Reliquia / 19 Novembre 2023 in La vita nascosta - Hidden Life

“Nelle trincee quotidiane della vita da adulti l’ateismo non esiste. Non venerare è impossibile. Tutti venerano qualcosa. L’unica scelta che abbiamo è che cosa venerare. E un motivo importantissimo per scegliere di venerare un certo dio o una cosa di tipo spirituale[…] è che qualunque altra cosa veneriate vi mangerà vivi.”
– David Foster Wallace

Ho voluto cominciare con questa citazione di Wallace per spiegare, per onestà intellettuale, che seppur io mi trovi d’accordo con le sue parole e quindi non mi consideri un ateo nel suo giusto modo di pensare, lo sono, però, nel senso più classico e di uso comune. Non sono una persona ne spirituale ne religiosa e, anzi, spesso intollerante verso il cattolicesimo ma, e arrivo al punto, la moralità cristiana di questo film mi ha spiazzato, Hidden Life è disarmante.

Pur non essendo io un grande esperto del cinema di Malick e basandomi solo su quei 2/3 film visti mi sento di poter dire che in quest’opera il tema del naturalismo tocca delle vette altissime, la natura è Dio, ci sovrasta e osserva impassibile la brutalità dell’uomo.
Il libero arbitrio è un tema inserito nel film in maniera molto sottile, è facile perdere la concentrazione in un’opera fotograficamente così elevata ma se si rimane focalizzati, qui, si parla di cieca arbitrarietà(passatemi l’accostamento delle due parole), di una capacità di discernimento cosi lucida da spaventare di più del male al quale ci si oppone.

Il Franz di August Diehl è un martire che “riconosce il male quando lo vede” e si oppone ad esso con la forza di un Cristo che porta la sua croce e usa la sua carne come un pugile che incassa costantemente e non colpisce mai, se non con la sua immobilità.
Certo, tutti concetti che conosciamo bene, soprattutto in occidente ma qui il messaggio filosofico e pacifista che ne viene fuori è, cinematograficamente, potentissimo.
Malick usa gli attori come marionette in un disegno molto più grande, è talmente tutto ben amalgamato che non riesco neanche a dare un parere sulla recitazione.

Quest’opera è immensa e penso che l’essenza si racchiuda nel meraviglioso dialogo, per me già da storia del cinema, che c’è tra il pittore della chiesa e Franz:

“[…]La vita di Cristo è un appello.”

Forse adesso il pittore avrà il coraggio di osare e saprà chi dipingere sopra quei muri.

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