Brotherhood - Fratellanza

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Brotherhood - Fratellanza

Lars è costretto ad abbandonare l'esercito danese perchè accusato di aver fatto delle avance ad alcuni suoi commilitoni. Passerà momenti difficili e riuscirà a uscire dalla crisi grazie alla rapida integrazione in un gruppo neonazista: Jimmi, il veterano dell'organizzazione si prende carico di indottrinare Lars e di testarne la convinzione e la fedeltà.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: Broderskab
Attori principali: Nicolas Bro, David Dencik, Claus Flygare, Michael Grønnemose, Hanne Hedelund, Thure Lindhardt, Mads Rømer, Morten Holst, Lars Simonsen, Anders Heinrichsen, Jon Lange, Lena Bjørn, Signe Egholm Olsen, Martin Metz, Johannes Lassen, Peter Plaugborg, Mostra tutti

Regia: Nicolo Donato
Sceneggiatura/Autore: Nicolo Donato, Rasmus Birch
Produzione: Svezia, Danimarca
Genere: Drammatico
Durata: 90 minuti

Dove vedere in streaming Brotherhood - Fratellanza

Un bel film… 7 / 7 Gennaio 2016 in Brotherhood - Fratellanza

La prima frase che mi esce alla fine: “Un bel film”. Sembra banale e scontata, ma non lo è.
Parte da un’interiorità vissuta nell’ombra per paura, per razzismo, per una società violenta. E questo atteggiamento nascosto conduce il protagonista in un sentiero minato, in mezzo alle persone meno adatte, dove l’omosessualità è capita solo come sfocio della violenza, come fosse il movente delle loro sevizie.
E ai due protagonisti non resta che vivere nell’ombra questa passione, ma prevedibile la fine che loro li aspetta…
Un finale corretto, che lascia uno spiraglio a qualsiasi ipotesi, e quella mano che Lars stringe a Jimmy accende la speranza che questi razzismi, queste discriminazioni, possano essere vinti, un giorno.
7.

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18 Aprile 2012 in Brotherhood - Fratellanza

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La debolezza fondamentale sta nel fatto che inizi come un film sul Neonazismo, condannandolo dall’interno, e poi invece si disperda in una storia di amore gay.

Lars ha poco più di vent’anni quando viene allontanato dall’esercito danese perché omosessuale; non trova nulla di meglio da fare allora che associarsi ad un gruppo di neonazisti. Qui sta l’errore alla base della sceneggiatura, ma forse anche l’unico punto sul quale interrogarsi: è così facile imboccare un simile sentiero, come per caso?

A questo punto, entrato nel simpatico gruppetto che si diletta in pestaggi di omosessuali e di immigrati, Lars si trova a convivere con Jimmy, veterano della combriccola. Tra i due scatta immediatamente la passione, non priva di una certa tenerezza e di certo non in linea con l’etica che dovrebbero professare entrambi, e per questo inevitabilmente considerata riprovevole e da punire da parte degli altri compagni di merende.

La punizione arriva; di una certa intensità la scena in cui Jimmy pesta Lars e poi lo consola. Non delude il vero e proprio finale, che inverte i ruoli (è Lars che si dà per spacciato dall’inizio, invece la parte peggiore della pena tocca a Jimmy) e lascia una seppur fievole speranza per i due -Jimmy potrebbe anche risvegliarsi.

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10 Novembre 2011 in Brotherhood - Fratellanza

L’angoscia e la tristezza di un amore, un desiderio, un errore, nato e morto nel silenzio…

Bel film sulle contradizoni umane. / 26 Settembre 2011 in Brotherhood - Fratellanza

Film bello, crudo asciutto, essenziale ma che va dritto al fondo della questione: chi siamo veramente !

24 Aprile 2011 in Brotherhood - Fratellanza

Il film è interessate e sobrio, la regia è algida e l’ambientazione è di sicuro effetto. Quello che manca a mio parere è un quadro più profondo della cellula nazi, molto poco sappiamo dell’ideologia che li riunisce. E’ pur vero che la manovalanza picchiatrice è accomunata da una istruzione approssimativa, dalle difficoltà economiche e dall’emarginazione sociale: in questo quadro è assolutamente naturale trovare un nemico semplice e banale quale l’immigrato, l’obiettivo della maggior parte delle azioni del gruppo.
L’omossessualità quindi è quella devianza dalla norma definita più che dall’ideologia nazista dall’insieme di regole rassicuranti, miranti all’ordine e alla purezza della vita borghese che tiene insieme tutti i ragazzi.
L’intento del regista era mostrare come l’amore nasca in ambienti che lo negano per principio, ma il gruppo più che il male totale sembra un insieme di persone bisognose di aiuto, così marginalizzate da riscoprire un credo estremista e assurdo per non affogare.
Infatti è la disoccupazione, la droga, la solitudine e una rabbia repressa che sembra unirli, sono senza obiettivi e senza meta, così è gioco facile per i caporioni neonazi tenerli in pugno, dar loro un senso di appartenza attraverso la costruzione di un gruppo compatto e solidale e circoscrivendo regole chiare e sicure.
Il protagonista vi si accosta dopo il suo allontanamento dall’esercito, ma la sua curiosità è molto frenata, anche qui i suoi lampi di inventiva riguardanti le azioni antiimmigrati sono messi in atto per conquistare il compagno o per sfidare se stesso, mai sembra in verità condividere fino in fondo un credo nazista che non viene mai discusso o problematizzato e che i più neanche conoscono bene (i tatuaggi sembrano solo dei segni di riconoscimento fra bande)
Se c’è un senso allo svolgersi della storia la troverei nell’idea che la violenza porterà sempre violenza: i due uomini si amano in maniera affettuosa, sembra un idillio rosa che nonostante le difficoltà ha modo di trovare una via di uscita, eppure sarà la prima violenza del film, come un corto circuito illogico, a dare una svolta tragica.

L’ambientazione è molto bella, una natura aspra, la fatiscenza delle periferie, tutto un quadro di normalità quasi banale

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