Un cane andaluso

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Un cane andaluso

Film manifesto del movimento surrealista, non segue una trama definita e lineare ma presenta una serie di scene apparentemente slegate tra loro volte a suscitare nello spettatore un ciclo continuo di allusioni e insinuazioni a cavallo tra il reale e il fantastico. Rimaneggiato nel 1960 sotto la supervisione dello stesso Buñuel al fine di aggiungere la colonna sonora.
scimmiadigiada ha scritto questa trama

Titolo Originale: Un chien andalou
Attori principali: Simone Mareuil, Pierre Batcheff, Luis Buñuel, Salvador Dalí, Robert Hommet, Marval, Fano Messan, Jaume Miravitlles

Regia: Luis Buñuel
Sceneggiatura/Autore: Luis Buñuel, Salvador Dalí
Fotografia: Albert Duverger
Produttore: Luis Buñuel
Produzione: Francia
Genere: Fantasy
Durata: 21 minuti

Dove vedere in streaming Un cane andaluso

Surrealismo filisteo / 21 Gennaio 2022 in Un cane andaluso

Pregi e limiti del Surrealismo in questa opera più cerebrale che onirica. L’intento di provocare il perbenismo borghese con immagini crude e infrangendo la verosimiglianza narrativa, rivela quanto borghese fosse il Surrealismo stesso con il suo anticonformismo velleitario ed individualista.

Un chien andalou / 20 Aprile 2019 in Un cane andaluso

Natale 1927, Figueroa. Luis Buñuel trascorre le festività con l’amico Salvador Dalì. Una mattina, si confidano reciprocamente un sogno: l’uno ha immaginato di ferire ad un occhio una persona, l’altro di essere stato ricoperto dalle formiche. In sei giorni, i due amici stendono la sceneggiatura di Un cane Andaluso.
“Buñuel e Dalì accettano le prime immagini che vengono alla mente, rifiutando sistematicamente tutte quelle che possono venire dalla cultura e dall’educazione” [1]. Il film nasce dall’applicazione della tecnica surrealista dell’automatismo psichico, “dettato dal pensiero, in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale” [2]. Il meraviglioso è la chiave per conquistare l’inconscio ed il sogno conduce ad una sur-realtà, superiore alla realtà percepita: le teorie freudiane sull’onirico, l’esaltazione sociale legata alla Rivoluzione d’Ottobre, il marxismo e la passione per l’amour fou fomentano le menti dei due artisti.
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Fattosi aiutare economicamente dalla madre, Buñuel vive un breve periodo di bagordi e poi inizia le riprese, a Billancourt. Dalì si farà vivo solo per aggiungere un po’ di pece al pelo degli asini inseriti nella penultima scena. Nessuno ha idea di quale sarà il montaggio finale del film.
La prima proiezione avviene a Parigi (1929), presso lo Studio Ursulines, insieme a Le mystère du Chateau de dès di Man Ray: è un successo ed uno scandalo.
“Ci troviamo davanti al primo film della storia del cinema che, contrariamente ad ogni regola, è stato realizzato affinché lo spettatore medio non possa sopportarne la visione. (…) E’ il primo film non attraente. Questa volontà di offendere era talmente spinta che passò il suo scopo. I borghesi, notoriamente masochisti, applaudirono dopo aver visto quel film che disturbava la loro digestione” [3].
Un cane andaluso è “il film antinarrativo per eccellenza” [1] che funziona per associazioni (es. occhio-rasoio/ luna-nuvola), perfezionando il modello già sperimentato da Breton e Soupault negli scritti Les champs magnétiques (1919), e che, rifiutando lo spirito naturalista, codifica la cosiddetta arte oppositiva, grazie alla quale lo spettatore viene posto in attesa, per essere poi stupito con eccessi fuori dal comune pensare.
Terminato il film, Buñuel e Dalì dichiararono che “chi lo avesse trovato bello e poetico non poteva che essere un imbecille” [1].

BIBLIOGRAFIA su Luis Buñuel

[1] Giovanni Valerio, Invito al cinema di Buñuel, ed. Mursia, 1999
[2] André Breton, Manifestes du Surréalisme. Idées, ed. Gallimard, 1969
[3] Ado Kyrou, Le surrealisme au cinéma, ed. Le Terrain Vague, 1963
[4] Luis Buñuel, Dei miei sospiri estremi, ed. SE, 1991

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Surreale aggressione / 17 Ottobre 2013 in Un cane andaluso

Scandalo surrealista, senza sviluppo cronologico. Noi spettatori veniamo aggrediti da subito, una rasoiata ci sviscera l’occhio. Per la prima volta nella storia del cinema, un regista non ha voluto compiacere il suo pubblico ma provocarlo.
Un corto storicamente necessario, che non deve necessariamente piacere.
Buñuel sta alla radice del cinema creato per scioccare un modello culturale, una aggressione senza mezzi termini al di là dei fini estetici. Nel bosco di simboli di questi folli 16 minuti, si può agevolmente cogliere nella Morale il primo grande nemico del malefico iconoclastico tandem Buñuel-Dalì.

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20 Giugno 2013 in Un cane andaluso

Luis Buñuel: Un Chien andalou
[Video rimosso da YouTube]
Un sogno ? Un incubo, visioni o immagini sconnesse ? Apparizioni.
Proiezioni di sé. Un uomo che taglia l’occhio di una donna, una donna dai lineamenti forti, molto maschili che con un bastone tocca una mano amputata. La stessa donna viene investita.
La mano di un uomo dalla quale escono formiche.
Quindici minuti di Immagini forti per l’epoca (una in particolare, quella dell’occhio, lo resta tuttora), alcune deprimono, altre sconvolgono.

DonMax

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