L'appartamento

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L'appartamento

Bud è un impiegato che, pur di far carriera in azienda, presta il suo appartamento ai suoi superiori che necessitano di un pied-a-terre per le loro scappatelle.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Apartment
Attori principali: Jack Lemmon, Shirley MacLaine, Fred MacMurray, Ray Walston, Jack Kruschen, David Lewis, Hope Holiday, Joan Shawlee, Naomi Stevens, Johnny Seven, Joyce Jameson, Willard Waterman, David White, Edie Adams, Dorothy Abbott, Ralph Moratz, Joe Palma, Bill Baldwin, Benny Burt, Lynn Cartwright, Mason Curry, David Macklin, Hal Smith, Paul Bradley, Steve Carruthers, Dick Cherney, Franklyn Farnum, Herschel Graham, Lars Hensen, Eugene Jackson, Frances Weintraub Lax, William Meader, Monty O'Grady, Paul Power, Tony Regan, Clark Ross, Norman Stevans, Sid Troy, Mostra tutti

Regia: Billy Wilder
Sceneggiatura/Autore: Billy Wilder, I. A. L. Diamond
Colonna sonora: Adolph Deutsch
Fotografia: Joseph LaShelle
Produttore: Billy Wilder
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Commedia, Romantico
Durata: 125 minuti

Dove vedere in streaming L'appartamento

25 Dicembre 2022 in L'appartamento

Un’ottima commedia, magari non il capolavoro assoluto ma comunque quasi priva di difetti. Ha ampie ripercussioni sulla societa’ del tempo e di oggi.

La ragazza dell’ascensore / 20 Ottobre 2017 in L'appartamento

L’appartamento di Wilder è uno dei fiori più belli di quel magnifico bouquet di commedie brillanti scritte assieme al geniale I.A.L. Diamond. Shirley MacLaine è forse nel ruolo più riuscito della sua benemerita carriera, un taglio sbarazzino per un personaggio che appare inizialmente molto defilato e compito, lift-operator dal sorriso cordiale ma formale, che si rivela via via donna elegante e intimamente tormentata. A lei si affiancano uno smagliante Fred MacMurray e il grande Jack Lemmon, mattatore immortale della commedia sul quale c’è ben poco da aggiungere se non vedere e rivedere tutti i suoi film. Io qui ho sempre avuto un debole per il personaggio rassicurante del dottor Dreyfuss, interpretato da uno splendido Jack Kruschen (attore dimenticatissimo) nel classico ruolo ricorrente di contrappunto, in questo caso al folleggiante popolo dell’Appartamento. Deliziosa anche Hope Holiday, sebbene il suo sia poco più di un cameo nei panni dell’avventrice ubriaca rimorchiata dal protagonista, un volto che sembra il prototipo antesignano di Laura Dern.

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Non è la solita commedia… / 24 Aprile 2017 in L'appartamento

L’appartamento pone i presupposti per essere una commedia spiritosa, con un ingenuo Jack Lemmon. Diviene, inaspettatamente, un film agrodolce, che mostra un uomo solo, estremamente buono nonché un mero illuso. La copertura di sciupafemmine, per non attacchire la reputazione dei suoi colleghi a cui da in prestito l’appartamento, viene mantenuta fermamente, anche laddove guadagna le antipatie dei vicini, trovandosi a gestire situazioni tragiche.
Baxter è un’idiota, ma non lo si può che compatire ed adorare, penando per lui del suo “dono” dell’eccessiva bontà e della sua umanità.
E fortunatamente, anche questa storia, dove sembrava che Baxter fosse destinato a rimanere solo, nel suo impulso d’orgoglio, ha un suo lieto fine, dove ha prevalso il buon senso nello scongiurare il peggio.

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Ci sono film che prendono, e film che si fanno prendere. Questo ti prende. / 25 Dicembre 2014 in L'appartamento

The apartment è uno dei classici esempi, se non quello più esplicativo, di come il tempo non sia lineare, in quanto i suoi centoventicinque minuti passano così in fretta da non poter dire con certezza se siano veramente composti da sessanta secondi ognuno. Ed è inutile, nel corso del film, premere il tasto pausa con la speranza di appurare che manchi ancora molto al finale,in quanto ogni scena, e ripeto, ogni singola scena, ti prende a tal punto che non osi interrompere quella magia, come una maschera attenta a non far entrare nessuno in teatro dopo l’inizio dello spettacolo.
E allora ti ritrovi quasi smarrito a fine visione, ma con quel sorriso ”ebete” testimone di aver visto qualcosa di veramente speciale, e non ti importa quanto ti considerino ”hipster” nell’affermare che i film di una volta ( nonché i doppiaggi ) erano migliori, perché per una volta lo pensi veramente.

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grandioso affresco cinico / 13 Giugno 2012 in L'appartamento

Questo è un film che mi è cambiato sotto gli occhi nel tempo, più lo vedo più mi sembrano evidenti il cinismo e la durezza con i quali i personaggi ci vengono restituiti.
Baxter è sicuramente l’impersonificazione dell’individuo spogliato nella folla indistinta dei grandi agglomerati urbani, ma è artefice consapevole del suo destino. C’è una scelta ben precisa nel giochino dell’appartamento prestato, c’è un calcolo appunto cinico: Baxter condivide il sistema, vuole solo sfruttarlo, vuole volgerlo a suo favore. Baxter è colpevole e da condannare come e quanto i suoi superiori, i quali sono forti del vantaggio lavorativo/economico/sociale, hanno solo più potere, ma lui anela in fondo a copiarne stile di vita e comportamenti.
Fran è molto meno sotto i riflettori, non che Wilder sia particolarmente indulgente, ma gode del fatto che le sue relazioni con i piani alti della società siano”mediate” da emotività e sentimenti, lei si innamora e vuole “sposarsi”, non chiede al capo un posto di lavoro migliore. D’altronde da sempre la scalata sociale delle donne avviene attraverso il matrimonio (Cenerentola docet), in questo aspetto la figura femminile del film è più datata.

In fondo l’Appartamento è un film che narra di una guerra fallita, o sfrutti il sistema oppure esci fuori dal gioco, non c’è alternativa. E’ estremamente moderno in questo, la piccola resistenza dell’individuo si radica nella rinuncia, nel rifiuto delle regole e nell’impossibilità di cambiarle o di esserne beneficiario in modo “etico”.
Baxter è un embrione del piccolo mostro urbano che vuole solo posizione sociale, carriera, Baxter è tutti noi ed è già colpevole. Il suo problema in fondo è che lui vuole tutto, è la sua debolezza, lui vuole l’amore, anche. Secondo me Baxter non è il semplice incassatore, è attore a tutto tondo, è così immerso nel gioco che pensa di poter raggiungere la ragazza solo una volta avuta una certa posizione sociale (e diciamolo, forse non ha proprio tutti i torti) , oppure in fondo all’inizio le sue priorità riguardano proprio il lavoro e basta. Tutti gli uomini di successo del film, cominciando dal capo, hanno fatto quella scelta smaccata, potere, soldi, ottima facciata sociale, sesso, avulsi probabilmente nel gioco, senza che capiti loro un momento di crisi, oppure ben consapevoli che le crisi sono per gli idealisti che vivono fuori dal consesso sociale.
La catarsi di Bxter è anche frutto della consapevolezza di essersi infangato da solo, di non essere stato pedina, ma di essere stato motore del suo destino
E’ decisamente vero che nella coppia principale non ci sia un filo di sensualità ed erotismo, non so però se questo possa dipendere da una scelta ben precisa. Possiamo considerare la giovanissima età della Mclain certamente, il fisico a pera di Lemmon, ma credo che sia anche importante valutare che tutta la storia gira intorno al fatto che lui presta il suo appartamento perché altri facciano sesso lì e quindi lui non ne deve fare (un atto autocastratorio) e che sia lei, la donna angelicata perché amata, che fa sesso (in questo almeno il personaggio è moderno) con un altro (la persona sbagliata, ossia quello sposato e che non la ama). La tensione erotica non ci deve essere perché altrimenti data la forzosa convivenza dei due nell’appartamento (con il significato che si porta dietro il luogo) loro potrebbero consumare e chiudere lì il discorso. Invece lui è un maschio depotenziato, lei lo fa, ma con altri. D’altronde guardiamo come ci sia una selva di sostituti alimentari che instradano il rapporto fra i due personaggi su altri binari: gli spaghetti, i brodini, tutto il cibo che lui serve a lei come compensazione.

Una delle cose vincenti del film è rappresentare la città e la sua vita in spazi decisamente angusti, enormi, affollatissimi, ma dove non c’è respiro, non c’è larghezza di orizzonte, è come andare nel grande (rispetto per esempio alle piccole città) per poi vivere in ambienti ristretti e minuscoli: è la realtà della vita moderna, la sua idiosincresia, essere in tanti e poi soli, vivere in città enormi e magari in appartamenti piccolissimi.

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