Da dimenticare / 26 Maggio 2016 in Il traduttore

Andrei (Kamil Kula) è un giovane ragazzo rumeno, in Italia con una borsa di studio a Trento. Studia lingue straniere, e intanto arrotonda con un lavoro da aiuto piazzaiolo la sera, e uno da interprete alla questura, dove una detective sta indagando tramite intercettazioni un presunto traffico di droga. In Romania Andrei ha lasciato l’amore, con la promessa di un visto che possa far ricongiungerli nel bel paese. Intanto una sua docente gli propone un lavoro presso una signora rimasta vedova da poco, il cui marito ha lasciato, gettato in biblioteca, un diario completamente in tedesco (la lingua madre del defunto coniuge). Il ragazzo accetterà il lavoro, e traducendo il diario si accorgerà che questo racchiude parole d’amore per un’altra donna. Istintivamente Andrei eviterà di svelare il segreto ad Anna (Claudia Gerini, la moglie) cambiando alcuni aggettivi per farli corrispondere alla fisionomia di quest’ultima.
-Il Traduttore è una sceneggiatura che colpisce, che emoziona e fa riflettere- dice il regista Massimo Natale, ma ben presto lo spettatore si accorgerà che non è cosi, soprattutto per ciò che riguarda la riflessione. Si, perché Il Traduttore pone in essere un teatro di personaggi e di situazioni che nascono come dati di fatto, senza storia passata, senza giustificazioni logiche. Consapevole dei buchi (e degli errori) di sceneggiatura, il regista è spinto a disegnare situazioni a lui care (come l’assoluta corruzione della polizia, l’arrivismo insito in ogni essere umano, Il tradimento come prerogativa) senza preoccuparsi minimamente di riflettere su questi, ma soltanto mostrandoli, facendo a meno di svilupparli. Le congiunzioni logiche vengono a mancare in favore di un vezzo, un mettere in mostra il proprio punto di vista senza preoccuparsi di come ci si è arrivati, o tantomeno di porlo in discussione. La storia che presto si creerà tra Anna e Andrei nasce all’improvviso, senza che se ne senta il bisogno, e i personaggi si perdono nella nube della trama sconclusionata.
Un film quasi irritante per come impone il suo pensiero superficiale. Un film da dimenticare in fretta.

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