L'invasione degli ultracorpi
/ 19567.7128 votiMiles Bennel, dottore nella cittadina di Santa Mira, è ricoverato in ospedale in preda a forte shock. Interrogato da un collega, racconta una storia inquietante: la città è stata conquistata da misteriosi replicanti che hanno preso il posto degli abitanti. Riprodottisi in baccelli, si sostituiscono agli umani nel sonno e ne riproducono perfettamente l'aspetto, facendo poi sparire gli originali.
scimmiadigiada ha scritto questa trama
Titolo Originale: Invasion of the Body Snatchers
Attori principali: Kevin McCarthy, Dana Wynter, King Donovan, Carolyn Jones, Larry Gates, Kenneth Patterson, Virginia Christine, Jean Willes, Ralph Dumke, Guy Way, Bobby Clark, Beatrice Maude, Whit Bissell, Richard Deacon, Robert Osterloh, Guy Rennie, Eileen Stevens, Tom Fadden, Jean Andren, Everett Glass, Sam Peckinpah, Dabbs Greer, Marie Selland, Harry J. Vejar, J. Pat O'Malley, Mostra tutti
Regia: Don Siegel
Sceneggiatura/Autore: Daniel Mainwaring, Richard Collins
Colonna sonora: Carmen Dragon
Fotografia: Ellsworth Fredericks
Produttore: Walter Wanger
Produzione: Usa
Genere: Thriller, Horror, Fantascienza
Durata: 80 minuti
Dove vedere in streaming L'invasione degli ultracorpi
Ai giorni d’oggi, credo che un film del genere, con la stessa identica storia, lo avrebbero fatto durare almeno un paio d’ore.
Invece, questo classico della fantascienza ha il giusto ritmo narrativo, riuscendo in pieno nel creare tensione e nel trasmettere una visione paranoica della società.
Privo, a mio parere, di virtuosismi ma girato davvero molto bene (e con almeno una scena che mi ha fatto venire la pelle d’oca), è davvero coinvolgente e anche piuttosto disturbante (senza bisogno di splatter o mezzucci da 4 soldi).
Ha alcune forzature di trama, a volte i personaggi fanno cose piuttosto improbabili, ma non mi infastidisce in questo tipo di film (che non vogliono certo essere verosimili e che richiedono una certa dose di sospensione dell’incredulità).
Mentre mi hanno infastidito alcuni dialoghi che fungono da didascalia morale del film.
Nulla però che rovini la visione di un film che, a mio parere, merita decisamente di essere visto e merita il suo status di classico.
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Ogni panegirico è superfluo.
Girato da Don Siegel a basso costo, il film è una straordinaria discesa nell’angoscia del protagonista. Un capolavoro che trascende i tradizionali limiti del genere. Niente dischi volanti, niente BEM in tuta spaziale, ma “baccelloni” che arrivano dallo spazio e che sputano fuori cloni, copie esatte degli abitanti del villaggio del protagonista.
Meravigliosa la scena in cui Kevin McCarty urla per strada fermando le auto in transito indifferenti: “restate svegli!”, “tu sei il prossimo!”, in quello che doveva essere il vero finale del film, visto che il consolatorio lieto fine fu invece imposto dalla produzione (lieto fine comunque presente nel romanzo di origine, anche se con modalità diverse).
Nonostante si tenda ad associare la fantascienza dell’epoca agli echi da guerra fredda, Siegel ha sempre escluso la presenza nel film di tematiche anticomuniste, considera la sua opera come una riflessione più ampia sugli orrori del conformismo. Un attacco verso le “maggioranze silenziose” che vogliono tutti buoni e tranquilli.
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Romantica fantascienza good-old-fashioned, in bianco e nero e con la brillantina, figlia dei fanzines di un immaginario non ancora soggiogato dagli effettoni ultima generazione. Oltre a un plot affascinante e a un bel po’ di suspense, qui puoi trovare le buffe contraddizioni del cinema d’altri tempi, dove quattro amici veglianti una specie di cadavere senza volto pensano bene di farsi un bel drink, o dove un medico in fuga dai poliziotti ha la geniale trovata di rifugiarsi nel suo studio. Don Siegel ha dimostrato da subito di saperci fare; il suo cinema spiccio e astuto forse non ha mai rubato la scena ai grandi maestri, ma ha saputo coltivarsi la sua buona congrega di fans.
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Primo tempo.
Secondo tempo
Don Siegel alla regia e Sam Peckinpah alla sceneggiatura.
Peccato per la recitazione dei ruoli femminili, non brillanti ma accettabili.
DA VEDERE.
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