Professione: reporter

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Professione: reporter

David Locke, interpretato da Jack Nicholson, è un giornalista televisivo di successo. È inviato, dagli USA in Africa. Lì, stanco ed ormai appagato dal suo modo di vivere, decide di darsi per morto e ricominciare daccapo. Si sostituisce così ad un tal David Robertson, di cui, accidentalmente, trova il cadavere. Presentato in concorso, nel 1975, al Festival International du Film de Cannes, vince, l’anno successivo, due nastri d’argento, tra cui quello per la miglior regia.
jossi ha scritto questa trama

Titolo Originale: Professione: reporter
Attori principali: Jack Nicholson, Maria Schneider, Jenny Runacre, Ian Hendry, Steven Berkoff, Ambroise Mbia, José María Caffarel, James Campbell, Manfred Spies, Jean-Baptiste Tiémélé, Ángel del Pozo, Charles Mulvehill, Miquel Bordoy, Jaime Doria, Joan Gaspart, Narciso Pula, Gustavo Re, Enrico Sannia, Manfred Spies, Mostra tutti

Regia: Michelangelo Antonioni
Sceneggiatura/Autore: Mark Peploe, Michelangelo Antonioni, Peter Wollen, Miguel De Echarri, Enrico Sannia
Colonna sonora: Ivan Vandor
Fotografia: Luciano Tovoli
Costumi: Louise Stjernsward
Produttore: Carlo Ponti, Alessandro von Norman
Produzione: Spagna, Francia, Italia
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 126 minuti

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Professione: reporter / 4 Ottobre 2015 in Professione: reporter

Professione: reporter è un manifesto cinematografico dell’ennui, della voglia di cambiare vita e chiudere con un passato opprimente (scena emblematica: il 4×4 che si insabbia nel deserto, cui segue il disperato urlo d’angoscia del protagonista).
Un film lento (forse troppo), che alterna fasi ridondanti a geniali virtuosismi degni di quello che è considerato uno dei più grandi registi italiani del post-neorealismo.
Il riferimento va ovviamente, in primis, al meraviglioso piano sequenza finale: la lunghissima ripresa del cortile di un desolante paesino andaluso, effettuata dall’interno della camera d’albergo in cui il protagonista andrà incontro alla sua fine. La macchina da presa si avvicina sempre più all’inferriata, prima impercettibilmente poi sempre più rapidamente, per poi uscirne. Si assiste, fuori da quella camera, a tanti singoli momenti, tutti molto significativi: la ragazza che sembra andarsene, ma che poi torna; l’arrivo dei killer; quello della moglie del reporter.
Minuti che scorrono lunghissimi, carichi di un’alienante angoscia.
Ma ci sono anche altri momenti, qua e là sparsi, di grande regia (penso alla ripresa di Nicholson che si sporge sul mare dal finestrino della teleferica simulando il volo di un gabbiano).
Suggestive alcune location, tra cui le riprese sul tetto di Casa Milà a Barcellona (la Pedrera di Gaudi).
Un buon Jack Nicholson affiancato da una Maria Schneider che punta tutto sulla sua irresistibile bellezza acqua e sapone, risultando perfetta nella sua ingenuità, anche se non altrettanto quanto a doti recitative.
Ho trovato fuori luogo la battuta finale della moglie: a volte uno sguardo, un’espressione del viso fanno più di tante frasi scontate e banali.

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15 Gennaio 2015 in Professione: reporter

Non particolarmente incisiva la Schneider, buon lavoro di Nicholson. Film molto lento, molto frammentario, molto dispersivo, con alcune scelte registiche geniali; sorretto interamente dall’eleganza di Antonioni.

13 Gennaio 2013 in Professione: reporter

Lento ma ciò nonostante intrigante ed affascinante sia nella storia che nella regia di Antonioni, specie nel fantastico piano sequenza finale. Ottime le interpretazioni.

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