Dumbo

Dei recenti remake in live action dei classici Disney che ho visto finora, Dumbo di Tim Burton mi sembra il più ambizioso e sprecone ma riuscito.

Stante quella che ritengo sia l’inutilità artistica di questi rifacimenti, questo Dumbo aggiunge alcuni elementi alla storia raccontata nel film a cartoni animati degli anni Quaranta, un po’ con l’obiettivo di inscriverlo con maggior forza nell’alveo dei topos burtoniani (freaks, circo, ecc.), un po’ per raccontare una storia fantasy più “realistica” e metaforica.

Penso che il risultato sia apprezzabile, benché -personalmente- non abbia gradito la presenza molto gratuita di un villain canonico e prevedibile, con i suoi annessi e connessi (compreso il buon cuore della sua Catwoman… pardon, della sua trapezista), e nonostante che il popolo dei “diversi” del circo sia rimasto molto abbozzato, con gran spreco di potenziale visivo e narrativo.

All’epoca dell’uscita del film in sala, avevo letto in giro che l’elefantino volante di questo film aveva un aspetto spaventoso. Non sono d’accordo: il Dumbo di Burton è molto simile, per aspetto, dolcezza e “credibilità”, all’originale del ’41. Perciò, a mio parere, è tutt’altro che cringe.
La computer graphic usata ha permesso di ottenere effetti di grande realismo coniugati a caratteri cartooneschi, con un buon senso di continuità.
Il cucciolo di Burton si esprime essenzialmente con lo sguardo triste dei suoi grandi occhi chiari e acquosi e sappiamo bene quanto il regista ami i visi con questo tipo di caratteristiche (a proposito di questo lavoro, poi, si vedano anche i volti di Eva Green o della -poco credibile- ragazzina che interpreta la figlia di Colin Farrell, dominati da occhi grandi, con forme e sguardi molto particolari).

Mi ha fatto molto piacere ritrovare sullo schermo Danny De Vito che, dopo Big Fish (e, se vogliamo, anche Batman – Il ritorno), Burton ha voluto mettere di nuovo nei panni del direttore di un circo.

Partirò con la premessa che non amo la mossa commerciale di reinventare sottoforma di live action i classici della Disney, ma il live action di Dumbo è sicuramente la trasposizione in live action fino ad ora più riuscita dalla Disney, probabilmente perché affidata nelle mani di un regista esperto, versatile, originale e visionario come Tim Burton.
Le atmosfere fiabesche dark/gotiche tipiche dei suoi film si avvertono già nei primi minuti e accompagneranno lo spettatore per tutta la durata della pellicola con costumi e scenografie meravigliosi. Burton in questo film si circonda di tre attori con i quali ha già collaborato in passato, due dei quali ho avuto un immenso piacere rivedere assieme: Danny DeVito e Michael Keaton, che in passato sono stati Il Pinguino e Batman nel celebre film Batman – Il Ritorno diretto da Tim Burton. L’incantevole Eva Green in questo film mi particolarmente catturato visto che non sono un suo grande estimatore. Buona l’interpretazione di Collin Farrell, anche se forse è un po’ di troppo. Carinissimo e dolce il modo in cui è stato portato sullo schermo Dumbo e il suo rapporto con la mamma Jumbo. Nel complesso la trama risulta essere davvero ben congegnata, con una morale alla fine di un circo senza animali in cattività.

Inoltre due cose ho apprezzato particolarmente: la fotografia davvero molto bella e curata, e il fatto che non ci si sia dimenticati dei Rosa Elefanti. Ho amato la citazione e anche se non c’è l’inquietante canzoncina va bene comunque.

Voto 7½ che mi toccherà purtroppo arrotondare a 7, in quanto 8 è trovo sia un po’ altino

Purtroppo Burton ha messo troppa carne al fuoco e questa pellicola si rivolge solo a un pubblico di massimo 12 anni: troppo pomposo, troppo fiaba.
Il fatto che distorce un po’ la storia del cartone è di poco conto, in confronto alla pesantezza e lentezza della pellicola.
Peccato, poteva essere fiabesco senza farne una mattonata con un cast stellare, ma sprecato.
4.

Ero infarcito di pregiudizi , prima di vederlo : “sicuramente mi devasterà il ricordo del cartone Disney originale” pensavo.
Invece no , anzi regala parecchi omaggi (la piuma per volare e il successivo riconoscimento che fosse solo un pretesto , gli elefanti rosa , Casimiro , alcune canzoni…).
Si può dire che i primi 35-40 min siano davvero un omaggio al cartone originale , dopo invece con la comparsa di Keaton diventa decisamente un film “TimBurtoniano” con atmosfere oscure e cyberpunk.
la trama è sempre quella vista e rivista in mille film , ma il prodotto regge dall’inizio alla fine ).
Non all’altezza dell’originale , ma ha decisamente spazzato via i miei dubbi e pregiudizi

Tim Burton ha voluto omaggiare allo stesso modo due storie differenti, quella del film d’animazione della Disney e quella reale e triste dell’elefante Jumbo.
Nel film ci sono molti riferimenti al cartone animato(la scena con i topolini, il Dumbo circense, il treno), ma tutta la storia fa riferimento a quella reale con un lieto fine a fare la differenza.
Alla fine a me è piaciuto, visivamente è bellissimo(fotografia eccellente) e non condivido le critiche ricevute(sarà perché per me negli ultimi anni Tim Burton ha fatto di peggio, Alice in wonderland e Dark Shadows per esempio).
Nota positiva anche per il cast dove spiccano un istrionico Danny De Vito e un malinconico ma agguerrito Colin Farrell. Menzione anche per Michael Keaton.