Cronaca di un trauma / 14 Giugno 2020 in Cronaca familiare

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film dal taglio fortemente intimista e introspettivo, Cronaca familiare di Zurlini (Leone d’Oro a Venezia, ex aequo con L’infanzia di Ivan di Tarkovskij) è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo autobiografico di Vasco Pratolini (1947).
La storia, dagli accenti estremamente drammatici, ruota intorno a due fratelli divisi ancora bambini dalla morte prematura della madre.
Dei due, Marcello Mastroianni è il maggiore, Renato. Un giovane Jacques Perrin è il minore, Lorenzo, più piccolo di 8 anni.

Cronaca familiare è, per l’appunto, la cronaca di un dolore profondo e mai sopito tramutatosi in un vero trauma.
Per Renato, il ricordo della madre è inciso nella memoria grazie alle emozioni provate al momento della sua scomparsa e negli anni successivi (perlopiù, vuoto e risentimento). Per Lorenzo, è pura confusione, un senso di mancanza, di privazione, di incompletezza che lo destina a non trovare un proprio posto nel mondo.
Insomma, una tesi che sottende il racconto è che dal destino di una persona sembra siano dipesi quelli di tutti gli individui che, strettamente, la circondavano: il marito, allontanatosi da quel che restava della famiglia; la madre, morta in povertà; i figli, estranei, uniti dalla sua assenza; il tutore/”padre” del minore, incapace di prendersi cura di un capriccio (ché tale sembra essere stato il suo desiderio di prendersi cura del neonato Lorenzo).
Il rapporto tra i due fratelli è intenso, benché frammentario, e Mastroianni e Perrin danno una buona prova interpretativa. La forza drammatica dell’incipit si centuplica quando lo spettatore realizza appieno l’ignavia di Renato che esplica quanto acuto sia il trauma di cui è vittima.

Nonostante il pathos creato e la delicatezza con cui Zurlini affronta la materia, alcuni passaggi del film (vedi, le visite a Lorenzo in ospedale e nella casa di cura) mi sono parsi troppo dilatati e troppo melodrammatici per farmi plaudere in toto al film.

(Sei stelline e mezza)

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