Lucy

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Lucy

Lucy è una giovane donna costretta a trasportare sostanze stupefacenti all'interno del proprio corpo. Il contenuto della sacca posizionata nel suo addome si disperde all'interno del suo corpo, alterando il suo organismo e facendole sviluppare capacità mentali incredibili.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Lucy
Attori principali: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Choi Min-sik, Amr Waked, Julian Rhind-Tutt, Pilou Asbæk, Lio Tipton, Shin Yoo-ram, Seo Chong-ju, Nicolas Phongpheth, Paul Lefèvre, Jan Oliver Schroeder, Luca Angeletti, Pierre Poirot, Pierre Grammont, Bertrand Quoniam, Loïc Brabant, Pascal Loison, Pierre Gérard, Isabelle Cagnat, Frédéric Chau, Claire Tran, François Legrand, Bob Martet, Alexis Rangheard, Tonio Descanvelle, Julien Personnaz, Christophe Lavalle, Renaud Cestre, Thibault Segouin, Matthew Bravais, Claire Zaniolo, Alessandro Giallocosta, Wolfgang Pissors, Sifan Shao, Paul Chan, Chou Chung-Wei, Huan Jhih-Cyuan, I. Cheng-Sheng, Frank Ma, Tseng Sheng-En, Liu Hsieh-Min, Sandra Abouav, Abel Aboualiten, Ken Lin, Hsing Feng, Hao-Hsiang Hsu, Laura D'Arista, Eunyul Hong, Samuel Churin, Mason Lee, Mohammad Aslam Ansari, Kevin Dust, Diego Llano, Timothy Reevis, Jaysson Reyes De La Cruz, German Tintaya Mamani, Kanneti Sawe Han, Cédric Chevalme, Mostra tutti

Regia: Luc Besson
Sceneggiatura/Autore: Luc Besson
Colonna sonora: Éric Serra
Fotografia: Thierry Arbogast
Costumi: Olivier Bériot
Produttore: Virginie Besson-Silla, Marc Shmuger
Produzione: Francia, Usa
Genere: Azione, Fantascienza, Supereroi
Durata: 89 minuti

Dove vedere in streaming Lucy

Sarebbe 6.5 / 26 Agosto 2017 in Lucy

Un’idea geniale realizzata piuttosto bene. Scarlett Johansson è bravissima nel rendere sia la donna abbastanza squallida che è inizialmente, sia la donna onnipotente che diventa man mano. Ci si poteva aspettare di più ma non c’è di che lamentarsi

Bah / 4 Novembre 2015 in Lucy

Una delle troiate più insulse che abbia visto negli ultimi anni; inutile anche per un pomeriggio di svago.

L’onnipotenza è noiosa / 24 Ottobre 2015 in Lucy

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’onnipotenza è noiosa. E anche la quasi onnipotenza. Lucy diventa onnipotente solo alla fine del film, ma già subito dopo l’incidente che l’avvia a trascendere la condizione umana le sue capacità sono più che sufficienti a battere qualsiasi avversario. Ed è a questo punto che il film perde di significato: a che pro andare avanti un’altra ora, se è subito ovvio che l’eroina è più che in grado di annichilire qualsiasi opposizione? A che serve la strage di poliziotti prima della fine, quando già Lucy aveva dimostrato di poter far levitare e disarmare i killer coreani?
Non mi soffermo sui difetti minori – le noiose spiegazioni pseudo-scientifiche di Morgan Freeman, l’idea banalissima che a una maggiore intelligenza corrispondano minori sentimenti, i delinquenti coreani che chissà percé abitano a Taiwan, la telefonata a mammina con i ricordi prenatali, la citazione michelangiolesca (oscena); etc.
Non rimane che consolarsi coi primissimi piani del volto di Scarlett Johansson, inespressivo e vagamente corrucciato per aderire alla parte, ma che vale sempre la pena di contemplare.

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9 stelle e mezza / 22 Luglio 2015 in Lucy

Lo rivedrei all’infinito. La Johansson è magnifica, il contrasto tra la Lucy dei primi 20 minuti e quella degli ultimi 10 è eccezionale. Morgan Freeman non mi ha particolarmente colpito, ma del resto non gli è stato dato molto spazio.
Il finale lascia molto a desiderare: il film è scandito interamente sulle percentuali di neuroni che Lucy riesce ad attivare man mano, quindi se si fossero semplicemente interrotti sulla scritta ‘100%’ sarebbe stato perfetto.
Questo film o si ama o si odia, io lo amo

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10 Marzo 2015 in Lucy

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Besson, come del resto nel suo bagaglio esistenziale di regista, sceglie un personaggio femminile per diffondere un concetto, tecnicamente legato al mondo delle neuroscienze, ma complementare a questo, in cui la componente emotiva gioca un ruolo fondamentale.
Tralasciando gli aspetti puramente scientifici, che hanno come unico scopo quello di rendere comprensibile anche un tema decisamente complesso, come quello dello sviluppo del potenziale cerebrale, si può evincere una critica silenziosa al genere umano, sempre più ossessionato dalla tecnologia, e non più viaggiatore proteso alla scoperta di se stesso. Perché in fondo cosa comporterebbe un aumento esponenziale della rete neuronale, se non a un rapido calcolo delle proprie capacità, in relazione all’ambiente che ci circonda?
Besson, nel farlo, calca un po’ la mano, rendendo un semplice modello di comportamento, un’eroina, forse per dare risalto alla banalità e al facile effetto della spettacolarizzazione, ma non si allontana mai dal suo percorso, e la sequenza finale ne è un classico esempio.
Come Jonze, come Brooker in alcuni episodi di Black mirror, il regista lancia un messaggio, ma rispetto a questi ultimi lo cela dietro l’aspetto edulcorato dell’immagine, della forma.
Si potrebbe dire, in base al responso del pubblico, che abbia fallito il suo intento, ma io credo che l’abbia solo rafforzato, in quanto esemplificativo di un sistema che cura l’involucro e non il contenuto.
In merito poi all’ilarità mossa dal finale, credo che per quanto possa apparire divertente ( e non lo nascondo ), in realtà la protagonista non assume il mero aspetto di una chiavetta usb, in quanto è ovunque nel mondo, a contemplarlo. Quello che lascia è solo il suo background culturale, quello che è riuscito ad imprimere nel suo intelletto attraverso il suo viaggio.

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