POLIZEIBERICHT ÜBERFALL (1928) di Ernö Metzner

Metzner. Attack. laugh

Metzner. Attack. laugh

La seppur breve carriera registica di Ernö Metzner, limitata a soli due cortometraggi, Polizeibericht Überfall – Aggressione (1928) e Destiny (1929), è contrassegnata da una schietta critica sociale e da uno “spirito dissenziente” [1]. Aggressione, film non romanzesco, è considerato una pellicola assolutamente anticonvenzionale, tanto da venire considerato “uno dei film tedeschi più radicali nonostante l’argomento non politico” [1]. Ciò che distingue nettamente questo cortometraggio dalle produzioni coeve del movimento della Nuova Oggettività, caratterizzate, talvolta, da una certa neutralità di toni, è il rifiuto dell’appoggio della polizia, un’immagine altrimenti cara al cinema tedesco. L’uso di angolazioni inusuali e di trucchi scenografici come gli specchi deformanti, cui Metzner è avvezzo per via della sua grande esperienza in qualità di scenografo, brutalizza la realtà, rendendola ancora più spaventosa, incerta e pericolosa di quanto già non sia. Il sovvertimento della norma e della normalità viene considerata una forma di protesta che Metzner mette in atto nei confronti delle convinzioni assodate. “Aggressione riconosce il caos senza accettare come via d’uscita la sottomissione all’autorità; le tendenze autoritarie sono energicamente ripudiate” [1]. Non a caso, all’atto della sua diffusione nelle sale, il film viene vietato per il suo “effetto brutale e demoralizzante” [2].

[1] Siegfrid Kracauer, Cinema tedesco, ed. Mondadori, 1977
[2] Close-up, 1929

NOTE BIOGRAFICHE
Ernö Metzner nasce in una famiglia ebrea ungherese all’inizio del 1892, nella città serba di Subotica, allora sotto il dominio austro-ungarico.
Trasferitosi a Budapest, frequenta la locale Accademia di Belle Arti, specializzandosi in scenografia e lavorando come pittore e grafico.
A partire dai primi anni Venti, inizia a lavorare nel cinema: è scenografo e costumista per Lubitsch (Sumurun, 1920; Das Weib des Pharao, 1922; Il principe studente, 1927), Robert Wiene (I.N.R.I., 1927), Hans Neumann (Ein Sommernachtstraum, 1925), Pabst (I misteri di un’anima, 1927; Atlantide, 1932).
Intorno al 1927, il Partito Socialdemocratico tedesco gli offre la possibilità di passare dietro la macchina da presa: a questo periodo, risalgono alcuni documentari di stampo politico, come Viaggio libero (1928), proiettati solo durante le riunioni del Partito. Si trattava di film di propaganda che, però, mettevano in scena “i difetti e le inibizioni dei socialdemocratici” [1].
È del 1928 la sua prima folgorante esperienza da produttore, sceneggiatore e regista di “fiction”: Aggressione inaugura la stagione cinematografica della Nuova Oggettività, messa di lì a breve all’indice dal nazismo, in qualità di “arte degenerata”.
Per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei, nel 1933 Metzner si trasferisce prima in Francia e poi in Inghilterra, finché, nel ’36, portando con sé l’intera famiglia, si stabilisce negli Stati Uniti, a Hollywood, dove lavora, fino al 1947, collaborando con diversi registi, tra cui l’esule René Clair (Avvenne domani, 1944).
Muore in California, nel 1953.

[1] Close-up, 1929

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A cura di Stefania