone finale. L’ha fatto volontariamente. Che desolazione 🙂
          Lo spiegone è didascalico per natura, dato che consiste nel dedicare tot minuti di film per dire per filo e per segno allo spettatore perché tizio ha fatto cosa e perché: credo che, talvolta, se la cosa viene fatta “bene”, lasciare alla fantasia dello spettatore l’impegno di “realizzare da sé” cosa è accaduto/sta accadendo senza sottoporgli i perché e i percome in maniera tanto esplicita sia encomiabile.
          Guarda, prima di risponderti, in precedenza, non avevo neppure riletto la mia recensione: lì, cito I soliti sospetti. Se l’esempio del film di Demme non ti soddisfa, quello dovrebbe essere ancora più calzante.

          • paolodelventosoest / 2 Maggio 2016

            Uh dovrei rivederlo. Credo che la mia visione del film di Singer risalga a una ventina d’anni fa :-/

  3. Stefania / 2 Maggio 2016

    @paolodelventosoest: ho l’impressione che sul film di Singer non dissenteremo granché 😉

  4. Mrs Pignon / 9 Giugno 2017

    Sarà la stanchezza, la comodità del divano, la noia ma io lo spiegone me lo sono perso.
    Il film mi è piaciuto e devo dire che mi sono concentrato sulla vita claustrofobica del poliziotto ( Jake Gyllenhaal sempre bravo in questi ruoli ), o riletto il tuo spiegone sullo spiegone 😉 ed ogni volta metti in dubbio le mie poche certezze, comunque ti do ragione sul fatto che lo script poteva essere fatto meglio e non finire ad imbuto, ma il finale non mi è dispiaciuto.
    Ciao
    always precoius girl

    • Stefania / 9 Giugno 2017

      @zaitochi: 😀
      [SPOILER SPOILER SPOILER]
      Lo spiegone a cui faccio riferimento è il discorso che la vecchia fa a… oimemì, non lo ricordo più, forse a Jackman?
      Va beh, insomma, la sequenza in cui la tipa spiega con strafottenza a qualcuno come e quando ha rapito Paul Dano, per intenderci.
      Mi fa piacere che Nientepopcorn.it si riveli utile anche per vedere un film o una serie tv da diversi punti di vista diversi da propri o prendendo in considerazione dettagli tralasciati in prima battuta: a me, in questo senso, serve spessissimo! 🙂

  5. Mrs Pignon / 9 Giugno 2017

    Si NP è utile per vedere i punti di vista ma anche in che modo uno guarda il film, insomma mi piace, anche l’educazione dei membri. Sono d’accordo con te!!!
    E i tuoi spiegoni sono sempre graditi perché mai banali 😉
    Si Minervini merita davvero almeno per me e Luisiana è un altro bel film antropologico su una america a noi lontana, sconosciuta, c’è molta narrativa nel suo girare il film. Sembrano racconti di certa narrativa americana a me cara.
    Spero che possa farne un altro su gli indiani è le mescolanze etniche.
    Mo me guardo Wonderwoman….un pò di leggerezza 😉

Lascia un commento