Venere in pelliccia

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Venere in pelliccia

Film liberamente ispirato all'omonimo romanzo. Thomas è un regista e sceneggiatore teatrale alla ricerca del cast per l'adattamento del romanzo Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch, testo che scandalizzò la società del tardo XIX secolo per il rapporto sadomasochistico che lega il protagonista, Severin, alla ricca vedova Wanda von Dunajew. In un tardo pomeriggio di pioggia, al termine di una lunga sessione di provini, si presenta all'audizione un'attrice di nome Vanda: dapprima riluttante, Thomas si convince a darle una possibilità.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: La Vénus à la fourrure
Attori principali: Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric,
Regia: Roman Polanski
Sceneggiatura/Autore: Roman Polanski, David Ives
Colonna sonora: Alexandre Desplat
Fotografia: Paweł Edelman
Costumi: Dinah Collin
Produttore: Robert Benmussa, Alain Sarde
Produzione: Francia, Polonia
Genere: Drammatico, Erotico
Durata: 96 minuti

Dove vedere in streaming Venere in pelliccia

Ambiguo e ambivalente. / 30 Ottobre 2016 in Venere in pelliccia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il tema fondamentale è più che esplicito: la finzione/recitazione che diviene realtà. L’intero avvenimento, infatti, si basa sulla recitazione dei due protagonisti e sul loro interminabile dialogo, che si tiene proprio in un teatro (e più che davanti a uno schermo, sembra davvero di trovarci in teatro).
Due parole sono ripetute più volte nel corso del film, e lo descrivono pienamente: ambiguo e ambivalente.
“Ambivalente” richiama la duplicità attorno a cui si sviluppa l’intero film: da una parte abbiamo la finzione e dall’altra la realtà. Le due cose si mescolano e si confondono in modo tale che a tratti per lo spettatore risulta davvero difficile distinguerle; infatti il divario tra l’audizione e la pièce in sé si assottiglia progressivamente e, attraverso un crescente climax, l’una diventa l’altra, sempre più elementi accomunano attori e personaggi interpretati, finché realtà e recitazione non coincidono perfettamente.
Nella pièce, Severin è riluttante a cedere alle provocazioni di Venere, mentre nel momento dell’audizione Thomas nega il provino a Vanda; in entrambi i casi assistiamo a un’iniziale resistenza nei confronti delle donne, che, però, si vendicheranno in seguito facendo prevalere la loro volontà su quella di lui, dominandolo completamente.
Questo processo non è certamente istantaneo ed è aiutato da una serie di elementi. Il fatto che il nome dell’attrice (Vanda Jourdain) e del suo personaggio interpretato (Wanda von Dunajew) coincidano non può che facilitare la continua alternanza tra recitazione e realtà, permettendo un passaggio immediato dall’una all’altra senza che ce ne si accorga. Un altro esempio lampante, benché di secondo piano, è che gli effetti sonori di atti semplicemente emulati (firma del contratto, strappo del foglio ecc.) vengono realmente riprodotti.
Nella parte finale si raggiunge il culmine di quel crescendo di emozione, ambiguità e ambivalenza; le due storie si sono intrecciate fino a fondersi in una sola e la compiutezza del processo di commistione si riscontra nella conclusione più scombussolante: la perversione che contraddistingue la pièce è diventata reale.

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6 Settembre 2014 in Venere in pelliccia

A parte le solite fregnacce sulla regia che tanto già lo sappiamo che Polanski è bravo: è un ottimo film, nel suo ‘piccolo’ (per così dire), perché dice esattamente quello che vuole dire, senza fronzoli e senza misteri: si capisce tutto del rapporto tra i due protagonisti, come si sviluppa, cosa l’uno pensa dell’altra, come l’ago della bussola ruoti da una parte all’altra, finché nemmeno noi sappiamo più dove ci troviamo, come Thomas. Realtà, o finzione? È un film che lascia sensazioni e pensieri nitidi, ma senza risultare banale né perdere il ritmo. Poi, che ognuno ci legga quel che vuole, ma a me è parsa un’efficace rappresentazione del rapporto tra l’artista e l’arte stessa (qui una splendida musa in carne ed ossa!).
Eppoi certe trovate – per esempio la sequenza finale – sono da scompisciarsi!

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4 Luglio 2014 in Venere in pelliccia

Un po’ deludente. La prima parte scorre molto lentamente, mentre lo stravolgimento da recitazione a realtà in un baleno. La scelta di realizzare un film intero in un’unica scena su di un palco teatrale è audace, ma noiosa. Apprezzabile invece l’interpretazione della coppia.

7.5 / 12 Aprile 2014 in Venere in pelliccia

Emmanuelle Seigner è calamitica. Un gioco di apparenze e nude verità. L’evoluzione dei due credo sia in parte (o in tutto) catartica, oltre che magnifica. Positivamente magniloquente.

23 Marzo 2014 in Venere in pelliccia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Adattamento cinematografico dell’omonima pièce di David Ives, basato sul romanzo dell’autore austriaco Leopold von Sacher-Masoch, a cui si deve appunto il termine masoschismo. Venere in Pelliccia offre un dialogo forte, allusivo, ambiguo ( termine ricorrente nel film ) fra due personaggi inizialmente ben definiti, poi mutati in figure sempre più retoriche. Come quella dell’affascinante e seducente attrice, che, intenta ad interpretare nella rilettura scenica del romanzo colei che assoggetta il protagonista ai suoi voleri, traspone i desideri di quest’ultimo nel regista e adattatore teatrale, in questo caso improvvisato attore. Fra giochi di identità e ruoli, mai veramente invertiti, una delle due voci si affievolisce e si splasma in virtù dell’altra, seguendo le regole di quel paradigma masoschista che vede l’annullamento della volontà di un soggetto a favore di un altro. Polanski dirige una Venere mai banale, che non si adorna di una bellezza primitiva, atta a soggiogare gli animi di chi la incontra, ma di una rigida e forte femminilità, simbolo di austerità ed eleganza.

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