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Parliamone :The addiction-Abel Ferrara

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  • #45924
    EnToPan
    Partecipante

    Essendo quasi al termine del mese e prevedendo l’apocalisse dopo questi due giorni (i motivi sono svariati), inizio ad aprire la discussione.

    Come al solito, se ancora non avete visto il film, vi consiglio di non far caso a ciò che verrà scritto qui.
    Come vi è sembrato “The addiction”?
    E’ valso il mese di pausa?

    #49419
    Stefania
    Amministratore del forum

    Visto e, benché abbia avuto alcune difficoltà a seguire gli arzigogoli filosoficamente tout court, l’ho apprezzato decisamente, perché -seppur in maniera “alta”- il film tratta alcuni dei temi più interessanti diffusi all’interno della tradizione “vampiresca” (la solitudine, la condanna, la dipendenza dalla condanna, ecc.).
    I vampiri sono un pretesto, una metafora se vogliamo, per parlare d’altro, ne sono consapevole. Ma, partendo da un livello più che elementare di analisi, in prima battuta, questo è uno degli aspetti che ho apprezzato del film.
    Ok, ho dato il “la” : non vado oltre questo miserando incipit, anche se vorrei dire altro, perché aspetto altri commenti e spunti 😉
    Invito @yorick , se ne ha voglia, a riproporre le argomentazioni che ha fatto sul film nella sua recensione: commentai detta recensione e devo dire che il breve dibattito sorto tra noi mi piacque e stimolò la mia vena analitica 🙂

    #49420
    EnToPan
    Partecipante

    Devo ammettere che anche io ho fatto fatica a star dietro a tutte le riflessioni filosofiche. Alcune mi hanno incuriosita ed ho trascritto qualcosa su carta per poter approfondire (a tempo debito -dopo questo periodaccio carico, lo farò-).
    Ho apprezzato moltissimo l’espressività, in parte mi ha anche disturbata.
    Quindi un punto in più al cast -o meglio alla protagonista.

    Il concetto di dipendenza mi ha presa più del resto.
    In questo caso, come dice @Stefania, credo che sia solo un pretesto essere vampiro e quindi aver assoluto bisogno di linfa vitale -per dare l’input ad un pensiero molto più esteso riguardante l’intero meccanismo della dipendenza : come si sviluppa, cosa causa, come diventa l’interazione con gli altri e come si annulla l’IO in favore della “fame” fine a sè stessa.

    #49421
    lithops
    Partecipante

    La visione del mondo di Ferrara sempre più vira al nero. Al nero più assoluto, alla mancanza totale di ogni colore. The addiction, la dipendenza, perché dipendiamo dal male, scegliamo il male, non sappiamo opporci al male anzi desideriamo che ci sopraffaccia, “non siamo cattivi a causa del male che facciamo, ma facciamo del male perché siamo cattivi”.
    Il male, non come privazione del bene, ma come radicato nella natura stessa dell’uomo, necessario.
    Ed al male bisogna abituarsi, bisogna sapere ascoltare “il rivo strozzato che gorgoglia”, dal male bisogna farsi sopraffare lentamente, del male non bisogna eccedere, il male routinario.
    Il film ovviamente è in bianco e nero, e il nero è il colore dominante, il colore del lento sprofondamento nelle viscere del dolore, del male.
    Una visione così nera dell’esistenza può portare soltanto al suicidio.

    #49422
    Anonimo
    Inattivo

    @bombus, quand’è – nel film di Ferrara – che il male viene scelto? Una delle cose che mi ha più infastidito è proprio la non-scelta, la dipendenza come condanna involontaria, il che è senza dubbio interessantissimo dal punto di vista morale (o meglio a-morale, visto che la volontà non c’è), ma scardina completamente i discorsi fatti da Ferrara nel film. Kierkegaard, per esempio. Che nel film è citatissimo. C’è tutta una volontà che vena il pensiero di Kierkegaard: i vari stadi della vita (estetico, etico, religioso) sono scalabili attraverso la volontà… e la dipendenza, questa dipendenza che molti vogliono leggere come una riflessione burroughsiana sulla droga piuttostoché come un’ontologia del vampiro diventa aria fritta nel momento in cui, appunto, la volontà manca. Perché il drogato sceglie di bucarsi, mentre il vampiro non sceglie di diventar vampiro.

    #49423
    lithops
    Partecipante

    Va bene, non è proprio una scelta, ma un non rifiuto. Che, sotto sotto, è lo stesso. Le vittime sembrano quasi accondiscendenti. Non fanno nulla, nella loro debolezza.

    #49424
    EnToPan
    Partecipante

    C’è un piccolo dettaglio che avrebbe potuto sottrarre moltissime persone dalla dipendenza, ma nessuno ha osato provare -e questo non so se è dato dalla paura del momento o dalla volontà di ricadere nel male.
    Il vampiro dice alla vittima di dirgli di smetterla, di andare via e di farlo con fermezza -come un’imposizione.Dalla vittima (accondiscendente) sentiamo solo “ti prego, smettila” ,”cosa fai”.

    #49425
    lithops
    Partecipante

    Comunque, questo film non mi è piaciuto per niente, l’ho trovato insopportabilmente pretenzioso e fumoso. L’accostamento, poi, di vampirismo e droga una solenne min****ta. Degna di una mente contorta, malata.
    @yorick, non è mica vero che il drogato sceglie di bucarsi. Questo vale, forse, per le prime volte. Poi la dipendenza, quella vera, fa annullare ogni scelta. La discussione è stata ampiamente dibattuta e… meglio lasciar perdere.

    #49426
    Anonimo
    Inattivo

    @bombus, il drogato sceglie di bucarsi sempre, e sceglie di bucarsi anche dopo le prime volte, quando è dipendente, perché ha scelto di bucarsi la prima volta. Voglio dire, sai benissimo che se ti fai di eroina prima o poi ne diventi dipendente: se ti buchi una volta, scegli la dipendenza.

    #49427
    Anonimo
    Inattivo

    @sakurarosencreutz, sei sicura che ci sia una volontà del male?

    #49428
    EnToPan
    Partecipante

    Secondo me sì, esiste.
    La certezza non è percentuale -non ho mai studiato nulla di simile e non ne ho idea.
    Credo però che molte persone tendano al male come fosse uno sbilanciamento verso qualcosa di affascinante-attraente. La paura viene solo in seguito all’attrazione-voglia di tentare. Sono consapevoli della stranezza della persona che hanno di fronte eppure accettano ugualmente di starvi in compagnia (da soli).

    #49429
    Anonimo
    Inattivo

    @sakurarosencreutz, però tu ragioni secondo i tuoi schemi, che sono di una persona x che vede la persona y fare il male. La mia domanda è: chi fa il male è consapevole di fare il male? Ti porto un esempio poco furbo: Hitler, secondo Hitler, non ha mai fatto il male, non ha mai scelto il male né ha mai scelto di fare il male. Hitler, come si legge nel “Mein kampf” credeva che la propria politica nazista fosse il bene. Da qui la domanda: volontà del male? E, se sì, perché si parla ancora di volontà?

    #49430
    lithops
    Partecipante

    Ma questa è la visione socratica o di Platone.
    Io penso, meno ottimisticamente, che il male non è vero che sia un puro e semplice non essere, il male c’è, e tanti, troppi sono consapevoli di farlo. Lo faranno, magari, per un puro tornaconto personale, un desiderio di potenza, chissà per quale altro egoistico motivo, ma ne sono perfettamente consapevoli. Il male è radicato nella natura umana (sarò kantiano?)

    #49431
    verons
    Partecipante

    L’ho visto ieri e devo dire che non mi è dispiaciuto. Forse è un po’ pretenzioso, troppe citazioni, troppa roba.
    Il tema è decisamente interessante. Il vampirismo è un pretesto per parlare d’altro, e fin qui ci siamo, e cioè dell’inclinazione dell’uomo al Male. A quanto pare il male è insito nella natura dell’uomo, e non siamo in grado di sottrarci perchè troppo deboli. Nel film la protagonista mette alla prova(ed è stata a sua volta messa alla prova) le sue vittime, ma nessuno si rifiuta con forza(a parte il missionario).
    La stessa protagonista dice che il vizio è l’unico sollievo all’esistenza che possiamo trovare, in quest’ottica l’individuo è condannato all’autodistruzione, e di conseguenza l’intera umanità.

    #49432
    verons
    Partecipante

    Ora mi chiedo..la fede(il missionario che non accetta l’invito, la confessione), è l’unica cosa che ci può salvare dal male?E come?Non è forse sottomettendosi alla volontà di Dio che si ottiene la salvezza?

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