“The Young Pope”: il Papa santo e dannato di Paolo Sorrentino

Il regista napoletano, alla sua prima esperienza televisiva, ha diretto Jude Law e una schiera di bravi attori italiani e internazionali in una serie a episodi che si propone di mostrare al pubblico una religiosità inedita. Nientepopcorn.it era presente alla conferenza stampa romana: ecco il nostro racconto.

“The Young Pope”: il Papa santo e dannato di Paolo Sorrentino

ALLA SCOPERTA DI “THE YOUNG POPE”

THE YOUNG POPE, la serie tv firmata da Paolo Sorrentino, regista premio Oscar con LA GRANDE BELLEZZA (2013), è stata presentata in anteprima alla recente Mostra del Cinema di Venezia, dove sono stati proiettati i primi due dei dieci episodi che la compongono, e debutterà sugli schermi italiani il 21 ottobre,sul canale Sky Atlantic.
Per presentare al pubblico la serie tv, il 10 ottobre, Sky ha organizzato a Roma un evento ad hoc moderato da Gianni Canova a cui sono intervenuti Sorrentino e gran parte del cast: oltre al protagonista, il giovane Papa Jude Law, sono intervenuti anche Silvio Orlando (il Cardinale Voiello), Scott Shepherd (il Cardinale Dussolier), Cécile de France (Sofia), Javier Cámara (il Cardinale Gutierrez), Ludivine Sagnier (Esther) e il produttore esecutivo Lorenzo Mieli.
Anche Nientepopcorn.it era presente all’evento: ecco il nostro racconto.

“THE YOUNG POPE”: LA PRIMA SERIE TV DI SORRENTINO

Paolo Sorrentino sbarca sul piccolo schermo con THE YOUNG POPE, una serie tv che non ha l’intenzione di provocare i suoi spettatori, ma che, volente o nolente, lo fa, eccome.
Con un prodotto degno delle grandi produzioni americane, il regista napoletano entra a far parte di quella che (prendendo a prestito una recente dichiarazione del regista Ron Howard) ormai viene definita la “nuova primavera del cinema e della televisione italiana”. La serie è costata 40 milioni di euro, per la maggior parte di origine internazionale, ma investiti quasi interamente in risorse italiane: THE YOUNG POPE è una scommessa sulle capacità delle grandi produzioni del nostro Paese.
Sorrentino, creatore, sceneggiatore (insieme a Umberto Contarello, Tony Grisoni e Stefano Rulli) e regista della serie tv, ha descritto il progetto esprimendo appieno la sua dimensione artistica, creativa ed economica: “È un lavoro monumentale ed è stato possibile grazie ad uno sforzo collettivo promosso da Sky. La troupe, la mia abituale, si è sottoposta ad un sacrificio non comune. Il cast è splendido: è un gruppo di attori non soltanto eccellente, ma anche e soprattutto straordinario sul piano umano. Voglio ringraziare anche gli attori che hanno avuto ruoli minori, ma che sono stati davvero fondamentali”.

Jude Law parla della sua esperienza con Paolo Sorrentino, rivolgendosi al regista e al moderatore dell'incontro, Gianni Canova

Jude Law parla della sua esperienza con Paolo Sorrentino, rivolgendosi al regista e al moderatore dell’incontro, Gianni Canova

SORRENTINO E IL PASSAGGIO DAL GRANDE AL PICCOLO SCHERMO

Sorrentino affronta per la prima volta il passaggio dallo schermo spettacolare della sala cinematografica al piccolo schermo casalingo. Si tratta di una produzione televisiva d’eccellenza che, per qualità e complessità, non ha nulla da invidiare a quelle cinematografiche, ma si tratta comunque dell’uso di un mezzo di trasmissione diverso: “Quest’opportunità che mi è stata data”, ha commentato il regista, “consente di fare quello che prima si poteva fare più facilmente: un cinema d’autore poderoso, lunghissimo. L’opportunità è quella di spostare questo lavoro poderoso nella televisione”.
Tale possibilità è arrivata dall’impegno di tre grandi partner come il gruppo britannico Sky, il canale francese Canal+ e lo statunitense HBO: si tratta di uno sforzo che non passa davvero inosservato. Per fare questo tipo di televisione serve libertà creativa e una disponibilità economica importante, ha spiegato Sorrentino. “Il primo produttore ad essere coinvolto è stato Sky, ma la mole di lavoro e la necessità economica ha portato con sé il bisogno di altri partner: HBO si trova alla sua prima produzione nell’Europa continentale”.

Jude Law nei panni di Lenny Belardo, alias Papa Pio XIII, sul set di 'The Young Pope'

Jude Law nei panni di Lenny Belardo, alias Papa Pio XIII, sul set di ‘The Young Pope’

JUDE LAW, UN PAPA SANTO E DANNATO

Un elemento fondamentale della serie è il talento e la peculiarità con cui l’attore britannico Jude Law ha affrontato il suo personaggio. L’italoamericano Lenny Belardo è appena diventato Pontefice della Chiesa di Roma con il titolo di Pio XIII: ha appena 47 anni. Oltre ad essere tanto giovane, è anche il primo papa statunitense della storia.
Per Jude Law, si è trattato di un ruolo non facile da affrontare: “Prima di tutto ho voluto educare meglio me stesso sulla storia del Vaticano, sulla storia dei Papi, su come i Papi del passato abbiamo influito sulla Fede dei cattolici”, ha spiegato l’attore. “All’inizio c’è stato il panico, perché la mole di lavoro era tantissima e sembrava non darmi nessuna indicazione su come muovermi. Non avevo idea di chi fosse questo Papa, di come fosse il personaggio. Mi sono fatto guidare da Paolo e dalla sua regia, mi sono affidato completamente a lui, per costruire un uomo che fosse credibile, che, neppure cinquantenne, potesse credibilmente arrivare al papato guardando al suo passato da orfano. Ho dovuto stabilire una serie di regole di comportamento. Ho dovuto stabilire chi Belardo era pronto ad accogliere e chi invece era pronto ad escludere. Il senso è poi lasciare tutti ad interrogarsi su quello che gli passa per la testa”.
Il Pontefice protagonista della serie è un personaggio saturo di contraddizioni: in sostanza, può essere definito un rivoluzionario reazionario. Jude Law ha commentato: “Mi è sembrato necessario capire le sue contraddizioni, piuttosto che interpretarle solo come attore. Tutti abbiamo contraddizioni, non ho cercato di seppellirmi nelle sue, ma mi sono impegnato a trasmetterle. La cosa che lo caratterizza di più è che non è un bugiardo: Lenny non mente mai. Per questo motivo, se dice che crede in qualcosa, significa che ci crede veramente e questa è la cosa importante: capire come sia possibile per lui, a volte, credere in cose totalmente opposte.

Javier Càmara, Ludivine Sagnier, Gianni Canova e Paolo Sorrentino

Javier Càmara, Ludivine Sagnier, Gianni Canova e Paolo Sorrentino

 

IL RAPPORTO TRA REGISTI E ATTORI SUL SET DI “THE YOUNG POPE”

Nel corso dell’evento romano, è stato mostrato un video relativo al backstage del film. Tra momenti divertenti e complicatissime scene da girare, è stato possibile vedere quanto Jude Law sia un attore attivo sul set. Molto spesso, infatti, non sono mancati i suggerimenti o i consigli che Sorrentino stesso non ha disdegnato di accettare. Il regista, molto ironicamente, al termine del filmato ha commentato: “Come avete potuto vedere il regista è Jude Law, io dico solo ‘yes’ ogni tanto e gioco a calcio.
La chimica tra regista e protagonista traspare sicuramente in un risultato finale caratterizzato da un’estrema qualità. Stando alle parole di Jude Law: “La relazione tra attore e regista cambia in base al regista. In questa situazione siamo stati incredibilmente fortunati. Sono arrivato in questa produzione provando un’ammirazione incredibile per Paolo e la sua visione. È vero che, in molti casi, il rapporto di odio-amore tra attore e regista può portare a grandi cose, ma da parte mia preferisco lavorare in un ambiente armonioso e questo è stato l’esempio migliore. L’attore è il medium del regista e deve capire quello che il regista vuole. Parlavo così tanto sul set, perché volevo essere sicuro di aver capito cosa voleva il regista e poterlo fare al meglio”.

Javier Càmara, Ludivine Sagnier, Gianni Canova e Paolo Sorrentino

Jude Law in una scena di ‘The Young Pope’

L’ESTETICA DI SORRENTINO E LA RAPPRESENTAZIONE DEL CLERO

In THE YOUNG POPE, è preponderante l’estetica tipica di Paolo Sorrentino: si tratta di un’attenzione ai dettagli e alla forma che caratterizza il suo cinema e, ora, anche la sua televisione. THE YOUNG POPE, però, non è solamente estetica. L’idea fondamentale di Sorrentino e del suo staff è quella di: dire le cose diversamente. In questo Paese, il clero è sempre stato rappresentato nella sua infallibilità o nella sua malvagità (quest’ultimo aspetto, è stato privilegiato maggiormente dagli americani). L’idea è di raccontare il clero per quello che è: esseri umani tra gli umani, con i loro pregi, i loro difetti, i loro limiti e le loro capacità. Pensiamo che una cosa del genere non sia mai stata fatta”.
Il Lenny Belardo di Jude Law è un personaggio letteralmente teatrale e ogni inquadratura sembra sia stata studiata per far risaltare questo aspetto peculiare della sua personalità: le pose drammatiche sono ispirate sia dai papi del passato (in particolare, Pio XII) che a personaggi meno convenzionali, come ha spiegato Sorrentino: Io e Jude abbiamo pensato di ispirarci anche al giocatore Wayne Rooney, che quando segna – a volte – assume la stessa posizione di Pio XII, aprendo completamente le braccia, con lo sguardo verso il cielo”.

Ancora un momento della conferenza stampa romana di 'The Young Pope'

Ancora un momento della conferenza stampa romana di ‘The Young Pope’

L’ESSENZA DI “THE YOUNG POPE”

Alla luce dei primi due episodi di THE YOUNG POPE, si ha l’impressione che la serie voglia smascherare i peccati di un clero corrotto, che voglia scandalizzare chi la guarda, ma Sorrentino assicura che non è così: “Le prime puntate non bastano per capire veramente l’essenza della serie. Serve la pazienza di vederla per intero, per capire le considerazioni che facciamo su questo mondo”.
Il protagonista stesso è una continua scoperta: momento dopo momento, si ha l’impressione di togliere il velo da aspetti nuovi del suo carattere e della sua personalità. Un unico grande filo rosso sembra accompagnare l’esistenza del giovane Papa: è un potente molto diverso da quelli che siamo abituati a vedere. Si nasconde, non crede che l’apparire sia la soluzione migliore per il suo papato. Prosegue Sorrentino: L’oggi è molto caratterizzato dalla perdita totale del mistero, dal fatto che non è più necessario serbare un pudore o un mistero su di sé. Svelare è arricchente e proficuo. Questo lo vediamo quotidianamente. Questo Papa, invece, ha molto chiaro il concetto che alimentare il mistero su di sé può essere una strategia che porta successo: Belardo vuole avere successo e pensa che questo sia il modo migliore. Un filone della serie è giocato proprio su questo: se il fatto di rendersi misteriosi suscita l’interesse o il rifiuto della gente.

“THE YOUNG POPE”: UNA SERIE DI ALTA QUALITÀ

Indubbiamente, THE YOUNG POPE è una serie di estrema qualità, come altre grandi produzioni Sky: la visione dei primi due episodi suscita la voglia irrefrenabile di scoprire come prosegue la storia. Fra intrighi, Fede, pentimento e dubbi morali, THE YOUNG POPE conduce il pubblico in un viaggio alla scoperta di una religiosità nuova: il Papa di Jude Law è affascinante e odioso allo stesso tempo e il resto del cast è qualitativamente perfetto. Tutto concorre a definirla una serie da vedere.
Sorrentino ha lanciato un grande appello finale: “Il lavoro dei doppiatori è stato splendido, ma – premesso questo – suggerisco di vedere il nostro lavoro in lingua inglese. Abbiamo fatto un lavoro estremamente curato e dettagliato: gli attori, in particolare, hanno fatto un lavoro molto faticoso sulla lingua. Il mio suggerimento è che lo guardiate in lingua originale con i sottotitoli”.
Infine, Sorrentino ha annunciato in esclusiva che i lavori per la produzione della seconda stagione sono già cominciati.

[Nella foto principale: un momento della conferenza stampa romana di THE YOUNG POPE]

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