Room

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Room

Il piccolo Jack vive insieme alla sua mamma Joy in una stanza di pochi metri quadrati, dalla quale non è mai uscito. Non ha cognizione del mondo esterno, che lui chiama genericamente Spazio. Un giorno, però, sua madre decide che è arrivato il momento di lasciare la Stanza e, con l'aiuto di Jack, escogita un piano che consenta loro di andarsene.
Lily_Chan ha scritto questa trama

Titolo Originale: Room
Attori principali: Brie Larson, Jacob Tremblay, Joan Allen, Sean Bridgers, Tom McCamus, William H. Macy, Cas Anvar, Amanda Brugel, Wendy Crewson, Joe Pingue, Sandy McMaster, Matt Gordon, Zarrin Darnell-Martin, Jee-Yun Lee, Randal Edwards, Justin Mader, Ola Sturik, Rodrigo Fernandez-Stoll, Rory O'Shea, Kate Drummond, Jack Fulton, Chantelle Chung, Brad Wietersen, Graeme Potts, Katelyn Wells, Celeste Bruno, Mostra tutti

Regia: Lenny Abrahamson
Sceneggiatura/Autore: Emma Donoghue
Colonna sonora: Stephen Rennicks
Fotografia: Danny Cohen
Costumi: Lea Carlson
Produttore: Ed Guiney, Rose Garnett, David Gross, Andrew Lowe, Emma Donoghue, Jesse Shapira, Jeff Arkuss, Tessa Ross, David Kosse, Keith Potter
Produzione: Irlanda, Canada
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti

Dove vedere in streaming Room

Una madre e un figlio. / 1 Novembre 2022 in Room

Ho appena terminato di leggere il romanzo “stanza, letto, armadio, specchio” di Emma Donoghue e ho deciso di vedere il film che ne hanno tratto.
Se il romanzo mi ha commossa molto il film non è da meno, una storia toccante ed estremamente dolorosa, un’esperienza di vita devastante(una prigionia durata sette anni), un rapporto simbiotico tra madre e figlio.
Un film che come il libro ti fa apprezzare ancor di più la bellezza dell’essere liberi.
Performance attoriale perfetta.

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Stanza, letto, armadio, specchio / 25 Ottobre 2018 in Room

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Buon film intenso e drammatico.
Il piccolo Jack vive con la madre Joy (l’ottima Brie Larson che ha vinto l’oscar meritatamente per questa pellicola) in una stanza; non conosce nulla del mondo esterno. Pian piano si viene a sapere che Joy è stata rapita 7 anni da un uomo sconosciuto (chiamato Old Nick) che da allora la tiene segregata e la abusa continuamente.
Il film si può dividere in due parti; la prima si svolge all’interno della stanza dove Joy cerca di far vivere al bambino una vita “normale” con le limitazioni del caso. Quando Jack compie 5 anni, Joy si rende conto che non possono continuare a vivere così e insieme cercano di escogitare un piano di fuga. La seconda, a fuga riuscita, vede il lento e faticoso riadattamento al mondo esterno da parte di Joy, la cui esperienza l’ha però segnata negativamente. Allora lo scopo è quello di far crescere Jack che inizialmente ha molte più difficoltà ad abituarsi al Mondo (fuori dalla stanza).
Molte scene dure e dolorose, sia all’interno della stanza che fuori: la forza di Joy all’interno, che riesce a far sembrare a Jack la stanza enorme (basta vedere la reazione poi di Jack quando la rivede fuori dal contesto). Le difficoltà di riadattarsi al mondo esterno con i cambiamenti famigliari degli ultimi 7 anni, i soliti giornalisti invadenti e senza scrupoli (dure le domande che rivolgono nell’intervista a Joy).
Nel resto del cast, minimale soprattutto nella prima parte, da citare Joan Allen e William H. Macy nei panni dei genitori di Joy.

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la descrizione di un abuso e di una rinascita / 7 Marzo 2018 in Room

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Room è stato claustrofobico ma nemmeno troppo. Infatti solo una parte è ambientata all’interno della stanza. In particolare non è tanto la vicenda del rapimento a essere il fulcro di tutto ma i due protagonisti e il loro rapportarsi al luogo in cui vivono e successivamente a quello post fuga. Inizialmente abbiamo una madre che fa di tutto per proteggere il figlio dalla situazione in cui si trovano. Non sa se è giusto mentirgli ma lo fa per fargli vivere quei primi anni in armonia. Purtroppo il bambino crede che la stanza sia il mondo. E quando si presenta un’occasione di fuga è molto difficile fargli credere che in realtà non è come è sempre stato. La protagonista è una ragazza madre, rapita, per anni a subire abusi sessuali (che l’hanno portata a far nascere il pargolo in questione). Quando finalmente si ritrova nel mondo reale ha perso razionalità, è sconvolta e non riesce a sentirsi a casa, al sicuro o tranquilla. E’ una situazione mentale agghiacciante, difficile immedesimarsi in lei. Per il piccolo è difficile inizialmente ma poi man a mano che va avanti nei giorni diventa tutto più normale. La sua vera vita è appena cominciata e ha pure scoperto di avere un intero mondo da vedere. Lei di vita ne ha perso una buona parte. Reclusione e violenza è tutto quello che ha conosciuto, per cui giustifico le sue azioni fuori dalla stanza. Quello che fatico a capire sono le persone che le stanno intorno. Cercano di aiutarla senza rendersi conto di peggiorare solo le cose. In conclusione Room è un film intenso ed emotivamente difficile ma al tempo stesso bellissimo e struggente.

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Riuscito a metà / 6 Marzo 2018 in Room

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mi è sembrato un film riuscito a metà.
La prima parte, in cui viene raccontata l’assurda quotidianità dei protagonisti, è disturbante, piena di tensione, dolore e, per assurdo, originalità, ben espressa dalle mille invenzioni di Joy (molto brava Brie Larson).

Con il renserimento della ragazza e del bambino nella società, tutto si disfa. Le implicazioni sociologiche e psicologiche del racconto vanno ramenghe: il ragazzino si trasforma in un fantoccino senziente e la madre è solo (la) preda di una pur comprensibile depressione. A livello di scrittura, sono diventati pallidi ricordi dei personaggi ben caratterizzati della prima parte della narrazione e intorno a loro si muovono figure solo sbozzate.

Azzeccatissimo il piccolo attore, Jacob Tremblay, mai stucchevole.

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Il mondo fuori dall’abbaino / 20 Ottobre 2016 in Room

Film doloroso, a tratti insostenibile, con le eccellenti interpretazioni di Brie Larson e del piccolo Jacob Tremblay. Sarebbe stato ovvio puntare sul senso di claustrofobia di una piccola stanza segreta, invece essa è nel film di Abrahamson la proiezione della libertà attraverso gli occhi di un bambino, un nido dal quale urlare agli alieni e fare un po’ di capricci, fare il bagno con mamma, cucinare e giocare. Intenso, con momenti di tensione e pause rassicuranti, un film che non si può scordare.

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