6,5 / 11 Dicembre 2013 in Prova d'orchestra

Prova d’orchestra è prima di tutto un esercizio di stile, pertanto un prodotto opinabilmente variabile e quantomai ambiguo. Si tratta poi di una ambiguità non del tutto costruttiva, quasi egoistica, dove spuntano segni di critica societaria, parodistica denuncia di un intellettualismo vuoto, finto, che implode in se stesso rivelando la sua stupida natura, distruggendo tutto e, alla fine, rinascendo dalle macerie. E il maestro d’orchestra, unico portabandiera della musica veramente sentita, distrugge anche la rinascita, smascherandosi per ciò che è: ennesimo coccio vuoto e crepato. Dal neorealismo nascono tutti i personaggi che davanti alla camera da presa dichiarano la superiorità del proprio strumento, in un crescendo di grottesco efficace. Eccellente finale a tratti onirico, exploit virtuoso della contraddizione.

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