Belli di papà

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Belli di papà

Vincenzo, vedovo, si rende conto per la prima volta di avere a che fare con tre figli completamente ignari del senso della realtà e del sacrificio. Per metterli alla prova e fargli comprendere quanto sia importante guadagnarsi da vivere, fa credere loro che l'azienda di famiglia sta navigando in cattive acque e li costringe a una fuga repentina in Puglia, nella vecchia e malandata casa in cui è cresciuto.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Belli di papà
Attori principali: Diego Abatantuono, Andrea Pisani, Matilde Gioli, Francesco Di Raimondo, Marco Zingaro, Uccio De Santis, Umberto Sardella, Francesco Facchinetti, Antonio Catania, Alessandro Genovesi, Valeria Perri, Niccolò Senni, Nicola Nocella, Barbara Tabita, Rosario Altavilla, Gustavo Caputo, Anna Cofano, Nicola Conversa, Piero Madaro, Armando Quaranta, Maria Valentina Principi, Saviana Scalfi, Mostra tutti

Regia: Guido Chiesa
Sceneggiatura/Autore: Guido Chiesa, Giovanni Bognetti
Fotografia: Federico Masiero
Produttore: Maurizio Totti, Alessandro Usai
Produzione: Italia
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti

Dove vedere in streaming Belli di papà

Neppure Abatantuono salva il film / 19 Ottobre 2021 in Belli di papà

Secondo me, Diego Abatantuono è un ottimo attore. Nella sua fase più matura (quella post-commedia demenziale, per intenderci, pur apprezzabile dai cultori in molti frangenti, nella sua comicità estrema), la sua presenza in scena è capace di valere la visione di un intero film.
Gabriele Salvatores lo sa bene: Abatantuono è epicentrico e ritengo (forse, troppo ingenerosamente?) che in più di un’occasione abbia salvato la baracca al regista milanese (vedi Amnesia, per esempio, ma -iiiih!- anche Turné, mi permetto).

Sicuramente, per quel che mi riguarda, la presenza di Abatantuono nel cast è stato l’unico motivo per cui ho deciso di guardare questo film di Guido Chiesa (la cui filmografia “leggera” continua a non convincermi).
Al netto del buon Diego, comunque, confesso di aver confidato anche in qualcosa di più, nel momento in cui ho scelto di guardare Belli di papà.
Invece, pur considerando che si tratta di una commedia, la sceneggiatura (un rimaneggiamento di quella di un film spagnolo del 2013, Nosotros los nobles, che non ho visto) richiede una continua sospensione dell’incredulità, risolve alcuni nodi narrativi in maniera troppo semplicistica e difetta nella caratterizzazione dei personaggi.

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Poteva anche essere NON banale / 11 Novembre 2015 in Belli di papà

Un ricco imprenditore è disperato perché i suoi tre figli sono degli incapaci fannulloni.
Trama semplice, sceneggiatura anche brillante. Lo svilupparsi della trama sembra quasi aver preso spunto da una sorta di Toto, Peppino e la Malafemmina a ruoli invertiti. Un uomo del sud fa fortuna al nord per poi riportare con un stratagemma i figli al sud, per imparare loro a vivere senza gli agi e le comodità a cui sono abituati.
Certo di primo acchito questo film può anche sembrare una versione moderna di Capitani Coraggiosi. Solo non è lo sbalzo da il ponte di una nave a trascinare nel mare l’inetto ereditiero, e non è il burbero capitano Troop a raccoglierlo; ma a sostituirli c’è questo padre che gioca entrambi i ruoli.
Certo potevano anche sprecare qualche minuto in più a rendere Abatantuono meno banale come personaggio. E lo stesso vale per i tre figli, stereotipati e incompleti, specie il terzo, che non fa altro che aggiungere volgarità e banalità al film.
E lo schema a tratti simile a Capitani coraggiosi che segue questo film, arriva in poco tempo a banali conclusioni simili alle più sconclusionate commedie americane. I tre figli cambiano completamente in soli tre giorni e si innamorano della Puglia.
Peccato, poteva anche essere non banale.

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