Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

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Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Nella Little Italy di New York, Charlie Cappa (Keitel) si divide tra le aspirazioni di ascesa sociale, che in un tale contesto vanno di pari passo con la criminalità, e gli scrupoli morali derivanti da un'educazione cattolica sempre latente nel quotidiano. Il suo eccessivo altruismo si manifesterà soprattutto nell'aiuto all'amico Johnny Boy (De Niro), giovane scapestrato che colleziona risse e debiti, e che lo ripagherà trascinandolo nei guai...
hartman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Mean Streets
Attori principali: Harvey Keitel, Robert De Niro, David Proval, Richard Romanus, Amy Robinson, Cesare Danova, Victor Argo, George Memmoli, Lenny Scaletta, Jeannie Bell, Murray Moston, David Carradine, Robert Carradine, Lois Walden, Harry Northup, Dino Seragusa, D'Mitch Davis, Peter Fain, Juli Andelman, Robert Wilder, Ken Sinclair, Jaime Alba, Ken Konstantin, Nicki "Ack" Aquilino, B. Mitchell Reed, Martin Scorsese, Catherine Scorsese, Mostra tutti

Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura/Autore: Martin Scorsese, Mardik Martin
Fotografia: Kent L. Wakeford
Produttore: E. Lee Perry, Jonathan T. Taplin
Produzione: Usa
Genere: Azione, Drammatico, Poliziesco
Durata: 111 minuti

Dove vedere in streaming Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Che cult! / 20 Settembre 2020 in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Ogni tanto me lo rivedo perché Scorsese è partito alla grande da subito!
Bellissima la Little Italy degli anni 70, con New York torbida e puzzolente ma che mantiene un gran fascino.
Grande Keitel, giovane e bello quanto De Niro, nel suo Johnny Boy che ci da un anticipo dei suoi ruoli più belli.
Questi sono i film che non dovrebbero mai scomparire dalla circolazione!
8!!!!!!

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14 Agosto 2017 in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Gangster movie anni ’70 / 22 Novembre 2016 in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Uno Scorsese acerbo ma già affilatissimo getta qui le basi di una carriera sfolgorante che molto deve alla sua naturale propensione per i gangster movies. Una scrittura perfetta e inquadrature con una impronta sempre molto personale, mai scontata, incorniciano la bella prova del protagonista Harey Keitel e la prima, vera, grande interpretazione di Robert De Niro (il suo scanzonato Johnny Boy arriva quasi a competere col futuro Travis Bickle). E’ bello vedere condensata nella scena al cinema la sua gratitudine attraverso piccole citazioni cinematografiche (alcuni shots de La tomba di Ligeia del suo nume tutelare Roger Corman; la locandina di “Mariti” di John Cassavetes che lo convinse a lasciare i lavori facili dell’exploitation per intraprendere la strada del grande cinema).

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Il fiore all’occhiello della ‘New Hollywood’… / 4 Ottobre 2014 in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Audace, sfrontato, nuovo. Nell’anno di grazia 1973, un giovane regista di talento, italoamericano, Martin Scorsese, con all’attivo appena due lungometraggi, peraltro discreti, scrive e dirige “Mean Streets”, storiella ambientata nelle strade di Little Italy fra amicizia, amore, morte e redenzione. Il quartiere, dove il regista è nato, cresciuto e formato, è il vero protagonista della vicenda, nella quale l’esile trama è solo un pretesto per mettere in scena una sorta di dettagliato trattato socologico ed antropologico sulla vita e i movimenti di una fauna che vive di espedienti, divisa fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il film è sincero, genuino e come detto in precedenza nuovo, scarno d’accordo, essenziale ma girato ottimamente, con uno stile ed una “tecnica” invidiabili, c’è più cuore e voglia che tecnica ma si parla di quest’ultima solo per esaltare il grande regista che con questo film si stava facendo e che avrebbe fatto della passione la sua vera tecnica. Lontano anni luce dalle acque ferme nelle quali ristagnava la Hollywood degli Studos, fatta di cariatidi ormai mummificate e film già vecchi ancor prima di essere proiettati, “Mean Streets” è l’opera che sfrutta pienamente il nuovo movimento della ‘New Hollywood’ per consacrarlo definitivamente, imponendo di conseguenza nuovi stili cinematografici, nuovi attori e nuovi registi, personaggi di spicco che negli anni a venire avrebbero rinvigorito la cultura popolare ed il cinema, non solo americano, ma di tutto il mondo. E’ dunque un’opera che và inquadrata soprattutto per gli anni nella quale è stata data alla luce, gli anni del cambiamento, i primissimi anni ’70, che dal 1968 sono stati il periodo di maggior sperimentazione e di un accesissimo vigore artistico; il nostro Scorsese, di lì a poco avrebbe diretto il sommo “Taxi Driver”, opera che metterà un bel punto alla prima parte della sua carriera e lo farà andare consapevolmente a capo. Qui il buon Martin dimostra di conoscere benissimo ciò che narra e senza paura lo mostra, esaltando e ironizzando su tutti i personaggi che danno vita alla vicenda, in primis quello interpretato dal suo attore feticcio Bob De Niro, qui nelle vesti dello squinternato Johnny Boy, guappetto di quartiere senza ne arte ne parte, croce e delizia del più inquadrato, ma ipocrita, personaggio inerpretato da Harvey Keitel, fulcro della vicenda e l’unico tristemente consapevole della meschinità della propria vita e delle vite dei suoi amici, dei quali però non sembra poter fare a meno. In “Mean Streets”, come già accennato, non c’è una vera trama, è solo un viaggio, divertente, doloroso e dettagliato, nelle esistenze di ragazzi sbandati che giocano a fare i duri nella Little Italy dei primi anni ’70 e il regista dirige l’orchestra con l’ abilità di un grande cineasta che ha assorbito i vecchi classici del cinema per contribuire a creare un nuovo discorso e una nuova idea di cinema sbocciata dal sacro fuoco dell’arte. La grandezza del suo cinema la si evince anche dall’uso, nuovissimo ed unico, della colonna sonora che mescola con un’efficacia sabalorditiva pezzi storici del rock anglosassone e statunitense e pezzi di folclore italiano, nella tracklist infatti si possono notare i Rolling Stones, Eric Clapton, Renato Carosone e John Mayall, un mix incredibile che sarebbe diventato un marchio di fabbrica per Scorsese,da sempre attento sl sound dei propri film, il quale ha intuito egregiamente che una buona canzone può valorizzare una scena altrimenti piatta e di conseguenza l’esatto contrario. Per la serie ‘cinema e musica sono complementari.’ L’entrata in scena di De Niro/Johnny Boy sulle incalzanti note di ‘Jumpin Jack Flash’ degli Stones ne è un esempio più che esaustivo, grande stile e senso del gusto moderno. Per concludere ci troviamo di fronte ad un film “fottuto”, un cinema che non poteva passare inosservato per via di quanto detto finora, l’inizio di qualcosa di meraviglioso, l’inizio di un nuovo modo di intendere i films, l’inizio di un nuovo linguaggio, sporco e diretto ma anche l’inizio, il lancio definitivo se preferite, per la stratosferica carriera di Martin Scorsese, un regista di cui si avrà sempre bisogno.

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2 Agosto 2013 in Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno