What If

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What If

Da una piéce di di T.J. Dawe e Michael Rinaldi. Wallace e Chantry si conoscono ad una festa: l'intesa è immediata, i due si piacciono all'istante, ma la ragazza è già impegnata. Così, i due decidono di diventare solo amici, ma la lotta interiore per mantenere fede alla promessa sarà particolarmente dura.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: What If
Attori principali: Daniel Radcliffe, Zoe Kazan, Megan Park, Adam Driver, Mackenzie Davis, Rafe Spall, Lucius Hoyos, Jemima Rooper, Tommie-Amber Pirie, Meghan Heffern, Jonathan Cherry, Rebecca Northan, Jordan Hayes, Oona Chaplin, Adam Fergus, Sam Moses, Ennis Esmer, Mike Wilmot, George Tchortov, Tamara Duarte, Vanessa Matsui, Rosalind S. Feldman, Don Ritter, Sarah Gadon, Mostra tutti

Regia: Michael Dowse
Sceneggiatura/Autore: Elan Mastai
Colonna sonora: A.C. Newman
Fotografia: Rogier Stoffers
Costumi: Lea Carlson
Produttore: André Rouleau, Michael Dowse, Elan Mastai, Hartley Gorenstein, Mark Costa, Macdara Kelleher, Ford Oelman, Patrice Theroux, David Gross, Jesse Shapira, Marc Stephenson, Marc Stephenson, Jeff Arkuss, Bryan Gliserman
Produzione: Canada, Irlanda
Genere: Commedia, Romantico
Durata: 93 minuti

Dove vedere in streaming What If

Dopo una giornata stressante è perfetto / 11 Ottobre 2016 in What If

Un film carino, dolce, delicato. Daniel Radcliffe non è fuori luogo, si è saputo relativamente adattare alla parte. E’ evidente che Zoe Kazan sia più a suo agio in un contesto di commedia romantica indie. La storia è leggera, i dialoghi ben fatti, la fotografia e la regia niente male.
Se piacciono i film indipendenti romantici, questo è uno di quelli da vedere.

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Una commedia romantica come tante / 24 Marzo 2016 in What If

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non si può dire che sia un film da evitare o mal realizzato, anzi: nel complesso, il lavoro di Dowse è sufficientemente gradevole e confezionato bene, con dialoghi (perfino eccessivamente) scoppiettanti e, soprattutto, con una scelta ed una fotografia delle location molto accattivante (stando a questo film, Toronto è davvero una città da sogno, una piccola metropoli con spiagge e bocciofile, un po’ come Genova, ma con più verde pubblico e senza le colline).
Però, alla lunga, le tiritere dei due protagonisti, pur comprensibili (in ballo, ci sono cose importanti, come il lavoro e una relazione consolidata), mi hanno stufata: qualche tira e molla in meno, un po’ di azzardi in più (happy ending al cubo!) e, forse, avrei apprezzato davvero.

Purparlé, poi, non mi è piaciuto l’american style imperante in una produzione che statunitense non è: come dicevo, la confezione del film è molto apprezzabile, ma per via di molti dettagli mi ha ricordato spudoratamente le commedie sentimentali ambientate, che so, a New York, con relativi cliché, dagli hobby “originali” e cariiiiini della protagonista (fare la maglia, andare al cinema da sola a vedere vecchi film) ai coinquilini strambi ma che vogliono tanto tanto bene al protagonista, agli incredibili appartamenti naif in cui vivono i vari personaggi.
Al di là della rappresentazione da cartolina delle loro vite e della città in cui vivono, mi sono domandata se questa sorta di globalizzazione della commedia romantica non potesse essere evitata, se un film realizzato da un autore proveniente da un contesto culturale -diciamo- peculiare come quello canadese non potesse elaborare una forma di rappresentazione più autonoma. Ma giusto purparlé, eh…

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