Stella

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Stella

1977, Parigi. Stella è una ragazzina di undici anni: trascurata dai genitori, gestori di un bar di periferia frequentato da disperati, frequenta per il primo anno una scuola esclusiva. Incapace di seguire correttamente il programma scolastico e di integrarsi con i compagni, stringe però amicizia con Gladys, una coetanea la cui compagnia pare risvegliare in lei il desiderio di apprendere e di uniformarsi.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Stella
Attori principali: Léora Barbara, Mélissa Rodriguès, Laëtitia Guerard, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Johan Libéreau, Jeannick Gravelines, Valérie Stroh, Thierry Neuvic

Regia: Sylvie Verheyde
Sceneggiatura/Autore: Sylvie Verheyde
Fotografia: Nicolas Gaurin
Costumi: Gigi Lepage
Produttore: Bruno Berthemy, Sarah Benoliel
Produzione: Francia
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 103 minuti

Dove vedere in streaming Stella

24 Marzo 2013 in Stella

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Le aspettative rovinano sempre tutto. A me E’ piaciuto, ma credevo di più. Mi spiego, doveva essere di più. Il solito film di formazione alla francese, con questa ragazzina bravissima che imperversa e sopravvive a dei genitori idioti. Avercene ma, fatto mi è stato notare, I quattrocento colpi era due pianeti, e poi la terza stella a sinistra e poi vai con Bennato fino al mattino e quelle caz**te lì, più in là. Eh, mannaggia, è assai vero.
Tutto, rovinano tutto. Dai voti a scuola, dove finivo male quando credevo di andar bene e viceversa, alla mia fiducia nei progressi della laicità nel profondo dell’indole (di quello stronzo) del popolo italiano o qualsiasi cosa.

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23 Agosto 2012 in Stella

Dolcissima Stella, forte da far paura ed altrettanto fragile: credo che tanti bambini, messi alle corde come lei, siano in grado di sviluppare il suo pur sorprendente spirito di sopravvivenza, alla faccia di chi considera l’infanzia solo un’età dell’oro.
Le lacrime si alternano al sorriso, il film è riuscitissimo, i visi sono strepitosi, le interpretazioni altrettanto: Léora Barbara (Stella) è quantomai adatta al ruolo, la sua bellezza e la sua intensità sono innegabili.
Ancora una volta il cinema francese dimostra di saper raccontare l’infanzia senza scorciatoie accomodanti, senza stereotipi, creando -volontariamente o meno, a questo punto non so dire- veri e propri eroi solo anagraficamente piccolissimi.

Nota: mi rendo conto che il parallelismo è assai banale, ma l’ambientazione scolastica e quel che ne consegue mi ha ricordato molto Gli anni in tasca di Truffaut.

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28 Aprile 2011 in Stella

I cineasti francesi riescono ad essere sempre attenti al mondo infantile/adolescenziale e ad esserlo in maniera incisiva, capace di coglierne l’essenza, le paure, le aspirazioni, le difficoltà, tutto ciò che fa di un bambino un bambino.
Anche Stella è un esempio bellissimo di cinema, mai banale, mai scontato e molto vero.

Racconta la solitudine del bambino, sola di fronte al mondo, la scuola in questo caso, sola in casa, sola nelle relazioni proprio nell’età in cui tutto è nuovo, tutto si deve affrontare, tutto si deve sfidare.
E la cosa più genuina è un’amicizia nata per sbaglio che le consente di vedere oltre il suo mondo, che la stimola con la competizione tipica dei ragazzini (legge perchè l’amica legge ), che le regala un po’ di sicurezza, una sorta di identificazione possibile nella completa diversità delle loro famiglie, un po’ di autonomia in un percorso che comunque lei dovrà fare da sola.
Anche qui a ben vedere il ruolo della scuola è decisivo, è quell’occasione che spesso viene ripetuta nel film, una opportunità di emanciparsi rispetto ad un retroterra famigliare devastato e al totale infantilismo dei propri genitori per i quali lei è dopotutto un peso. La scuola ritorna, per noi in Italia è quasi un monito, un posto dove non ci sono santini, è quell’arena che tutti conosciamo, con i nervosismi, le piccole lotte per la sopravvivenza, le difficoltà dello studio “accademico” (mi piace che le sue letture non servano a scuola, o meglio non servano a farla andare bene come per incanto, perchè grammatica, ortografia etc. si imparano con meccanismi differenti, noiosi, pesanti), i terribili minuti alla lavagna, i compiti copiati, la fascinazione per i professori che alimenta l’interesse per le loro materie.

Stella è una ragazzina in mezzo al guado che è la sua crescita, piano piano si estranea dal mondo dei suoi genitori, si innamora di un coetaneo e rifiuta di continuare a giocare con il suo grande amico al bar, il suo amore infantile, riesce a trovare una via a scuola per non farsi bocciare, ma continua a riconoscere l’amicizia della coetanea del suo paese di origine, una bambina perduta sin dai suoi anni più teneri, una bambina vitale, troppo cresciuta e infantile nonostante tutto, evitata da tutti a causa della sua famiglia in un luogo dove nulla è a dimensione di bambino, un’amicizia in cui Stella potrebbe assumere il ruolo che in città è ricoperto da Gladys.
Da notare la capacità di cogliere tutti gli aspetti del mondo dei ragazzi, il rapporto contrastato con i genitori e l’infinito amore che li lega ad essi, la violenza cieca dell’infanzia che sfiora il dramma, i sogni edulcorati e perfetti in cui ci si perde, gli orchi/adulti che si annidano ovunque.
Bella la scena dell’acquisto del primo libro, quasi un atto illegale

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Attraverso gli occhi di una Stella. / 9 Febbraio 2011 in Stella

Siamo nel ’77, in Francia.
Il film ci racconta la storia di una bambina alle soglie dell’adolescenza, ma fa di più. Molto.
Attraverso gli occhi di Stella, insieme alle sue due (uniche) amiche, viviamo storie appartenenti a tre diverse classi sociali ma che, viste tutte attraverso gli occhi delle bambine, si fondono nella stessa speranza: un Futuro.
L’amicizia come fondamento dell’esistenza. Pane e acqua, senza non puoi vivere.
Attraverso gli occhi di Stella, già..la grande magia di questo “piccolo film” credo risieda proprio qui: la camera, nella sua mobilità, sembra quasi sparire. Il suo obiettivo, proprio grazie alla sua forte presenza, è in grado di rendersi invisibile, permettendoci così di guardare il film attraverso gli occhi stessi di Stella.
È strano…per due ore non guardiamo la sua storia, bensì la viviamo. Il suo sguardo diventa il nostro.
Dolce, anzi, delicato. Mai bigotto. Non giudica: osserva e sentenzia. Come una bambina quasi donna.
Un film tutto femminile, dove le figure maschili possono salvarsi (o restare per sempre colpevoli) solo grazie, appunto, alle donne.
Piange, poco e con poche lacrime. Sorride, aspettando l’esplosiane delle risa.
Perfetta anche la colonna sonora.
In tutto il film mi sono ritrovato solo per 5 minuti nuovamente “spettatore”, solo un anello della catena di questa storia mi è sembrato presentato con eccessivo rumore, un anello comunque necessario alla trama del film, forse per la regista così doloroso da renderne impossibile la sua rappresentazione mantenendo la stessa “distanza”…ma sono solo 5 minuti e fermarsi qua sarebbe come guardare il dito che la indica e, appunto, non la Stella.
Finito di viverlo, provate a esprimere un desiderio.
Non è per nulla cadente, per questo porta fortuna.

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