Hill Of Freedom

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Hill Of Freedom

Kwon ritorna a Seul dalle montagne e riceve un pacchetto di lettere da Mori dal Giappone per proporle. Kwon lascia cadere e disperde le lettere non datate. Li legge e deve dare un senso alla cronologia - e anche noi dobbiamo?

Titolo Originale: 자유의 언덕
Attori principali: Ryo Kase, Moon So-ri, Seo Young-hwa, Kim Eui-sung, Youn Yuh-jung, Jung Eun-chae, Gi Ju-bong, Jeong Yong-jin, Lee Min-woo

Regia: Hong Sang-soo
Sceneggiatura/Autore: Hong Sang-soo
Colonna sonora: Jeong Yong-jin
Fotografia: Park Hong-yeol
Produttore: Hong Sang-soo, Kim Cho-hee
Produzione: Corea del Sud
Genere: Orientale, Drammatico
Durata: 66 minuti

Dove vedere in streaming Hill Of Freedom

Cinciuè puzzlè / 1 Settembre 2017 in Hill Of Freedom

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Facciamo un po’ come ca**o ci pare!”, diceva Guzzanti anni fa. Una donna, Kwon, riceve un plico di fogli fogliosi. Sono di Mori, un japs japposo e moroso, che le racconta quel che ha fatto mentre l’aspettava (aspettoso), il plico cade, si sparfogliano i pagli e conseguentemente la storia, che perde l’ordine cronologico per divenire un susseguirsi di episodi di cui legami si trovano a mano a mano. Ad un certo punto: se non hai capito qualcosa, probabilmente si capirà tra 10 min. Riformulando, perché è una storia di pezzi da mischiare e ricomporre: Mori arriva a Seoul, cerca Kwon, una donna che amava due anni prima. Già un giapponese e un koreana, proprio una bella coppia, gente che si è sparata per secoli. They loved each other, poi è successo mboh! Kwon non è a casa, Mori nell’attesa affitta una stanza in una locanda dove arriva sempre in ritardo a colazione e conosce una serie di personaggi dell’angolo, come si dice. Lui parla solo japs o EN, quindi è anche una sorta di Lost in translation alla asian fusion. Tutti gli parlano EN e tutti, e si vede, hanno storie dietro su cui alle volte, e altre no, la luce spot si accende. Porte su piccoli universi che si aprechiudono. Mori ama Kwon, ma non disdegna di farsi la cameriera tenerella (molto più gnocca di Kwon) del bar dove la aspetta (pas mal du tout), legge libri sul tempo (che è il tema im-portante) e dorme un sacco (che del tempo è uno dei migliori utilizzi). Tutti si muovono sul proscenio di una Seoul irriconoscibile, rispetto all’immagine di metropoli che trasmettono in genere gli schermi che vediamo. Questo è un cantuccio, un piccolo angolo di periferia per delle piccole storie, fatto di case basse e modeste e tutt’intorno potrebbe esserci niente. C’è che l’ammmore alla fine rimette a posto i pezzi, e ascoltare gli asian che filosofeggiano in inglese, con i loro toni e accenti a noi strani, fa sempre molto ridere (ma meno dei francesi che parlano inglese). Menzione speciale per il fatto che in un film nippo-koreano la gente si beva caffè Illy.

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più giapponese che coreano / 25 Marzo 2015 in Hill Of Freedom

Un film breve ma decisamente intenso in cui un giapponese torna in Corea per ritrovare la sua ex ragazza, una volta arrivato però lei non c’è così decidere di scriverle delle lettere. La narrazione procede tramite le lettere che lei legge senza rispettare l’ordine cronologico degli eventi. E’ un film fatto di attese e di personaggi genuini e un po’ bizzarri, davvero molo poetico!

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