Dolls

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Dolls

Dopo essere stata lasciata dal suo fidanzato, Sawako perde il lume della ragione, tentando il suicidio, ma riesce a salvarsi. Lo stesso uomo che le aveva spezzato il cuore la porterà via dalla clinica che l’aveva in cura, dando inizio all’interminabile cammino dei due “vagabondi legati”.
Ilcinemasecondome ha scritto questa trama

Titolo Originale: ドールズ
Attori principali: Miho Kanno, Hidetoshi Nishijima, Tatsuya Mihashi, Chieko Matsubara, Kyoko Fukada, Tsutomu Takeshige, Kayoko Kishimoto, Nao Omori, Kanji Tsuda, Yuko Daike, Ren Osugi, Koji Kiryu, Kyoko Yoshizawa, Midori Kanazawa, Shimadayu Toyotake, Seisuke Tsurusawa, Minotaro Yoshida, Shogo Shimizu, Kazunari Aizawa, Morooka Moro, Shūhei Saga, Hawking Aoyama, Hochu Otsuka, Al Kitago, Mari Nishio, Junichiro Yagawa, Mari Nakamura, Shinji Nomura, Gambino Kobayashi, Daiki Sugawara, Mostra tutti

Regia: Takeshi Kitano
Sceneggiatura/Autore: Takeshi Kitano
Colonna sonora: Joe Hisaishi
Fotografia: Katsumi Yanagijima
Costumi: Yohji Yamamoto
Produttore: Takio Yoshida, Masayuki Mori
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Drammatico, Romantico
Durata: 114 minuti

Dove vedere in streaming Dolls

Fragili marionette del destino / 21 Luglio 2014 in Dolls

Presentato alla 59esima mostra del cinema di Venezia, nel 2002, questo lungometraggio segna un nuovo tassello nella maturità di Takeshi Kitano. Rapportato ai suoi tre toni caratteristici (violento, sentimentale e umoristico, che molto spesso riescono anche a coesistere tutti insieme nell’originale cinema kitaniano), questo film rappresenta forse il miglior risultato per quel che concerne il lato più delicato e malinconico del regista, oltre a presentare una bellezza estetica forte, al pari di un enorme dipinto.
Dolls è una potente ricerca dell’amore, un insistente tentativo di sopperire alla sua assenza. E’ quella voglia che smuove le redini del destino degli uomini ed allo stesso tempo quella che li rende schiavi dell’imprevedibilità del fato. Marionette, spinte su una strada da cui, per quanta bellezza possa mostrar loro indipendentemente dal tempo che passa (il mare, le foglie rosse d’autunno, un campo di rose, la neve d’inverno), non possono sottrarsi da quel velo di vitale malinconia che le avvolge e le accompagna costantemente.
Appagante per gli occhi, straziante per il cuore. E qualcuno dica a Joe Hisaishi che qualche colonna sonora bruttina può partorirla ogni tanto, eh.

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Suvvia marionetta, il palcoscenico ti aspetta / 27 Febbraio 2014 in Dolls

In questo particolareggiato affresco di vita, scolpito dai fervidi occhi del maestro Kitano, si possono scorgere attimi di incomparabile bellezza, che rifulgono di una vivace malinconia, mai fine a sé stessa.
Tre storie, tre fenditure, in cui luce e ombra si fondono per divenire un unico riflesso.
Tre istanti, tre illusioni, che seguono i fili di un ricamo fatto di dolori, e di profonde riflessioni.
Le parole non servono, sono solo burattini, spettacoli di bunraku che servono a guidare le emozioni. Ma queste scivolano dalle mani, sfuggono alla rapida presa del destino, per divenire intensi e ottenebrati silenzi.
Dolls è questo, sottile, diradato, leggero, ma al contempo connaturato, intenso, a tal punto da eradicare lo stesso concetto di tristezza, trascendendolo a estrema letizia.

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Un film immenso / 16 Settembre 2013 in Dolls

Una poesia dall’inizio alla fine, non può non piacere.

2 Gennaio 2013 in Dolls

Non di sola Yakuza vive Kitano. Dopo Brothers e Outrage questo suo Dolls mi ha sconvolto. Positivamente intendo. Ero preparato a qualcosa di diverso ma sono rimasto sopreso dalla delicatezza con cui Takeshi Kitano ha presentato alcuni scorci del suo paese, o meglio, della tradizione del suo popolo, rispetto alla cruda brutalità con cui lo avevo visto mozzare dita e spalmare cervella sulle pareti.
Kitano concentra la sua attenzione sul tema dell’uomo vittima del destino e della donna vittima dell’uomo e porta sullo schermo questa tematica attraverso il racconto di tre storie, diverse ma legate tra loro, proprio come gli amanti protagonisti della prima storia e che fanno da motivo conduttore di tutto il film.
Il filo rosso che li unisce è il filo che Kitano segue e la metafora delle marionette si incastra benissimo con la storia.
Inoltre più che di una fotorgrafia di rara bellezza è corretto parlare di una poetica decisamente intensa e di una scelta dell’immagine squisitamente adatta al contenuto.
Sono innumerevoli i particolari colorati che lo spettatore segue attraverso le 3 storie e che trovano significato in ognuna di esse.
Kitano tocca un livello molto alto in un film che va guardato con grande attenzione.

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29 Ottobre 2012 in Dolls

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Dolls” è un film di Takeshi Kitano che è stato presentato alla 59° mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia senza ottenere, a mio avviso, come accade a molti film orientali, il giusto apprezzamento.
Questo film segna un cambiamento nel modo di raccontare da parte del regista, precedentemente quasi sempre ispirato a storie di stampo yakuza, ma che ora si prefigge di raccontare il legame tra amore, morte e sofferenza attraverso un destino a cui non possiamo sfuggire. Proprio per il tema del destino, Takeshi si rifà alle marionette bunraku (che appaiono nella prima scena in onore del grande drammaturgo Chikamatsu Monzaemon e sono quindi un riferimento al grande passato giapponese) che simboleggiano come anche l’uomo sia mosso dai fili invisibili del destino.
E sono proprio le marionette ad ispirare il titolo del film.
Esso ha la particolarità di essere composto da tre storie d’amore finemente legate tra loro. Continua su http://loren-ilmondodilory.blogspot.it/2012/07/dolls.html

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