Jungle Fever

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Jungle Fever

Un architetto afroamericano di successo intreccia una relazione adulterina con la sua nuova segretaria dalla pelle bianca, italoamericana. La relazione dei due complicherà le dinamiche famigliari e sociali di entrambi, nonché delle persone che li circondano.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Jungle Fever
Attori principali: Wesley Snipes, Annabella Sciorra, Spike Lee, Ossie Davis, Ruby Dee, Samuel L. Jackson, Lonette McKee, John Turturro, Frank Vincent, Anthony Quinn, Halle Berry, Tyra Ferrell, Veronica Webb, Veronica Timbers, David Dundara, Michael Imperioli, Nicholas Turturro, Steven Randazzo, Joseph D'Onofrio, Michael Badalucco, Anthony Nocerino, Debi Mazar, Gina Mastrogiacomo, Tim Robbins, Brad Dourif, Phyllis Yvonne Stickney, Theresa Randle, Pamala Tyson, Rick Aiello, Miguel Sandoval, Charlie Murphy, Talese Harris, Averell Curtle, Melvin Bethea, Ewart Lauder, Randolph May, El-Shah Muhammad, Suzanna White, Danielle Coleman, Marilyn Nelson, Bob Adrian, Doug E. Doug, Scot Anthony Robinson, Frank Esposito, Joseph Giammarino, Shawn Lowenthal, Queen Latifah, Curtis Atkins, Yvette Brooks, Mamie Louise Anderson, Mostra tutti

Regia: Spike Lee
Sceneggiatura/Autore: Spike Lee
Colonna sonora: Terence Blanchard, Stevie Wonder
Fotografia: Ernest R. Dickerson
Costumi: Ruth E. Carter
Produttore: Spike Lee
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 132 minuti

Dove vedere in streaming Jungle Fever

RAZZISMO SPECULARE / 9 Luglio 2015 in Jungle Fever

Argomento ormai logoro ma notevole in questo dramma il taglio del regista che riesce abilmente a porsi in ambito neutro evidenziando come le discriminazioni razziali si manifestino con ugual forza e modalità in entrambe le etnie.

Effetto domino. / 28 Luglio 2014 in Jungle Fever

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La struttura del film, simile a quella di una matrioska (dentro alla vicenda dei protagonisti, si nascondono quelle, stratificate, dei loro amici e parenti), si basa su un “effetto domino” deflagrante: le azioni di due persone coinvolgono e sconvolgono non solo la loro vita, ma l’equilibrio di un intero universo sociale.
La relazione, clandestina prima e dichiarata poi, tra un afroamericano ed una donna bianca, in questo caso italoamericana (“È italiana”, “Bomba H”, “Viene da Bensonhurst”, “Bomba nucleare al megatone”), non è certo una novità, eppure -e la cosa non mi stupisce, in realtà- genera una catena infinita di reazioni, perlopiù violente.

Il tradimento, già di per sé discutibile, viene considerato da più parti come un atto antropologicamente contro natura, perché comporta l’unione di persone che hanno la pelle di un diverso colore: Lee approfitta della questione per offrire allo spettatore una sequela ricchissima di punti di vista sull’argomento, su cui troneggia quello delle ragazze afroamericane in quel “consiglio di guerra” durante il quale, senza peli sulla lingua, le amiche della sposa cornificata espongono ampiamente le proprie teorie sulle relazioni interrazziali.
La concezione della Jungle Fever ad opera del buon reverendo è quantomai brutale, sessista (ovviamente) ed anacronistica, eppure esprime chiaramente quanto radicata e profonda sia la convinzione che l’attrazione tra individui cromaticamente diversi escluda interessi comuni e sincero coinvolgimento emotivo, affondando esclusivamente nella scoperta di atavici, quasi simbolici, appetiti sessuali, supportando l’idea che sia la semplice curiosità ad attrarli.

La tensione latente in ciascun quadro del film (ufficio di Flipper; casa di Angie; casa di Flipper; casa di Cyrus; casa di Paulie; negozio di Paulie; casa del reverendo; ristorante; strada) esplode dalla metà della pellicola in poi, facendola deviare sensibilmente verso il dramma a tinte fosche, mentre l’inizio sembra promettere toni da originale commedia degli equivoci.
Lo scarto narrativo è grandioso (Angie torna a casa ed il padre la tempesta di botte, mentre qualche sequenza prima Flipper è stato protagonista di un siparietto innocuo, quasi comico) e da quel momento in poi qualsiasi episodio coinvolga la coppia è puntualmente estremo, pregno di livore (vedi, la coppia di poliziotti che interviene durante un finto alterco tra Angie e Flipper; la cena a casa del reverendo; gli avventori del locale di Paulie che disquisiscono sul tradimento di Angie; ecc.).

La storia di Gator, il fratello drogato di Flipper, esula dal contesto principale e costituisce una vera e propria sottotrama, scucita dal resto del film: benché riuscita, l’ho trovata praticamente inutile ai fini narrativi, ma ha fornito il “pretesto” (c’è da ricordarlo) a Samuel L. Jackson per offrire una valida interpretazione premiata a Cannes (il premio per il Migliore Attore Non Protagonista venne istituito espressamente per quell’occasione).

Cast stellare: da Annabella Sciorra a Wesley Snipes, dalle giovani e sconosciute Halle Berry e Queen Latifah, passando per John Turturro ed Anthony Quinn, gli attori scelti da Lee vestono i propri ruoli come un guanto.

Per chi si domandasse come si conclude la vicenda di Paulie Carbone (Turturro)… la leggenda vuole che il buon Spike l’abbia raccontata in questo spot della Swatch da lui scritto, interpretato e diretto qualche tempo dopo:

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13 Gennaio 2013 in Jungle Fever

Provocatoria pellicola urbana sui conflitti sociali tra due comunità distanti e le ripercussioni che conseguono in seguito ad una relazione mista. Bello script e grande cast che ha come punta di diamante le immense interpretazioni di Samuel L. Jackson e Halle Berry. La voce Stevie Wonder è la ciliegina sulla torta.