Il viaggio di Arlo

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Il viaggio di Arlo

In un'epoca preistorica immaginaria, in cui i dinosauri condividono il pianeta Terra con gli esseri umani, il brontosauro Arlo viene drammaticamente diviso dalla propria famiglia. Nel tentativo di ricongiungersi con i suoi cari, il mite apatosauro inizia un viaggio durante il quale si accompagnerà ad un piccolo cavernicolo, il ringhiante Spot, e farà la conoscenza di una famiglia di T-Rex.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Good Dinosaur
Attori principali: Frances McDormand, Raymond Ochoa, Jeffrey Wright, Steve Zahn, Sam Elliott, Anna Paquin, John Ratzenberger, A.J. Buckley, Marcus Scribner, Peter Sohn, Maleah Nipay-Padilla, Jack Bright, Ryan Teeple, Jack McGraw, Mandy Freund, Steven Clay Hunter, David Boat, Carrie Paff, Calum Grant, Mostra tutti

Regia: Peter Sohn
Sceneggiatura/Autore: Meg LeFauve
Colonna sonora: Mychael Danna, Jeff Danna
Fotografia: Sharon Calahan, Mahyar Abousaeedi
Produttore: Andrew Stanton, Lee Unkrich, John Lasseter, Denise Ream
Produzione: Usa
Genere: Azione, Fantasy, Famiglia, Animazione
Durata: 93 minuti

Dove vedere in streaming Il viaggio di Arlo

Piacevole sorpresa! / 9 Aprile 2020 in Il viaggio di Arlo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devo dire che mi ha molto sorpreso, questo film.
Paradossalmente, i dinosauri sono “i civili” della situazione, posseggono mandrie e gestiscono campi di coltivazione di mais.
E’ un film che parla di tante tematiche che reputo a me vicine (sarà il periodo “coronavirus”): il protagonista ha paura di tutto e vive in una campana di vetro, con genitori che lo curano e “fissano” obiettivi che reputano raggiungibili per ogni figlio.
Disgraziatamente, Arlo non ce la fa.
Vorrebbe, vorrebbe tantissimo, ma la paura lo sovrasta e ogni buono proposito va a farsi benedire.
Finché…non cattura un cucciolo d’uomo. Lì la svolta.
Dopo diverse peripezie (tra cui la morte del padre, chiaro riferimento al re leone ma mi ha spezzato il cuore l’inquadratura in cui compare, prima di sparire), Arlo si ritrova sperduto, con questo cucciolo d’uomo che lo aiuta, in ogni cosa.
Spot (il bimbo) è dolcissimo, la storia anche, senza essere troppo stucchevole, con diversi insegnamenti di fondo come il diverso da noi che può anche essere un amico, il non giudicare qualcuno dall’aspetto, superare i propri limiti e provarci, ma ce n’è uno, che spesso passa in sordina, ed è la prima volta che viene valutato: il coraggio non vuol dire “non avere paura”, anzi, è grazie alla paura che ci si sente vivi e si agisce per cambiare le cose.
L’eroe non è qualcuno di invincibile, con poteri stratosferisci che non teme nessuno, anzi.
Il protagonista è pieno di paure, paure che supera in vista di un bene più grande.
E questo per la disney è un gran bel messaggio.

Davvero, davvero bello. Pianto assicurato.
Oh ragà, sarà il periodo, non so che dirvi.

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Commovente e stupendo / 8 Marzo 2018 in Il viaggio di Arlo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un film di animazione infinitamente bello sull’amicizia e la forza ma anche così triste da farmi versare calde lacrime alla fine. Ho decisamente adorato questo film, proprio come UP, racconta una storia importante che racchiude diversi insegnamenti tra cui il cercare di superare le proprie paure che spesso sono così pesanti da vincolare le nostre attività, racconta di come due esseri completamente diversi, un cucciolo d’uomo Spot e Arlo un dinosauro erbivoro debbano collaborare per uscire dalle avversità che li circondano. Ci ricorda ancora una volta che non importa che aspetto abbiamo, conta solo ciò che abbiamo dentro. Il rapporto tra i due amici è puro, dolce e soffice come zucchero filato. Il viaggio per raggiungere la loro meta è impervio e duro. Tra minacciosi predatori e ostacoli naturali i due amici si legano come fratelli, salvandosi l’un l’altro e consolandosi per i terribili drammi familiari subiti. Spot non parla, è un piccolo cavernicolo, ma sa esprimere benissimo le sue intenzioni e dimostra un coraggio degno di qualsiasi T-rex! Arlo dal canto suo è nato piccolo e ha paura di tutto. Ma quando ti ritrovi solo puoi solo tirare fuori le unghie se vuoi sopravvivere. Una favola intensa che scalda il cuore.

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Molto buono ma non eccelso / 7 Novembre 2016 in Il viaggio di Arlo

Il famoso asteroide che doveva colpire la terra e causare l’estinzione dei dinosauri manca di un nulla la terra e la storia viene riscritta. I dinosauri si evolvono, diventano intelligenti, tanto più che i nostri protagonisti hanno una fattoria e vivono del lavoro della terra. Il piccolo Arlo nasce insieme ai suoi due fratelli, ma, come si capisce subito, diversamente da loro e dai genitori è molto pauroso e timoroso in tutto. Il padre ad un tratto cerca di aiutarlo portandolo a caccia di un piccolo cavernicolo, ma i due vengono sorpresi da una tempesta e il padre muore. Arlo, tornato alla fattoria, si imbatte nuovamente nel cavernicolo, che più avanti verrà chiamato Spot, e finisce per sbaglio nel fiume che lo trascina via per parecchio. Sarà costretto ad intraprendere un lungo viaggio, dove farà amicizia col bambino e incontrerà diversi personaggi: il classico viaggio che permette al personaggio di evolversi, non solo nel coraggio, ma anche nella saggezza. Insomma, una storia a dire il vero un po’ troppo vista, diciamo che dalla Pixar qualcosina di più a livello della trama te lo aspetti (del resto ci hanno sempre abituato benissimo), ma comunque la storia scorre bene seppur senza particolari sussulti. Neanche a dirlo, stupendi le animazioni, come sempre una gioia per gli occhi. Passo falso quindi? Non direi proprio, però non siamo di fronte a qualcosa che resterà davvero impresso come Wall-E, Toy Story o Up, tutto qui.

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Finalmente. / 31 Agosto 2016 in Il viaggio di Arlo

Finalmente un’animazione bellina. La storia toccante e in certi punti “aspra” da un tocco di adulto al film, nonostante si sappia già come andrà a finire ti fanno godere senza metter fretta ogni passaggio della crescita del piccolo dinosauro Arlo. Non capisco perchè questa animazione sia votata così male, mentre altre animazioni come Frozen e simili abbiano riscosso tutto questo successo, e non mi riferisco al pubblico infante.

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Qualità estetica batte narrazione a tavolino / 5 Aprile 2016 in Il viaggio di Arlo

Benché i dettagli “adulti” della vicenda (le svariate morti, l’istinto di sopravvivenza mostrato senza facili edulcorazioni, l’inaspettato uso di allucinogeni) mi abbiano colpita e l’assunto alternativo che governa il film (esseri umani e dinosauri che convivono) sia simpatico, nel complesso Arlo non mi ha appassionata granché dal punto di vista narrativo, né mi ha emozionata particolarmente.
Forse, ho colto troppi riferimenti a generi (il western classico, in primis) e a svariate opere cinematografiche precedenti, anche Disney (Il Re Leone, inevitabilmente, riecheggia pressoché ovunque, con “plagi” quasi imbarazzanti nella loro asettica proposizione), senza che questi venissero messi in scena con un’originalità tale da farmi dimenticare a cosa potessero somigliare.

L’avventura formativa del giovane dinosauro un po’ disadattato è uguale a molte altre già incontrate in letteratura e al cinema e a mio parere non presenta peculiarità tali da richiederne una messinscena.
Il tema della famiglia, dell’identità e della crescita sono quelli che la Pixar ha sempre messo in scena, ma, in questo caso, mi pare che la materia sia stata trattata un po’ troppo banalmente.

Un discorso a sé merita la rappresentazione degli elementi naturali che, qui, raggiungono vette di realismo impressionanti.
Forse, anche per questo Arlo mi sembra poco più di un esercizio tecnico, un costoso contenitore utile a mostrare i livelli di animazione raggiunti dall’azienda di Lasseter che qui “sfrutta” temi drammatici a soli scopi dimostrativi in una maniera che, finora, non mi era ancora capitato di percepire così platealmente nei film Pixar.
In sostanza, la qualità narrativa che, più o meno sempre, ho apprezzato nei lavori Pixar, in questo film sembra essere stata accantonata a favore di una pur pregevole rappresentazione. Peccato.

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