Metropolis

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Metropolis

Nella città di Metropolis, governata dall'imprenditore despota Fredersen e strutturata su una rigida suddivisione in classi, gli operai vivono e lavorano in condizioni disumane. L'unica che si prodiga per sollevarne il morale è Maria; dalle sue parole è colpito anche Freder, il figlio del dittatore, al punto da fingersi operaio e scendere nel sottosuolo per verificare la durezza del lavoro alle macchine. Lo scienziato Rotwang allora, su ordine di Fredersen, realizza un robot che riproduce le fattezze di Maria, allo scopo di screditarla e persuadere gli operai alla rivolta.
mandelbrot ha scritto questa trama

Titolo Originale: Metropolis
Attori principali: Gustav Fröhlich, Brigitte Helm, Alfred Abel, Rudolf Klein-Rogge, Theodor Loos, Fritz Rasp, Erwin Biswanger, Heinrich George, Fritz Alberti, Grete Berger, Olly Boeheim, Heinrich Gotho, Gottfried Huppertz, Georg John, Margarete Lanner, Rose Lichtenstein, Hanns Leo Reich, Arthur Reinhardt, Curt Siodmak, Henrietta Siodmak, Olaf Storm, Rolf von Goth, Helen von Münchofen, Helene Weigel, Mostra tutti

Regia: Fritz Lang
Sceneggiatura/Autore: Fritz Lang, Thea von Harbou
Colonna sonora: Gottfried Huppertz, Otto Harzner
Fotografia: Karl Freund, Günther Rittau, Walter Ruttmann
Costumi: Aenne Willkomm
Produttore: Erich Pommer
Produzione: Germania
Genere: Drammatico, Fantascienza
Durata: 149 minuti

Dove vedere in streaming Metropolis

Fantascienza ed esoterismo / 30 Novembre 2018 in Metropolis

[Visto nella versione con musiche di Kidlex]
Nonostante la trama sia un po’ stupidina, Metropolis è un film suggestivo come pochi, grazie alla eccezionale visionarietà di Fritz Lang.
Ambientazione e scene di distopica alienazione, ed esoterismo inquietante.
Ho apprezzato molto anche l’espressività degli attori (Maria è fantastica), e sono davvero tante le scene memorabili.
Peccato che forse sia un po’ troppo lungo, e la parte finale (quella successiva alla fuga degli operai dalla loro “città”), è ricca di azione ma priva del fascino di ciò che l’ha preceduto.

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9 Aprile 2015 in Metropolis

Mamma che inquadrature fenomenali, una in ogni scena.
Le ambientazioni, gli attori, il simbolismo, tutto meraviglioso.

Capolavoro / 6 Ottobre 2014 in Metropolis

Da neofita del cinema muto, ho commesso il grave errore di tenere questa pellicola per oltre un anno su PC senza vederla (nonostante i ripetuti consigli di vederla al più presto).
Purtroppo, vista ai giorni nostri, la trama appare piuttosto semplice, facilmente prevedibile e dal sapore fiabesco tuttavia, se ci si cala nella parte di uno spettatore in una sala cinematografica del lontano 1927, si riesce tranquillamente a non badare a queste sottigliezze e lasciarsi stupire. Sin dai primi minuti la storia intriga facendo scorrere i successivi 150 minuti senza annoiare.
Scenografie ed ambientazioni avveniristiche e finemente realizzate proiettano lo spettatore nella distopica Metropolis; città nella quale, Fritz Lang, vi mescola abilmente elementi architettonici ed industriali degli anni ’20 con elementi medievali e riferimenti religiosi: un robot messo al rogo, macchine trasformate in antiche divinità, l’emblematica Torre di Babele e l’alchimistico laboratorio dell’ingegner Rotwag.
Il messaggio del film è piuttosto semplice ma, grazie alla forza dirompente delle immagini tramite le quali viene trasmesso, rimane bene impresso nella mente invitando anche a rifletterci sopra.
Assolutamente da vedere.

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Verso il Futuro. / 12 Settembre 2013 in Metropolis

L’inizio, ad un occhio inesperto quale il mio, sembrava segnare una permanenza infinita davanti allo schermo… invece l’immersione è stata coinvolgente, totale.
Difficile comprendere alcune motivazioni: la decontestualizzazione è troppo forte.
La resa recitativa della “Maria-Babilonia” mi è piaciuta moltissimo: riconosco un po’ esagerata, ma forse gli spettatori del 1927 non erano “smaliziati” come quelli odierni ed era bene distinguere nettamente l’uomo dall’automa (concetti nascenti) tramite quell’occhio semichiuso (molto attraente, dal mio punto di vista).
La realizzazione tecnica assolutamente avveniristica, con degli effetti che avranno fatto strabuzzare gli occhi degli stupefatti fruitori. Musica gradevole e pregna di significato. Non per nulla credo che molti autori abbiano fatto riferimento a questo capolavoro; mi è sembrato perfino di udire l’antenato de “la marcia imperiale” usata poi dal buon Lucas (o forse sono stato condizionato dalla somiglianza dell’automa a C-3PO).
Dal punto di vista “moralistico”, nonostante gli spiattellati riferimenti al cristianesimo (non tanto per Maria, quanto per Babele, la Grande Babilonia e la danza, apocalittica, della Morte) ho notato dapprima i riferimenti all’Oriente (anche questo interesse nascente dell’epoca) con Siddharta. Chi è, d’altronde, questo Freder sempre vissuto nel giardino idilliaco che ne esce, scavalcando l’ombra del padre, e incontra la miseria e la morte? Questo cambierà Freder: capire che esiste la sofferenza. Questo lo porterà ad acuire sensi e sensazioni e da buon occidentale ad innamorarsi morbosamente della figura di una “santa”: questa la differenza con l’Oriente che ancora non siamo in grado di comprendere.
Insomma, un Lang lanciato verso le assolute novità: il Moloch del ’14, i robot del ’21 e il Siddharta del ’22… e chissà quante non ne conosco! Ad ogni modo, novità mescolate assieme magistralmente: non lo dico io… hanno fatto la storia del cinema!

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Metropolis, quasi cent’anni di fantascienza / 13 Gennaio 2013 in Metropolis

Uno dei film che più mi piace rivedere è Metropolis.
Giorni fa ne riapprezzai i contenuti. Fritz Lang è il suo regista, forse questa è la sua opera più famosa ma vorrei segnalarvi anche M – Il mostro di Düsseldorf.
La pellicola in questione ha influenzato stilisticamente sia Blade Runner sia Brazil. Uno dei primi film fantascientifici, del 1926.
Il regista, ci porta nel 2026 anno in cui le divisioni in classi suggerite da Marx sembrano acuirsi a tal punto da avere un mondo diviso, anzi una città utopica (Metropolis) divisa in:
RICCHI industriali, capitalisti, viventi negli sfavillanti grattacieli e POVERI operai sfruttati che lavorano come macchine senza sosta. Anzi, una sosta ce l’hanno, quando si rifugiano nel loro ghetto. La particolarità della cosa è che i ricchi sembrano neanche ricordarsi di ciò.
Il capo di tutto e di tutti è un dittatore, ma che dico dittatore, un imprenditore. Un industriale che vive nel palazzo raffigurato nel poster, quello più alto, quello più grande, quello più luminoso.
La tranquillità apparente dei ricchi viene scossa dall’ingresso, in un giardino pensile, di operai uniti a Maria (donna angelo, richiamo alla religione?). Qui vi era il figlio dell’imprenditore sopra citato, l’esperienza lo segnerà a tal punto da decidersi a visitare il sottosuolo e il mondo che non è suo.
Il funzionamento dei macchinari, la vita e gli abusi che subiscono i suoi “fratelli” lo porteranno …

Da vedere !

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