La battaglia di Rio della Plata

La premiata coppia Powell & Pressburger ricostruisce uno degli episodi più importanti dei primi mesi del secondo conflitto mondiale, almeno per quanto riguarda la guerra nei mari tra tedeschi e britannici.
La grande fuga della Graf Spee nell’Atlantico meridionale – spesso camuffata per lasciare falsi indizi alle navi che la intercettavano – viene ricostruita con taglio pressoché documentaristico nella prima parte, per poi concludersi con la discutibile scelta della narrazione degli ultimi giorni della corazzata attraverso la radiocronaca di un esuberante giornalista, che trasforma l’avvenimento in un episodio d’avanspettacolo.
Con quest’opera i due registi intendevano tributare la memoria di quegli ufficiali tedeschi (soprattutto della marina) i quali, ben lungi dall’abbracciare il fanatismo nazista, mantennero uno spirito cavalleresco d’altri tempi durante la conduzione delle fasi del conflitto loro affidate.
È il caso del capitano Langsdorff, il comandante della Admiral Graf Spee, morto suicida pochi giorni dopo l’autoaffondamento della sua imbarcazione e ritratto come un vero gentiluomo. La cosa è tutt’altro che inverosimile e fu anzi abbastanza comune anche tra alcuni ufficiali della Wehrmacht, che servivano la Germania prima che il führer, chiamandolo spesso sprezzantemente “il caporale austriaco”.