Ventilatori / 1 Marzo 2013 in O Palhaço

Una carovana del circo viaggia lenta tra le polverose strade interne del Brasile. Il posto in cui sono diretti è un piccolo villaggio tra sterminate piantagioni di canna da zucchero. Viene montato il tendone: lo spettacolo può cominciare.
Benjamim è il clown, spetta a lui introdurre gli altri artisti, è suo compito divertire il pubblico, intrattenerlo sempre con gli stessi numeri, con le stesse logore battute. Sì, lui è il pagliaccio, lui fa ridere, ma chi fa ridere lui?
E così, giorno dopo giorno, un po’ per disillusione, un po’ per la tristezza che mette un mondo, come quello del circo, ormai vecchio, cadente e senza futuro, in lui nascono dei dubbi, sente che questo, forse, non è il suo destino, vede la vita come se su essa si fosse deposta una impalpabile polvere grigia. E sente caldo, è ossessionato dal caldo, desidererebbe più di ogni altra cosa un ventilatore, che gli possa dare refrigerio, ma anche possa scacciare la malinconia, la disillusione, il grigiore.
I magri incassi non glielo permettono, e per il lui il detto “meglio andare sferzati dal bisogno,ma vivere di vita!” non conta nulla. Le continue privazioni lo tormentano, lascerà il circo? Troverà la sua strada o continuerà a recitare, a fingere d’essere quel che non è?
qui la “colonna sonora”.

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