Loro 1

/ 20186.7129 voti
Loro 1

Silvio Berlusconi, imprenditore e miliardario italiano votatosi alla politica negli anni Novanta, fino a diventare Presidente del Consiglio della Repubblica, è una figura emblematica che ha segnato irreversibilmente la storia del Paese.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Loro 1
Attori principali: Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Ricky Memphis, Euridice Axén, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Duccio Camerini, Yann Gael, Mostra tutti

Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura/Autore: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Colonna sonora: Lele Marchitelli
Fotografia: Luca Bigazzi
Costumi: Carlo Poggioli
Produttore: Ardavan Safaee, Muriel Sauzay, Francesca Cima, Jérôme Seydoux, Nicola Giuliano, Carlotta Calori, Viola Prestieri
Produzione: Italia
Genere: Drammatico, Storia, Biografico
Durata: 104 minuti

Dove vedere in streaming Loro 1

surreale / 13 Maggio 2018 in Loro 1

il film non ha quasi nulla di biografico ma è invece molto surreale rispettando il solito stile di sorrentino. Sono presenti dei momenti e dialoghi veramente brillanti e (dal mio punto di vista) descrive veramente bene la posizione da monarca che B ha ricoperto negli ultimi 25 anni con vassalli , valvassori e valvassini ansiosi di succhiare dalla tetta del potere.

Leggi tutto

Sorrentino e la farsa / 12 Maggio 2018 in Loro 1

A 10 anni quasi esatti da Il divo e a un anno e mezzo da The Young Pope, con Loro Paolo Sorrentino compone quella che mi pare una ideale trilogia del potere all’italiana.
Con il ritratto assolutamente personale e rielaborato di Giulio Andreotti, il regista napoletano ha rappresentato il concetto di potere politico, pubblico e occulto, che ha caratterizzato la Prima Repubblica e che ha allungato efficacemente le sue mani nella Seconda.
Creando la figura di Lenny Belardo, Sorrentino ha esplorato a suo modo le camere del Vaticano passato, presente e -perché no?- futuro. Per quanto il Vaticano sia un Paese a sé, è strettamente connesso alla geografia (fisica e mentale) dell’Italia.
Con Loro, l’autore ha preso in esame e manipolato il personaggio che, nel male, ha segnato irrevocabilmente la storia italiana, contribuendo a ipotecare il futuro e la forma mentis di diverse generazioni.

Silvio Berlusconi è il crocevia del Divo e del Papa di Sorrentino, è il punto in cui piano (Andreotti, la Mente) e retta (Belardo, l’Anima) si intersecano e, in quanto buco, è ferita, è ulcera, è una piaga che suppura sulle ferite del Paese da più di vent’anni.
Nonostante il dolore, l’infezione, la puzza, Berlusconi è ancora lì e prova a condizionare il panorama sociopolitico nazionale (è di poche ore fa la notizia della sua riabilitazione politica dopo la condanna del 2013 che lo aveva interdetto dai pubblici uffici perlomeno fino al 2019, una riabilitazione che apre incredibilmente la strada a una sua possibile presenza in questa legislatura, ancora incerta a più di due mesi dalle ultime elezioni politiche).

Con un impressionante senso del vaticinio, Loro 1 è arrivato nelle sale italiane in un momento politico confuso, contraddittorio, spaventosamente privo di senso e prospettive, in cui il simulacro in sfacelo di Berlusconi non teme di mostrarsi nuovamente.
Loro 1 non fa altro che ribadire che il modus operandi berlusconiano è così incistato nella “struttura” dell’Italia contemporanea che non riusciamo a vomitarlo fuori.
Con questo film, Sorrentino mostra Berlusconi come il punto di riferimento e l’oracolo di una manica di arrampicatori economici (non viene neppure naturale chiamarli “sociali”) che, al fiero motto di: “Mi sono fatto da solo”, vive solo per assicurarsi il potere. Il culto dell’effimero, del possesso a breve termine (la bellezza/la giovinezza è la chiave del successo di chi non sa fare niente, come paradigma il personaggio della Smutniak: c’è adesso e dura un attimo) è una candela che brucia dai due lati, consumando velocemente nomi, ruoli amministrativi, relazioni.

Pur non avendo apprezzato la divisione del racconto di Sorrentino in due parti, in qualche maniera provo a comprenderlo (esulando dalle possibili scelte economiche della casa di distribuzione). Dopo l’esperienza di The Young Pope, la struttura così definita di Loro riprende (volente o nolente) quella della serialità televisiva, interrompendosi sì in un momento topico del racconto, ma in maniera analoga a qualsiasi serie tv che vive di cliffhanger.
La prima parte di Loro 1, mi è piaciuta molto, anche se “scimmiotta” (senza raggiungerli) i vertiginosi livelli dell’incipit de Il divo. Si tratta di una farsa eccessiva (più volte, nel film, si parla del Bagaglino e, secondo me, non a caso, quasi per evidenziare la differenza fra imitazione da avanspettacolo e rielaborazione del soggetto e, in realtà, cos’altro è la parabola berlusconiana se non una farsa grottesca?) in cui -se non ci si turba dinanzi al turpiloquio, alla sovraesposizione di corpi (femminili) nudi e di coiti feroci e ridicoli- ci si diverte a individuare i riferimenti ai personaggi realmente coinvolti nelle note vicende, ma che prepara bene il terreno all’entrata in scena di Servillo/Berlusconi. Tanto che, a dirla tutta, a dispetto del mestiere con cui Servillo ha scelto di mettere in scena il personaggio, la sua presenza fa calare di colpo la tensione, mostrando le prime terribili contraddizioni di un uomo di scarsa levatura, ma di grande arroganza, obnubilato da se stesso.

Con questo film, a Sorrentino si chiedeva tacitamente di essere cattivo e, a parer mio, lo è stato a sufficienza. Ride e fa ridere dell’entourage di Berlusconi (di lui, a dirla tutta, ancora non so bene), orride maschere di carne, corpi -pur giovani- a un passo dalla necrosi. Se proprio deve esserci un consueto riferimento felliniano, non è quello de La grande bellezza, La dolce vita, pur citato a chiare lettere in una sequenza del film, ma il Casanova, con il suo apparato circense di dissolutezza estetizzata.
Il cast è ben assortito. C’è la buona prova di Scamarcio/Morra/Tarantini, della Smutniak/Kira/Sabina Began (forse, anche Nicole Minetti), di Bentivoglio/Santino Recchia/Bondi+Formigoni. Ma tutti gli attori, pur comparendo per brevi istanti, mi pare risultino incisivi, Ricky Memphis, Anna Bonaiuto, Herlitzka docent.

Si compiace lo stesso Tarantino, è chiaro, esagerando con alcuni leziosi simbolismi (ancora, non ho capito il senso della scena della pecorella), mal supportato (stranamente) da specifici apparati tecnici (insiste con gli animali in CG, dopo quelli de La grande bellezza, ma ratto e rinoceronte, oltre a detta pecorella, sono un po’ imbarazzanti). Il rischio che corre è quello di arenarsi in soluzioni di maniera davvero troppo fini a se stesse.
Bella colonna sonora, come da tradizione. Nota: fra i brani, c’è anche Jump Into the fire di Harry Nilsson, compresa pure nella soundtrack di A Bigger Splash di Guadagnino, un altro autore che, in quanto a senso estetico e musicale, non scherza.

Sproloqui a parte, sono molto curiosa di vedere Loro 2.

Leggi tutto

… non per tutti / 2 Maggio 2018 in Loro 1

Provo a scrivere due righe a distanza di qualche giorno dalla visione del film (1° tempo) … Innanzi tutto condivido la critica che aver diviso il film in due è stata una operazione di macelleria cinematografica, esci dalla sala con l’impressione di aver visto solo il primo tempo del lungometraggio, con un senso di incompiuto palpabile, al limite dello scherzo di cattivo gusto. Non credo Sorrentino abbia gradito ciò, ne sia stato artefice o solo passiva vittima, ma il film al limite con qualche piccolo taglio in più andava presentato completo anche se di 3 ore, Veniamo al contenuto, non è un film ideologico, trovo sia una grottesca caricatura, sia pur credo molto vicina alla realtà, di una società decadente, dove tutto è lecito, dove tutto ha un prezzo e dove tutto è in vendita. Qualsiasi ideale è disperso, ed anche nelle figure più “nobili” del film (Veronica) vi è di fondo l’accettazione che una dose accettabile di soprusi, umiliazioni e angherie, siano sopportabili per mantenere un certo status. Un mondo diviso tra “squali” e “sciacalli” “avvoltoi” e “iene” tutti pronti a cibarsi di Persone e carcasse, senza fare prigionieri, senza una partenza e senza una meta, come una tirata di cocaina. Penso che “Loro” nella sua interezza artisticamente risulterà un gran bel film, il cast e le musiche mi sono piaciti molto, Servillo in un ruolo molto difficile, se la cava bene, specialmente nella mimica corporale, la Ricci è impagabile nella sua triste rassegnazione di Donna umiliata, Scamarcio ha un ruolo adatto a lui e se lo gioca bene… Per chi ama Sorrentino non sarà difficile farsi piacere Loro, per chi lo detesta sarà semplice da attaccare…. Io lo consiglio comunque….

Leggi tutto

2 semi-film grotteschi / 28 Aprile 2018 in Loro 1

Loro 1 è un semi-film, poichè essendo diviso in 2 parti per farci spendere piu soldi, è necessario vedere anche la seconda parte, cosa che credo proprio non farò; un semi-film che mi ha molto deluso, soprattutto per quanto riguarda l’elemento che più mi interessava e su cui ho avuto delle grandi aspettative: il personaggio di Berlusconi. Servillo a mio parere è stata una pessima scelta, gia solo per il fatto che sia napoletano, ma anche per l’aspetto, infatti anche con il trucco non assomiglia per niente al noto criminale milanese: il Berlusconi di Servillo sembra una persona lucida, senza demenza, alto, magro, con occhi e naso grandi e con il collo, al contrario di quello reale che è più o meno un sarcofago cilindrico di plastica con gli occhietti da lifting, che contiene putrefazione. Il semi-film non è per niente realistico, ci sono personaggi fittizzi, nomi fittizzi, pochissimi elementi che rispecchiano la realtà, mi da proprio l’impressione di essere un mondo immaginario (il fatto che nel tatuaggio sul c**o della ragazza ci sia il Berlusconi Servillo e non quello reale o una caricatura, fortifica molto questa mia sensazione), mi ricorda la sensazione che provavo giocando con i vecchi Iss pro con i nomi dei giocatori senza licenze. Loro 1 più che un film sembra un cartone animato grottesco (il personaggio di Dio è l’apice dell’assurdo). La parte del semi-film incentrata sul personaggio di Scamarcio si salva per la regia e lo stile di Sorrentino che mi ha ricordato “The wolf of wolf street” e “La grande bellezza”, ma è troppo poco per giustificare una doppia spesa.

Non volevo vedere Loro 2, ma alla fine l’ho fatto e ciò mi è servito per capire che facevo bene a non volerlo fare. Ora però posso completare la recensione aggiungendo le riflessioni conseguenti alla visione del secondo mezzo film. Confermo il 6, che forse è anche troppo, e il difetto principlae del film: Berlusconi. In questo secondo mezzo film appare molto di piu sullo schermo quindi ho potuto ancora di piu constatare che lavoro pessimo sia stato fatto nella rappresentazione del piazzista prestato alla politica per scampare alla galera. Confermo tutte le considerazioni sull’aspetto fisico, cioè che è slanciato e fornito di collo a contrario del vero Berlusconi, che appare piu come una matriosca di lattice. Sembra piu di vedere Servillo che ha subito un intervento di chirurgia estetica, che fa l’imitazione dell’imitazione di Berlusconi fatta da Crozza, cioè l’imitazione della sua peggiore imitazione. So bene che l’intento di Sorrentino non fosse quello di rappresentare la realtà etc etc, ed infatti questo per me è un difetto, non una giustificazione, se fai un film su Berlusconi devi rappresentare Berlusconi. Il pensiero che girava maggiormente nella mia testa durante la visione nel film era “ma Sorrentino si è documentato su Berlusconi? Ha mai visto qualche video su Youtube delle sue intercettazioni?”, perchè mi risultava davvero difficile crederlo. Appare sempre lucido, padrone della situazione, privo di demenza o altri problemi neurologici, sorridente, non mostra debolezze, non c’è sudditanza verso la figa come invece si percepisce dalle telefonate con le olgettine ( dalla voce a me sembra che solo a sentirsi chiamare “amore” eiaculi nelle mutande). In una sola scena il personaggio è stato quasi convincente e mi ha quasi evocato la mummia di Arcore, ovvero la scena della visita ai terremotati : è così che lo immagino in queste situazioni e nel privato, senza telecamere a riprenderlo, non con quel comportamento caricaturale e il sorriso forzato, quasi un tentativo dell’attore napoletano a voler mitigare le evidenti ed ovvie carenze nell’interpretare un personaggio milanese. Dopo la visione di questo doppio mezzo film, ho rivalutato Sorrentino, inizio a trovarlo ridondante con questi simbolismi, allegorie, sempre a cercare frasi ad effetto che in realtà non arrivano da nessuna parte, non pungono, seppur ne apprezzo le abilità tecniche che però in questa opera vanno decisamente in secondo piano, oscurate dal fallimento della sceneggiatura. Aggiungo che oltre a Servillo, anche Elena Sofia Ricci sia stata una pessima scelta, la trovo insopportabile e inadatta e non solo in questo film. Ripeto la mia contrarietà sull’utilizzo di nomi fittizzi che rovinano ulteriormente l’atmosfera.

Leggi tutto

The Wolf de noantri / 27 Aprile 2018 in Loro 1

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dividere il film in due parti è stata, dal punto di vista artistico, una pessima scelta. In attesa di vedere l’opera completa, ciò che si trova in questo Loro 1 non è altro che un lungo trampolino di lancio per arrivare a Lui, un Berlusconi-Servillo che compare sullo schermo per 20 minuti e si prende tutta la scena. Il resto è il nulla cosmico, con metafore posticce e scene discutibili (la monnezza a Roma con il ratto in CG è forse una delle cose più brutte mai viste al cinema). Terribile anche l’mdma party in Sardegna, sequenza tanto lunga quanto goffa. Una sorta di the Wolf of Wall Street de noantri con eccessi per lo più estetici e Il vuoto assoluto a livello narrativo. Sorrentino non è Scorsese, Scamarcio non è DiCaprio. I conti son presto fatti.
Per quanto bravo, Servillo maschera del Berlusca, sfocia subito nella parodia involontaria. Sarà che l’ex premier è stato imitato in tutte le salse, forse secondo solo a Maurizio Costanzo per numero di imitatori, ma nell’ultima parte della pellicola si ha quasi l’impressione di assistere a una puntata di Zelig. Ultima parte che è decisamente la cosa migliore di un’opera che sembra più un collage di situazioni, poco omogenea e disunita. L’entrata in scena di Silvio fa comunque ben sperare per una seconda parte più solida a livello narrativo. Per ora Sorrentino delude. Come mai prima d’ora. E fallisce proprio nel suo film dal potenziale più esplosivo.

Leggi tutto