Festen

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Festen

Una famiglia si riunisce per il sessantesimo compleanno di Helge, proprietario di un elegante albergo situato nella campagna danese. Per l'occasione, tornano a casa anche i tre figli che vivono lontani. Sulla festa, però, grava la morte di una quarta figlia, suicidatasi poco tempo prima.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Festen
Attori principali: Ulrich Thomsen, Henning Moritzen, Thomas Bo Larsen, Paprika Steen, Birthe Neumann, Trine Dyrholm, Helle Dolleris, Therese Glahn, Klaus Bondam, Bjarne Henriksen, Gbatokai Dakinah, Lasse Lunderskov, Lars Brygmann, Lene Laub Oksen, Linda Laursen, John Boas, Erna Boas, Bent Henningsen, Poul Kajbæk, Vibeke Dalset, Janne Thomsen, Anette Jakobsen, Poul Petersen, Gulli Sejrsen, Vibeke Kaiser, John Johnsen, Dan Eilertsen, Søren Sögreni, Kate Goldschmidt, Jens Nørring, Bent Kaiser, Maria Myrgård, Peter Krag, Stig Poul Hansen, Kaj Rasmussen, Robert Strandgård, Gry Worre Hallberg, René, Christine Louise Jørgensen, Dorte Olofsen, Kasper Olofsen, Emilian Sejersen, Susanne Funck, Rosmarie Jørgensen, Lasse Jacobsen, Sigrid Aalbæk Jensen, Mikkel Jacobsen, Birgitte Simonsen, Thomas Vinterberg, Mostra tutti

Regia: Thomas Vinterberg
Sceneggiatura/Autore: Thomas Vinterberg, Mogens Rukov
Colonna sonora: Lars Bo Jensen
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Produttore: Birgitte Hald
Produzione: Danimarca, Svezia
Genere: Drammatico
Durata: 105 minuti

Dove vedere in streaming Festen

Tosto e impegnativo! / 25 Febbraio 2024 in Festen

A parte la sconvolgente trama, che una festa di compleanno prenda una piega inaspettata dopo la confessione di uno dei figli del festeggiato, colpisce molto per la sua insolita regia, imperfetta, molto spicciola, creando un effetto “video casalingo” che rende la storia più dura e affascinante.
Sicuramente non è un film che tutti apprezzerebbero.
7/10.

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Il primo film del Dogma ’95! / 11 Dicembre 2014 in Festen

Il primo film del Dogma, manifesto creato nel 1995 da Von Trier, Vinterberg stesso e altri registi danesi. Obiettivo del Dogma: un cinema purificato, grezzo, a basso costo, senza effetti speciali, colonna sonora e luci, tutto girato con camera a mano. Festen, secondo film di un giovanissimo VInterberg, anche se non rispetta in tutto  e per tutto queste leggi ( per esempio per quanto riguarda la presa diretta del suono) è uno degli esempi più riusciti. La storia si svolge in una tenuta della campagna danese, dove si festeggia il sessantesimo compleanno del patriarca della famiglia. Il figlio primogenito, invitato a tenere un discorso, stupirà tutti i presenti con delle angoscianti rivelazioni. Un film che condanna e  demolisce in modo crudo e feroce l’ipocrisia, la cattiveria e la violenza che si possono celare in una famiglia dell’alta borghesia. Giustamente prese il Premio speciale della giuria a Cannes 1998.

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Segreti di famiglia. / 28 Gennaio 2014 in Festen

Quella che potrebbe essere una “semplice” commedia nera, diventa in breve tempo un dramma a tinte luride: Vinterberg sferra un calcio nello stomaco dello spettatore, tratteggiando un universo famigliare da incubo.

Le verità taciute, l’evidenza negata, l’indifferenza maniacale sono le vere protagoniste del film: come Parche, tessono il destino dei protagonisti e ne segnano la parabola dolorosa.

Sempre più mi stupisco dinanzi alle messinscene cinematografiche provenienti dal Nord Europa e sempre più ne apprezzo il punto di vista lucido ed originale che pare (sottolineo, pare) riportare all’essenza primigenia qualsivoglia argomento, destrutturandolo.
Di Vinterberg, finora, avevo visto solo il pregevole Il sospetto: quest’opera precedente rafforza in me l’ottima impressione ricevuta in prima battuta.

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13 Luglio 2012 in Festen

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

I fratelli Christian, Michael e Helene si recano nel lussuoso hotel di campagna di proprietà del padre, per festeggiare i suoi 60 anni. Giungono molti invitati, ostentatamente appartenenti all’alta borghesia. Durante il pranzo, Christian chiede di pronunciare un discorso e davanti agli ospiti allibiti racconta degli abusi sessuali compiuti dal padre su di lui e sua sorella gemella, morta suicida. Nel clima surreale che segue, gli ospiti continuano la festa, come per non turbare l’ambiente, ma intimamente scossi. La madre prende la parola e racconta dei problemi che ha avuto Christian fin dall’infanzia. Quest’ultimo si alza e chiede di brindare all’assassino che ha ucciso sua sorella. Gli ospiti a questo punto vogliono andarsene, ma vengono trattenuti in qualche modo. Michael intanto cerca di allontanare il fratello. Ma quando Helene si trova a leggere davanti a tutti una lettera, lasciata dalla sorella morta, in cui i sospetti vengono confermati, la situazione cambia. Il padre se ne va e viene pestato dal figlio Michael, violento e incline all’ubriachezza. Il giorno dopo il padre si scusa davanti agli ospiti che intanto avevano continuato la festa, pur in un clima di assoluta freddezza, ed erano seduti insieme a fare colazione.
La forte critica al mondo borghese emerge in quest’opera decisamente surreale: gli ospiti pur assistendo a fatti di inaudita gravità reagiscono in modo pacato, preoccupati dal timore di recare disturbo al contesto solenne e insieme conviviale ricreato per la festa di famiglia. Christian, dopo esser sembrato all’inizio una persona pacata ed educata, viene credibilmente tacciato di mitomania, per poi tornare nella ragione: la sua è una lotta interiore per la difficile confessione, resa spettacolare dalle circostanze. Il film è il primo manifesto del Dogma, un movimento fondato da Vinterberg, Von Trier e altri registi danesi con regole che stravolgono la normale tecnica cinematografica: le riprese sono esclusivamente in presa diretta, con cinepresa a spalla che gira frenetica attorno ai personaggi, inquadrandoli talvolta dalle posizioni più impensate (dentro un camino, sotto una panchina). Non c’è scenografia, nè trucco, nè colonna sonora. L’effetto è suggestivo e certe inquadrature a distanza sono ammirevoli. Il film è sicuramente forte, carico di una tensione che sembra possa esplodere da un momento all’altro.

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27 Giugno 2012 in Festen

La cinematografia nordica è tanto affascinante quanto carica di pathos, disruptiva e gonfia di stati d’animo in continuo contrasto. I protagonisti dei film sono schegge impazzite, pronte a partire in tutte le direzioni dello spazio mentale. Ciononostante, tutta questa focosità che per noi mediterranei rappresenta la quotidianità della vita, evidentemente, per la gente del Nord Europa è confinata dentro rigidi schemi e protocolli comportamentali che, al cinema, solo una certa ironia nera hanno saputo smorzare ed abbattere.
E’ il caso di Le Mele di Adamo e, in una certa qual parte, anche di Dogville.
In questo caso, Vinterberg si discosta dai suoi colleghi (Von Trier e Bier specialmente), per lo stile quasi documentaristico, con la videocamera che sembra seguire i protagonisti di questa festa di famiglia “dall’interno”. La fotografia a tratti sgranata, a tratti dai colori esageratamente accesi, contribuisce all’effetto fai da te e indirettamente all’aumento dell’emotività che si manifesta gradualmente, segue l’iperbole di follia del protagonista (Ulrich Thomsen, visto anche in Le Mele di Adamo e In un mondo migliore) che non è solo rivelazione, è catarsi, nel momento in cui la festa diventa una battaglia tra il figlio e il padre.
E’ uno dei film più feroci che abbia visto. In un crescendo di colpi e rimpalli distrugge il vuoto cerimoniale di una festa che copre i misfatti di un vigliacco. E Vinterberg accresce questo aspetto mettendo in mostra l’assurdità degli atteggiamenti di chi contiene e nasconde la verità per il solo fatto di dover mantenere la dignità agli occhi degli altri – che in questo caso sono i membri della famiglia.
Ridicolizza chi smorza i toni. Svergogna quelli che sostengono la campana dello show must go on per paura di affrontare i propri demoni privati.
Loquace e sagace è un film che ha nei protagonisti il valore aggiunto, specialmente Thomsen e Thomas Bo Larsen (a breve nell’ultimo film di Vinterberg).

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