Lo sconosciuto del lago

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Lo sconosciuto del lago

Un lago d'estate e una spiaggia di soli uomini, circondata da una boscaglia deputata agli incontri sessuali tra gli stessi. Qui, all'inizio della stagione, Franck conosce Henri, separatosi di recente dalla moglie, che siede ogni giorno di fronte all'acqua, semplicemente in cerca di serenità, e, dopo pochi giorni, incontra Michel, per il quale prova immediatamente una forte passione. Michel è un ottimo nuotatore, un amante prestante e un uomo estremamente pericoloso. Franck lo sa, ma non si tira indietro e s'innamora di lui.

Titolo Originale: L'Inconnu du lac
Attori principali: Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick d'Assumçao, Jérôme Chappatte, Mathieu Vervisch, Gilbert Traïna, Emmanuel Daumas, Sébastien Badachaoui, Gilles Guérin, François-Renaud Labarthe, Claude Bellelle, Slawomir Cieminski, Jean-Marie Crémier, Bernard Delavaux, Bernard German, Jean-Michel Giordano, Lucien Lerda, Patrick Marconi, Serge Morgadinho, Éric Piccolotto, Corentin Plas, Renaud Rifflart, Thomas Salles, Nicolas Guimbard, Joël Landaraud, Alain Guiraudie, Mostra tutti

Regia: Alain Guiraudie
Sceneggiatura/Autore: Alain Guiraudie
Fotografia: Claire Mathon
Produttore: Sylvie Pialat, Benoît Quainon
Produzione: Francia
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 97 minuti

Dove vedere in streaming Lo sconosciuto del lago

Vittime sacrificali / 25 Dicembre 2013 in Lo sconosciuto del lago

Si trattava solo di aspettare, senza fretta, fumando l’ennesima sigaretta con lo sguardo distrattamente rivolto al lago appena increspato da una leggera brezza. Tutti avevano il loro giorno, la loro ora: prima o poi sarebbe arrivato. Senza fallo. Lo aspettava, lo aspettava davvero, con trepidazione; ma forse avrebbe dovuto scappare a gambe levate. Via, il più lontano possibile. Ma, lo aveva constatato con una certa rassegnazione, non poteva stare lontano da lui, nonostante il terrore, nonostante la paura che lui prima o poi gli potesse fracassare la testa con una mazza o che lo facesse fuori, magari annegandolo. In quel lago dalle acque limpide ma infestato da siluri di diversi quintali, che spolpavano i cadaveri. Ma sì, forse il ruolo di vittima sacrificale gli si addiceva. Lo sapeva e si detestava per questo.
Bellissimo film in cui ci si interroga sul significato dell’amore, dell’attrazione. Con un certo fatalismo cupo, tragico, malinconico, ma in modo realista, senza infingimenti. I dialoghi, quasi rohmeriani nella loro insignificanza, danno un ulteriore tocco di veridicità a tutto il racconto, così come i personaggi di contorno, spesso bizzarri ma autentici. Un vero thriller psicologico, molto intrigante e con un finale splendido.
qui la “colonna sonora”.

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3 Ottobre 2013 in Lo sconosciuto del lago

Mi ha ricordato il picnic ad hanging rock per la scelta del lago che qui, come lì l’insieme di rocce vulcaniche, è una presenza catalizzatrice che astrae , contiene e esclude, un luogo non luogo dove le persone arrivano e il mondo, inteso come relazioni sociali, storia, passato e futuro, si annulla. Il lago è un eterno presente.
Frank frequenta il lago, dove le identità non esistono, parla con Henri che è proprio fuori luogo (vi sono pochissimi accenni ad un passato, al lavoro), non cerca avance, non cerca incontri, sembra essere lì per annullarsi in una attesa spogliata dal senso (e la forza di questo annullamento lo si capirà solo alla fine). Ma Frank desidera, desidera fortemente un altro bagnante, Michel, è il lago che gli regala il primo incontro, lo sfiorarsi iperrealistico fra i loro corpi. Le giornate, bloccate nell’arrivo e nella partenza di tutti i frequentatori, si svolgono fra l’acqua, la riva e il bosco, dove i corpi si bagnano, stanno al sole o si cercano, corpi spogliati in tutti i sensi in una nudità che scarnifica le persone da ogni altra connotazione. Poi l’omicidio e la realizzazione del sogno erotico/sentimentale di Frank perso in un desiderio sordo, pieno e totalizzante. Cosa desideri veramente Frank è cristallizzato in questa sua tensione a Michel che travalica gli accadimenti, che lo fa perdere dentro la sua ostinazione emotiva.
Davvero bella la ricerca sonora, i rumori dell’acqua, delle pietre, delle piante, il continuo stormire di foglie, di alberi, di rami; davvero perfetta la resa del lago, nella notte dell’omicidio sembra metallo fuso; nelle nuotate solitarie di Frank una bolla temporale che isola lo sguardo e nasconde il corpo; ogni giorno è il liquido insensibile a ciò che ospita.
Come nel film di Weir lo era Hanging rock, il lago qui è la natura istintuale e basica, la sconfitta e la rivalsa dell’uomo sociale che però mai è presente se non nella persona dell’investigatore che fa domande schematicamente banali o nella famiglia sul motoscafo che guarda dall’acqua la riva dei nudisti: la socialità con la struttura famigliare e la coppia classica sono “dall’altra parte”, come dicono spesso Henri e Frank.
La dimensione di ciò che accade è assolutamente intangibile, sembra che Frank faccia un percorso dentro se stesso e il suo desiderio, dentro la sua mente e la sua incapacità di valicare i confini del proprio io. Anche il finale è annichilente, di fronte al ripetersi della violenza (cercata, gratuita, accidentale non ha importanza, la violenza non ha motivi, non ha tensioni, non ha giustificazioni, è un elemento come un altro della natura) Frank perso nel bosco che parla come sempre (c’è un continuo ripetersi dei suoni del bosco), solo, al buio non può far altro che chiamare Michel.

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