The Batman

Cose buone e cose meno buone.
Ho trovato un Batman che mi ricordava molto di più The Crow , più che l’uomo-pipistrello…forse anche per il trucco.
Forse anche per le tante atmosfere dark, quasi tendenti al gothic.
Comunque un Pattinson più che valido.
Brava anche Zoe Kravitz, nel ruolo di una vendicatrice Catwoman.
Strana anche la Batmobile, quasi un ibrido tra la v8 Interceptor e la Lancia Stratos. Non brutta eh, ma strana si.
Un pò come la trama, bellissima e contorta,ma con qualche buco macroscopico: ad es, perchè l’Enigmista si fa catturare apposta o quasi? Forse me lo son perso io…
Punto veramente debole : gli indovinelli…capisco che i giochi di parole inglesi e relative rime / doppi significati, siano complicati da trasporre. Ma davvero non si è riusciti a fare meglio di cosi?
Infine, alcune scene potevano essere un filo più accorciate. Non per noia o la lunghezza totale(praticamente 3h), ma per vivacizzare un pò il ritmo senza dimenticarsi nomi e relazioni.
Però alla fine è un buon film , intendiamoci. Ma non quel capolavoro a cui si grida.

…. che rimane indiscutibilmente quello della trilogia di Nolan, una bibbia per gli amanti dei cinefumetti. In questa revisione di Reeves ho trovato davvero ottimi spunti, insieme a cose che mi hanno lasciato un po interdetto, e partirei da quelle : prima cosa, BATMAN BUSSA ALLA PORTA. Vorrei capire come diavolo si possa pensare che un carattere del genere bussi per ben due volte alla porta della discoteca del Pinguino per chiedere il permesso di entrare ( c’era una scena simile nel film di Nolan ). Poi gli enigmi risolti alla velocità della luce senza che io possa capire neanche di cosa si parli, specie nel primissimo caso che soffre anche di una errata o cervellotica traduzione ( HE LIES ). E per finire la durata… personalmente il finale mi è sembrato troppo tirato per le lunghe ed ho visto davvero troppe analogie e scene già viste nei precedenti film. Detto questo ottimo prodotto, Pattinson fenomenale, ambienti musiche e fotografia al top. Aspettiamo il sequel.

Questa nuova versione di Batman è decisamente la meno fumettosa di tutte. Risulta molto più film, più thriller, più giallo in cui si cerca di scovare il nemico. Ma è tutto un po’ diverso. Anche la sua notoria fama di lavorare da solo; qui invece collabora con l’investigatore e molto volentieri con la bellissima Catwoman.
Unica nota un pochino irritante è la immediatezza con cui Batman risolve i quesiti dell’Enigmista.
Forse avrà letto le soluzioni in fondo pagina?
Aspettiamo il sequel con un Pinguin più attivo e ovviamente con il suo acerrimo nemico.
Da vedere.
Ad maiora!
#filmaximo

Non sono mai stato un fan del franchise di Batman, l’ho sempre trovato un personaggio noioso, e infatti nel film salta fuori dal nulla piu’ assoluto, con un background molto poco sviluppato nel corso del film, in una Chicago anche ben rappresentata e resa. Le scene d’azione sono anche abbastanza ben fatte e piacevoli, al contrario dei lunghi e noiosi recitativi. Irritante la deuteragonista femminile, completamente inutile, che sembra essere stata inserita solo per mettere dentro una “bella donna” (perche’ non il piu’ classico Robin a questo punto?).Ugualmente irritante anche il fatto che il nostro Batman riuscisse a risolvere i vari indovinelli proposti senza neanche pensarci, non lasciando il tempo al pubblico neanche di comprendere l’indovinello letteralmente.

La nuova pellicola di Matt Reeves sull’uomo pipistrello più famoso del cinema, riesce, anche grazie alla sua peculiare narrazione, a crearsi un’identità cinematografica in perfetto equilibrio con la sua matrice fumettistica.
Reeves si libera dagli orpelli tradizionali, e ci consegna un Batman introspettivo, pronto a battere le strade della vendetta e della perdizione, con un metodo deduttivo che si alterna a quello granguignolesco contraddistinto dai ritmi della sua città. Una Gotham senza filtri, sprofondata in un bagliore cupo e violento.
La stessa Gotham che si insinua nelle viscere del racconto, sublimandone la fotografia. Scatti funerei e al contempo saturi di vita, in un contrasto vermiglio di luci e ombre.
La pellicola segue i dettami e i costrutti del noir contemporaneo, nonché del thriller, dove il plot twist attende affamato, con una cadenza lenta, disordinata e vibrante.
La sceneggiatura, con i suoi dialoghi, i suoi monologhi interiori, accompagnati da sonorità opulenti, contribuisce a rendere più umano l’eroe, senza allontanarlo dalla sua componente supereroistica.
Robert Pattinson è abile a non celare, dietro l’involucro di ricco ereditiero, l’istinto ferino di Bruce Wayne, delineando , in tal modo, un confine labile tra l’uomo e il pipistrello.
Uno sguardo sugli oscuri recessi dell’anima, dove la speranza, forse, brilla più intensamente.